Troppo freddo per Settembre




Recensione di Sabrina De Bastiani


Autore: Maurizio de Giovanni

Editore: Einaudi

Collana: Einaudi. Stile libero big

Anno edizione: 2020

Pagine: 280 p., Brossura

 

 

 

 

 

Indomabile, bellissima, determinata e, a suo modo, inconsapevole: Mina Settembre è un altro grande personaggio femminile creato da Maurizio de Giovanni.

 

Sinossi. Un anziano professore viene ritrovato senza vita una mattina d’inverno; nella sua morte c’è qualcosa di sospetto. Dormiva in una soffitta, nessuno si occupava di lui tranne la nipotina. I vecchi e i bambini. Chi li guarda i vecchi e i bambini? Cacciarsi nei guai, poi, quando tutto sembra perduto, risolvere la situazione con un colpo di genio e una buona dose di follia: non fa altro Gelsomina Settembre, detta Mina, tanto coscienziosa quanto incantevole – e suo malgrado provocante – assistente sociale presso il Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest (per inciso, del Consultorio Est non c’è traccia). Sempre per una buona causa, però, per correre in aiuto di chi è stato meno fortunato di lei, cresciuta fra gli agi dell’alta borghesia, senza problemi a parte una madre e un fisico «ingombranti». Poco importa se, come accade in questo freddo gennaio, ciò significa mettersi contro una famiglia dal nome pesante, di quelle che nei vicoli della città vecchia decidono ogni cosa. Mina non si tira indietro, anzi, trascina con sé – in una missione di soccorso che corre parallela alle indagini della magistratura, condotte da una sua vecchia conoscenza – le amiche piú care. E due uomini resi temerari solo dall’adorazione che hanno per lei.

 

 

Recensione

Lei è la dottoressa Settembre, un’assistente sociale. Lavora al consultorio, sai, quello che sta sopra la chiesa della Trinità.

Sì, ho capito chi è. Ne ho sentito parlare. Per poco non  simetteva nei guai, l’altro giorno.

Se ne sente parlare da un po’, in effetti, di Mina Settembre.  Si dicono tante cose di lei.  Che profumi di fette biscottate  cosparse di miele, ad esempio.

Che sia cocciuta, orgogliosa e fiera. Che non si tiri mai indietro di fronte ad un torto, ad un’ingiustizia, o ad una richiesta di aiuto.

Che soffra di  vertigini su un tacco dodici o si inibisca per i mancamenti che una scollatura vertiginosa, causata da un bottone birichino sfuggito dalla sua asola, può provocare.

Che non esiti a buttarsi in imprese spesso pericolose per la propria incolumità, non per sprezzo del pericolo, ma, al contrario, perché, integra e retta, sa dare il giusto prezzo alla dignità delle persone, e conseguentemente non dà tregua  a chi prova a calpestarla.

Che ascolti poco se stessa, ma che sia molto  disposta all’ ascolto degli altri.

Che ci sia una madre ingombrante nella sua vita,

.. ma lei lo sa quello che penso io. Senza bisogno che glielo dica, lo sa. Siamo donne ci capiamo sempre. Per questo è difficile andare d’accordo.

e un gruppo di amiche storiche.

Che ci siano uomini che la amano, uno che arriverà ad ammetterlo, un altro che si sta impegnando molto per dimenticare di averlo fatto, uno, il suo Autore, che lo confessa nella delicatezza, nel sorriso che trasfonde in ogni pagina che le dedica, in ogni pagina con cui la racconta.

E questa è lei.

E insieme a lei, né prima né dopo, arriva la storia.

Che qui si colora di voglia di riscatto da destini già scritti da mani altre, di una tenerezza infinita contrapposta alla grettezza più bieca, di apparenze maleodoranti per contenuti al profumo di talco e viceversa.

Si anima di personaggi letteralmente e fattivamente indimenticabili,di anziani e di bambini, di genitori e figli. Chi più, chi meno.

Si ispira ed aspira alla libertà.

Il freddo gli intorpidiva le orecchie, ma non intendeva coprirsi più di tanto. Per troppo tempo aveva desiderato quell’aria, libera di correre, libera di essere calda o rigida, libera di portare l’odore del mare o della spazzatura.

Libera. Libero. (…) Era strano, era bello essere liberi. E difficile. Difficile assai.

E no. Non manca nemmeno il colpo di scena finale. Una vera chicca, un’intuizione geniale, rocambolesca, salvifica, che lascia allo stesso tempo gli occhi lucidi e le labbra nella piega delsorriso, l’unica incertezza la scelta di dare libera espressione agli uni o alle altre; la rinnovata certezza che, chi di certo non soffre di vertigini, debba essere Maurizio de Giovanni.

Non si spiegherebbe altrimenti come riesca sempre, e ogni volta di più, a raggiungere vette così alte.

 

 

 


Maurizio de Giovanni


Nato nel 1958 a Napoli, è autore della fortunata serie di romanzi con protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta, su cui è incentrato un ciclo di romanzi, tutti pubblicati da Einaudi, che comprende finora: Il senso del dolore (2007), La condanna del sangue (2008), Il posto di ognuno (2009), Il giorno dei morti (2010), Per mano mia (Einaudi, 2011), Vipera (2012, Premio Viareggio, Premio Camaiore), Anime di vetro (2015) Serenata senza nome (2016), Rondini d’inverno (2017) e Il purgatorio dell’angelo (2018). Insieme a Sergio Brancato ha pubblicato due graphic novel sulle inagini del commissario Ricciardi: Il senso del dolore. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2017) e La condanna del sangue. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2018).  È anche autore di: Storie azzurre (Cento Autori, 2010), una raccolta di quattro racconti lunghi dedicati al Napoli, la sua squadra del cuore; Il metodo del Coccodrillo (Mondadori, 2012, Einaudi 2016; Premio Scerbanenco). Con I bastardi di Pizzofalcone (Einaudi 2013) ha inaugurato un nuovo ciclo contemporaneo, sempre pubblicato da Einaudi, continuato con Buio per i Bastardi di Pizzofalcone (2013), Gelo per i bastardi di Pizzofalcone (2014), Cuccioli per i bastardi di Pizzofalcone (2015), Pane per i bastardi di Pizzofalcone (2016), Souvenir per i bastardi di Pizzofalcone (2017) che vede protagonista la squadra investigativa di un commissariato partenopeo. Il suo racconto Un giorno di Settembre a Natale è incluso nella raccolta Regalo di Natale edita da Sellerio nel 2013. È uscita nel 2014 un’altra raccolta di racconti gialli dal titolo Giochi criminali dove il suo testo Febbre appare accanto a quelli di De Cataldo, De Silva e Lucarelli. Inoltre, il suo racconto Un telegramma da settembre è incluso nell’antologia Sellerio La scuola in giallo, del 2014. Nel 2015 pubblica Il resto della settimana (Rizzoli)e Skira Una domenica con il commissario Ricciardi (Skira). Nel 2017 partecipa con un suo contributo alla raccolta di saggi Attenti al Sud, edito da Piemme, e con Rizzoli pubblica I Guardiani. Del 2018 sono Sara al tramonto (Rizzoli) e Sbirre (Rizzoli), scritto in collaborazione con Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo. Nel 2019 pubblica per Sellerio Dodici rose a SettembreTra le altre pubblicazioni si ricordano: Una lettera per Sara (Rizzoli, 2020) e Troppo freddo per settembre (Einaudi, 2020

 

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