Recensione di Laura Salvadori
Autore: Javier Cercas
Traduzione: Bruno Arpaia
Editore: Guanda
Genere: thriller
Pagine: 384
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Un crimine spaventoso sconvolge una quieta cittadina nel Sud della Catalogna: i proprietari dell’azienda più importante della zona, le Gráficas Adell, vengono trovati morti, con segni evidenti di feroci torture. Il caso è assegnato a Melchor Marín, giovane poliziotto e appassionato lettore, alle spalle un passato oscuro e un atto di eroismo quasi involontario, che lo ha fatto diventare la leggenda del corpo e lo ha costretto a lasciare Barcellona. Stabilitosi in questa piccola regione dal nome evocativo di Terra Alta, crede di aver seppellito l’odio e la voglia di riscatto sotto una vita felice, grazie all’amore di Olga, la bibliotecaria del paese, dalla quale ha avuto una figlia, Cosette. Lo stesso nome della figlia di Jean Valjean, il protagonista dei Miserabili, il suo romanzo preferito. L’indagine si dipana a ritmo serrato, coinvolgendo temi come il conflitto tra giustizia formale e giustizia sostanziale, tra rispetto della legge e legittimità della vendetta. Ma soprattutto Javier Cercas, l’autore di libri memorabili come Soldati di Salamina, Anatomia di un istante, L’impostore, racconta l’epopea di un uomo solo che cerca il suo posto nel mondo, e per questo dovrà lottare e mettere a rischio tutto: i valori, gli affetti, la famiglia, la vita. Una narrazione di assoluta tensione psicologica e morale, che diventa romanzo totale.
Recensione
E’ decisamente riduttivo definite Terra Alta un thriller, perché è molto di più. E’ un romanzo di formazione incentrato sulla figura di Melchor Marin.
E’ un romanzo che celebra l’importanza della letteratura per la vita degli uomini. E’ un romanzo moderno racchiuso in uno dei classici più acclamati della letteratura francese, I Miserabili.
E’ l’epopea di un uomo, a cui la vita ha tolto qualcosa di fondamentale. E’ fiele e zucchero dentro ai sassi della Terra Alta, un luogo sperduto, dove tutti sanno tutto di tutto, dove non succede mai niente, eccetto che per la rivoluzione e la guerra.
Una terra inospitale, molto povera. Una terra di passaggio dove rimangono soltanto quelli che non hanno un altro posto in cui andare. Una terra di perdenti.
Se non fosse che un crimine da risolvere c’è davvero, potremmo scordarci che c’è da trovare un assassino e un movente. Anche perché, di fatto, il romanzo è incentrato sulla figura di Melchor, figlio di “buona donna”, segnato dalle sue perdite, ossessionato da chi usa violenza contro le donne, segnato dalla lettura de I Miserabili, il cui personaggio, Javert, è una sorta di suo alter ego, eroe per caso, esiliato per scelta altrui, innamorato profondamente di Olga, destinato a rimanere nella Terra Alta, dove intreccia dei legami, dove nasce e cresce la figlioletta Cosette. Il luogo che Melchor impara a chiamare casa finchè tutta la sua vita si spezza.
Melchor ha un enorme senso della giustizia e quando i coniugi Adell vengono barbaramente uccisi, non riesce a rassegnarsi ad accettare di chiudere il caso senza colpevoli. La sua caparbietà gli costerà cara, ma Melchor non soccomberà, dimostrando di essere davvero un eroe del nostro tempo, un uomo che crede nella giustizia sopra ogni cosa.
Terra Alta è un inno all’integrità dell’uomo e all’incorruttibilità dei sui ideali. E’ un inno agli eventi, spesso insignificanti, che determinano il corso della nostra vita e la segnano nel profondo.
E’ un inno all’amore vero, quello che fa si che due essere umani possano riconoscersi tra mille.
Ed è un inno meraviglioso sull’importanza della lettura. Perché in un libro la metà ce la mette l’autore a l’altra metà la mettiamo noi lettori, che viviamo il libro secondo i nostri ideali e i nostri pensieri.
E mentre Melchor arriva alla verità, noi lettori ci interrogheremo sul significato di giustizia, che mai come in Terra Alta assume contorni sfocati.
Con i suoi toni pacati ed introspettivi e i continui affondi nella vita privata di Melchor, Cercas ci conduce su terreni instabili, a scuotere le nostre convinzioni e ad assistere alla crescita di un uomo che decide di dedicarsi alla legge e alla ricerca di ciò che è giusto, probabilmente inconsapevole di essersi imbarcato in una missione quasi impossibile da portare a termine.
La legge dovrebbe riparare ai torti della vita, ammesso che chi ci sta intorno glielo conceda. Ma quando la Storia, il destino, le aspettative si ostinano ad ostacolare la giustizia, può un uomo solo sopportare l’enorme peso di una scelta?
Al lettore l’ardua sentenza!
Bisognerà arrivare alle ultima pagine di questo romanzo, che è l’epopea di un uomo integro e al tempo stesso il simbolo del suo riscatto.
Terra Alta è una lettura non semplice, non prevedibile, non scontata. Ed è anche una lettura che non è per tutti. Non è per chi cerca un thriller tradizionale. Non è per chi cerca l’azione e l’adrenalina.
Ma è perfetta per chi cerca la nemesi di un uomo. Per chi persegue la poesia che stile di vita. Per chi vuole vivere la storia di una terra complicata e maledetta dalla Storia, quella con la esse maiuscola.
Per chi vuole la storia di un amore incorruttibile. E per chi cerca un ideale di uomo lontano dagli stereotipi della nostra epoca.
Javier Cercas
è nato nel 1962 a Ibahernando, Cáceres. La sua opera, tradotta in più di trenta lingue, è pubblicata in Italia da Guanda: Soldati di Salamina (Premio Grinzane Cavour 2003), Il movente, La velocità della luce, La donna del ritratto, Anatomia di un istante, Il nuovo inquilino, La verità di Agamennone, Le leggi della frontiera, L’avventura di scrivere romanzi (con Bruno Arpaia), L’impostore, Il punto cieco e Il sovrano delle ombre. Anatomia di un istante ha vinto nel 2010 il Premio Nacional de Narrativa e nel 2011 il Premio Salone Internazionale del Libro di Torino e il Premio Letterario Internazionale Mondello. L’impostore è stato finalista al Man Booker International Prize 2018.
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