Valérie Perrin
Traduttore: Alberto Bracci Testasecca
Editore: E/O
Collana: Dal mondo
Pagine: 608
Anno edizione: 2024
Sinossi. Sulla scia di Cambiare l’acqua ai fiori e Tre, Valérie Perrin ci trascina in un intreccio di storie, personaggi e colpi di scena raccontati nel suo stile fatto di ironia, delicatezza e profondità. Un romanzo raffinato, in cui si intrecciano destini e trame palpitanti, con il quale Valérie Perrin, straordinaria narratrice delle nostre vite, firma il suo grande ritorno. Tutti abbiamo una storia. «Valérie Perrin si conferma come una narratrice prodigiosa». – Elle
«Con il suo indubbio talento di narratrice l’autrice del bestseller planetario Cambiare l’acqua ai fiori (2019) cattura il lettore e lo imprigiona in un romanzo corale dove le vicende dei vari protagonisti si mischiano in un puzzle intricato e avvincente. […] un grande omaggio all’universo cinematografico, colma di citazioni di pellicole famose, dettagli anche tecnici su chi esercita la settima arte, oltre a vere e proprie dichiarazioni d’amore da appassionata cinefila.» – La Lettura
«Colette è rimorta, parola che non esiste da nessuna parte. Non esiste il termine rimorire». Colette era una donna senza storia, almeno così crede la nipote fino a quando una telefonata della gendarmeria non la informa del suo decesso. Il fatto è che Colette, la sua unica zia (Tata, zietta in francese), giace sepolta al cimitero già da tre anni…»
Agnès non crede alle sue orecchie quando viene a sapere del decesso della zia. Non è possibile, la zia Colette è morta tre anni prima, riposa al cimitero di Gueugnon, c’è il suo nome sulla lapide… In quanto parente più prossima tocca ad Agnès andare a riconoscere il cadavere, e non c’è dubbio, si tratta proprio della zia Colette. Ma allora chi c’è nella sua tomba? E perché per tre anni Colette ha fatto credere a tutti di essere morta? È l’inizio di un’indagine a ritroso nel tempo. Grazie a vecchi amici, testimonianze inaspettate e una misteriosa valigia piena di audiocassette, Agnès ricostruisce la storia di una famiglia, la sua, in cui il destino dei componenti è legato in maniera indissolubile a un circo degli orrori, all’unica sopravvissuta di una famiglia ebrea deportata e sterminata dai nazisti, alle vicende di un celebre pianista e a quelle di un assassino senza scrupoli, alle subdole manovre di un insospettabile pedofilo e al tifo sfegatato per la locale squadra di calcio, il FC Gueugnon.
Recensione di Sabrina De Bastiani
“Zia, sostantivo femminile. Sorella di un genitore. Moglie dello zio. (gerg.) Monte di pietà: ho lasciato l’orologio da mia zia. (fam.) tatà: zia nel linguaggio infantile.”
Colette Septembre è zia Colette.
E Valérie Perrin è una straordinaria e talentuosa affabulatrice.
Nel miglior significato della parola, ossia quello di persona che narra in modo affascinante e avvincente avvenimenti affascinanti e avvincenti.
Tatà, il romanzo, è esattamente questo.
Una narrazione affascinante e avvincente di vite e avvenimenti affascinanti e avvincenti.
E allo stesso tempo è davvero molto di più.
Un affresco che abbraccia e accoglie tante vite, che le lega indissolubilmente l’una all’altra, così come ne rimangono avvinghiati i lettori , che attraversa decenni e che fa di una testimonianza in forma di racconto orale la sostanza delle pagine scritte.
E’ incanto quello di Perrin, ma nulla di soprannaturale, sapete?
Nonostante la protagonista: una zia che, pur morta, ascolteremo parlare.
«Siamo tutti di passaggio, non c’è bisogno di essere nomadi per capirlo».
Nonostante una zia, che pur morta, rimuore.
«C’è qualcosa che non quadra, Agnès». Incapace di rispondergli che niente quadra da quando abbiamo scoperto che Colette non è morta nel 2007, lo scruto.
Agnès Dugain nata Septembre deve fare i conti con tante cose, nella sua vita.
Un matrimonio naufragato dal quale non è più riuscita a ripartire, un ex marito che ama ancora come il primo giorno, la carriera di regista ferma ai box perchè manca l’ispirazione, manca la scintilla, manca la voglia di vivere pur senza intenzioni suicidarie, una zia che credeva morta anni prima e che invece muore … adesso.
A zia Colette capitava di sparire, ma tornava sempre.
Non torna però questa volta, non più.
Eppure, attraverso le pagine sinuose e profonde di Perrin, capiremo il senso di tante azioni e soprattutto come di fatto non se ne sia mai andata davvero, zia Colette.
E come non se andrà mai.
Nulla di soprannaturale, confermo.
‘Solo’ una magia, quella delle parole.
Devo capire, ne ho un bisogno viscerale. Come ha vissuto negli ultimi anni? Ha cercato di contattarmi? Ha voluto proteggersi o proteggere qualcuno?
E zia Colette accoglie questo bisogno dell’amata nipote Agnès, che è anche bisogno suo e le parla, le spiega, le rivela.
Solo ora che è morta, davvero, può farlo.
Devi sempre pensare a chi viene dopo di te, ovunque tu sia. Se tutti fanno così, il mondo gira come si deve.
Nastri incisi nel corso degli anni, numerati, in ordine progressivo, una vita raccontata a puntate, in presa diretta, che irrompe e illumina, nel momento più buio.
La immagino nella solitudine di casa sua, nella solitudine della sua vita davanti al mio mangianastri da adolescente. (…) come se registrasse le giornate, la vita.
Una storia, quella di Colette, che entra in un’altra storia, quella di Agnès, la compenetra, la svela, la abita.
«E pazzesca la quantità di segreti che aveva». «A me piace. Non sono mica tante le persone che muoiono lasciando ai posteri cassette e misteri. Significa che Cocò non era come gli altri».
E nessuno dei personaggi, né principali né comprimari, è come gli altri. Ma di sicuro ognuno, con i propri percorsi di vita, è connesso all’altro. Ognuno portatore di una parte di verità. Ma cosa succede quando quelle verità, quelle risposte che all’inizio venivano invocate, vengono sopraffatte dalla pura e semplice accettazione, anche dei silenzi?
In quel momento credo di essermi resa conto che non volevo più ricostruire il puzzle, ma solo chiuderlo in un armadio, e che erano gli altri a voler sapere per me.
Si è però andati troppo avanti, troppo oltre, per non chiudere i cerchi che le parole registrate, ma così vivide, di Colette hanno aperto, per non scegliere di arrivare fino in fondo.
Mi è venuto da piangere, ma dentro avevo la gioia. La tristezza ha cercato di prendere il sopravvento, ma non c’è riuscita, perché quel momento non somigliava a nessuno dei momenti che avevo vissuto (…) la bellezza è e resterà sempre la più forte.
Ripercorrendo le orme della vita della zia, Agnès riprende in mano la sua, e come una rete luminosa lo stesso accade a tutte le persone accanto prima a Colette e ora alla nipote.
Perché quando un segreto è svelato, tutto acquista una ragione, un significato.
E rende liberi.
Colette è rimorta e grazie a lei risorrido dentro di me.
E dunque elegante, raffinata, sensibile affabulatrice, Valérie Perrin, n’est-ce pas?
«È vero» approva Nathalie.
«E quando un romanzo è magnifico contiene luci, immagini, parole e sentimenti. E i personaggi diventano reali perché ti ci affezioni».
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Valérie Perrin
è una scrittrice, sceneggiatrice e fotografa francese. Autrice di romanzi di successo, Le Figaro l’ha inserita nella lista degli autori francesi che hanno venduto più libri nel 2019 e nel 2022. Custodi di cimiteri, becchini, assistenti geriatrici, sarte, lavoratrici di bistrot, Valérie Perrin nei suoi romanzi mette in luce con uno stile poetico la durezza e la bellezza delle vite dietro le quinte, celebrandone i piccoli momenti quotidiani. Le sue opere sono pubblicate in Italia da E/O Edizioni. Un successo quello della Perrin, che mette d’accordo pubblico e critica. Il suo primo libro, Il quaderno dell’amore perduto, ha vinto il premio Choix des Libraires Littérature 2018, oltre a una decina di premi nazionali. Cambiare l’acqua ai fiori, suo secondo romanzo, ha vinto diversi premi, tra cui il Prix Maison de la Presse 2018, ed è stato un successo internazionale. La terza opera pubblicata dall’autrice, Tre, ha vinto il premio Babelio nel 2022. Compagna nella vita del regista Claude Lelouch dal 2006, ha lavorato insieme a lui come fotografa di scena e come co-sceneggiatrice dei film Salaud, on t’aime (2014), Un plus une (2015), Everyone’s Life (2017) . Nel 2024 esce Tatà, un intreccio di storie, personaggi e colpi di scena raccontati nel suo stile fatto di ironia, delicatezza e profondità.