Recensione di Sara Zanferrari
Autore: Ilaria Rossetti
Editore: FVE Editori
Genere: saggio
Pagine: 88
Anno di pubblicazione: 9 dicembre 2021
Sinossi. “Non dovremmo avere paura degli scrittori infelici; la loro epica sta nelle piccole cose; cose crepate, perdute. Io le amo profondamente: più volte mi è parso di intra- vedere, nelle loro incrinature, un barbaglio momentaneo, il valore intrinseco della bellezza che si sottrae alla violenza degli uomini e del tempo.” Ilaria Rossetti ci accompagna alla scoperta di Stig Dagerman, scrittore e giornalista considerato ormai un gigante della letteratura mondiale. Tra impegno civile e riflessioni private, attraverso la lente di un’infanzia coraggiosa e ferita – quella dell’autore di Bambino bruciato, Perché i bambini devono disubbidire? e Autunno tedesco – Il cuore intelligente è la storia di una vita che ha bruciato, con i suoi sogni, le sue ambizioni e la sua sete di verità, persino sé stessa.
Recensione
Difficile definire il genere dell’ultimo libro di Ilaria Rossetti: non è un romanzo di narrativa, non è propriamente una biografia non è nemmeno “solamente” un saggio critico: “Stig Dagerman. Il cuore intelligente” è un condensato di tutti questi generi, da cui esce un vivido ritratto dell’autore del cuore di Ilaria Rossetti.
Apre, infatti, assieme a “Franco Loi. L’erede del sole” di Rudy Toffanetti, la nuova collana di FVE, Animula vagula blandula, a cura di Giorgio Ghiotti, quattro uscite all’anno a coppie di due: piccoli volumi di circa 80/90 pagine dove scrittori contemporanei stendono un ritratto dei propri autori del cuore.
È un autore svedese quello nel cuore di Ilaria Rossetti, poco conosciuto, morto suicida a 31 anni, ma che fece in tempo a pubblicare molto e, soprattutto, significativamente.
Il primo incontro di Rossetti col mito della letteratura svedese è per caso, in una biblioteca: comincia a leggere “Autunno tedesco” e trascorrono due ore senza che se ne renda conto, nelle parole di Dagerman riconosce un’assonanza, una vicinanza:
“Per carattere o attitudine sono attratta dagli sconfitti, da chi è lento a farsi un’idea sulle cose anche quando non dichiarare una posizione definita può diventare questione di vita e di morte, da chi arranca nei ragionamenti, nelle responsabilità, da chi, più o meno tutti i giorni e in maniera più o meno dissimulata, convive con una discreta quantità di paura; e siccome spesso mi pare di abitare un’epoca che avanza in tutt’altra direzione, affascinata soprattutto da esistenze altamente performanti, da quando ho conosciuto Stig Dagerman non l’ho più lasciato”.
[“La libertà dal bisogno non è la stessa cosa della libertà dalla paura” dice Dagerman]
Amore incompiuto, solitudine, giustizia negata, fallimento delle categorie politiche moderne, libertà: sono questi i temi i temi ricorrenti di Dagerman, e ancora la cultura e l’arte come strumenti di riflessione e di liberazione, “occorre opporre resistenza, la letteratura va difesa giorno per giorno”.
Da queste 88 pagine esce un ritratto vivo dell’autore svedese, inframmezzato da riflessioni e racconti personali, pochi in realtà, ma pregni. Non a caso il capitolo che più mi colpisce è “L’epica delle piccole cose”, dove Rossetti accomuna le proprie percezioni e riflessioni esistenziali, fondamentali, relative all’imminente chiusura dovuta alla pandemia ad alcune righe di “Il nostro bisogno di consolazione”, nelle quali forse si concentra tutto il pensiero di Dagerman:
“In che cosa spero? In una letteratura che, senza alcun riguardo, combatta per i tre diritti inalienabili dell’essere umano imprigionato nelle organizzazioni politiche e di massa: la libertà, la fuga e il tradimento. E intendo la libertà di non scegliere tra annientamento e sterminio, la fuga dal futuro campo di battaglia in cui si sta preparando il disastro, nel tradimento di ogni sistema che criminalizzi la coscienza, la paura e l’amore per il prossimo”.
Ci salveremo tutti insieme, conclude Rossetti.
A cura di Sara Zanferrari
Ilaria Rossetti
è nata nel 1987. Vincitrice del Premio Campiello Giovani 2007, ha ricevuto il Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza 2019 col suo ultimo romanzo Le cose da salvare.
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