Sto pensando di finirla qui




Recensione di Kate Ducci


Autore: Iain Reid

Traduttore: G. De Biase

Editore: Rizzoli

Pagine: 256

Genere: Thriller

Anno di pubblicazione: 2020


Sinossi. Interno degli Stati Uniti. Una statale silenziosa e vuota, solo profili piatti che si ripetono, un’altalena, un granaio, pecore ferme nella luce del pomeriggio, fienili e campi. Seduta in macchina, sotto la musica country trasmessa dalla radio, la ragazza di Jake guarda la campagna e continua a pensare che deve farla finita con lui; anche se Jake, con quella sua aria svagata e le conversazioni interessanti, in fondo le piace. Ora sono di ritorno dalla casa dei genitori di lui, una fattoria sperduta dove lei ha incontrato per la prima volta quella coppia singolare e visto i recinti lugubri degli animali, un incontro che le ha lasciato addosso una sensazione inafferrabile, come di chi avesse varcato, per il tempo di una sera, la scena di un’allucinazione altrui. Un disagio che peggiora quando Jake, nel mezzo di quel luogo desolato mosso solamente dalla neve in aumento, si ferma in una gelateria, un edificio che emerge, fluorescente, dal buio, le vetrine sbiancate dai neon, e un attimo dopo imbocca una stradina secondaria, parcheggia davanti al suo vecchio liceo chiuso e sparisce all’interno della scuola. Per la sua ragazza, lasciata sola in macchina, ha inizio allora un altro percorso, vertiginoso, nel versante più oscuro della realtà, dove scoprire che fine ha fatto Jake fornirà finalmente la risposta, del tutto imprevedibile, a cosa sia accaduto davvero in questo silenzioso viaggio a due. Da questo libro è tratto il film di Netflix per la regia del premio Oscar Charlie Kaufman.

Recensione


Un pensiero può essere più reale, più vero, di un’azione. Puoi dire qualunque cosa, fare qualunque cosa, ma non puoi fingere un pensiero”

Iain Reid.

Per gli amanti del thriller psicologico è una lettura ideale. Ogni dialogo è studiato nel dettaglio, ha una profondità che dà spazio a riflessioni personali e una voce a quel senso di solitudine latente che spesso avvertiamo anche quando siamo circondati da coloro che amiamo.

Perché c’è sempre un muro, per quanto sottile, per quanto a volte solo figlio di una malinconia passeggera e inspiegabile, di un malessere a cui non riusciamo a dare un nome – un muro che però non ci permette mai, fino in fondo, di essere totalmente a nostro agio, di farci sentire del tutto compresi.

Ed è ciò che prova la ragazza di Jake, mentre gli parla e si rende conto di avere accanto l’uomo che fa per lei, che sembra padrone di ogni situazione ma al contempo vittima delle sue stesse paure e bisogno di riflettere su ogni cosa, scandagliandola.

Eppure sta pensando di lasciarlo, senza una ragione precisa, un qualcosa che possa spiegare razionalmente, ma da imputare a quel senso di alienazione che la fa sentire estranea a tutto e tutti.

E mentre cerchiamo di saperne di più di questa giovane e intelligente ragazza, impariamo a conoscere Jake e  ci rendiamo conto a poco a poco che non può essere la soluzione ai suoi problemi, bensì ne sembra sempre più  l’incarnazione.

Con un ritmo incalzante anche laddove il romanzo sembra incontrare delle pause narrative, veniamo condotti verso un finale triste e rivelatore di una verità che mai avremmo sospettato, che spiazza, ma al tempo stesso fornisce spiegazioni, perché arriva sempre il momento in cui è necessario guardare in faccia i nostri demoni.

Iain Reid


Iain Reid ha esordito nella narrativa con il thriller Sto pensando di finirla qui, pubblicato in venti paesi e produzione originale Netflix. Anche Foe, il suo secondo romanzo, ha riscosso un immediato successo diventando un bestseller internazionale, di cui sono stati acquisiti i diritti cinematografici.

 

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