Un male purissimo




 UN MALE PURISSIMO

di Gennaro Marco Duello

Rogiosi, 2022

Thriller, pag. 228

Sinossi. Sullo sfondo di una Napoli che diventa protagonista a sua volta, la storia di tre uomini – Marzio, Antonio ed Enzo – e degli abissi di tenebra in cui l’anima precipita. Mentre i grattacieli specchiati del Centro Direzionale di Kenz? Tange governano la superficie – restituendo l’immagine di una cittadella produttiva, efficiente, votata all’etica della condivisione -, i parcheggi sotterranei realizzano un budello, una cavità matrigna in cui germinano le più oscure pulsioni umane. Il racconto della deriva che nasce dall’incapacità di accettare se stessi; una finestra schiusa sulla sagoma del Vesuvio quando si rovescia e cambia volto.

 Recensione di Salvatore Gusinu

Il romanzo di esordio di Gennaro Marco Duello, ad una prima lettura, presenta diversi aspetti positivi, ma dimostra, allo stesso tempo, alcune criticità scaturite, forse, dal voler aggiungere, a tutti i costi, elementi che sono poco funzionali alla narrazione della storia.

Partiamo dal fatto che la costruzione della storia e, soprattutto, la vicenda narrata merita attenzione, poiché sono diversi gli elementi tipici del noir presenti nel romanzo e che danno origine a quel pathos che tiene il lettore incollato alle pagine sino alla fine. L’intrecciarsi delle singole vicende dei personaggi è ben calibrato, grazie al riconoscimento del giusto spazio assegnato ad ogni figura, l’una complementare all’altra.

Nonostante ciò, tuttavia, ci sono diversi elementi di disturbo che, spesso, distolgono l’attenzione dalla vicenda narrata e che ti portano a chiedere: “perché l’autore ha voluto inserire questo?”.

I più grandi scrittori del noir insegnano che, in un romanzo, è più utile il “non dire” che il “dire”; in questo testo, purtroppo, ci sono numerose parti dove “il dire” prevale molto, schiacciando e appesantendo, purtroppo, il racconto.
Le eccessive descrizioni di alcune vicende e degli aspetti sessuali rompono, non poco, quel pathos di cui si parlava sopra.

Epurato da questi elementi di “disturbo” (trattasi ovviamente di parere di gusto solo personale) il romanzo potrebbe essere un’ottima base di partenza per un thriller di tutto rispetto. L’originalità del romanzo sta nel colpo di scena finale, momento in cui si svelano cose impensabili rispetto all’andamento della storia.


INTERVISTA

Quali sono gli scrittori (se ci sono) dai quali trai la tua ispirazione?

Stephen King, Michel Houellebecq e Georges Simenon sono le mie stelle polari. Scrittori che mi procurano un certo piacere anche sadico. Quell’invidia, quella tensione – quello “zelos” per dirla coi greci – di sapere di non poter mai arrivare a quel livello, eppure tendere a loro nell’illusione di superarli. Leggo molto anche gli italiani. Tra tutti Raul Montanari, che considero mio maestro e migliore scrittore italiano vivente. È il più pulito e preciso nei meccanismi narrativi del noir. Leggete un suo romanzo, uno a caso: vivrete una settimana intensa e non troverete buchi. 

Come nasce la tua passione per la scrittura?

Ho sempre letto tantissimo e credo che questo sia stato fondamentale. Oggi lo capisci subito quando ti ritrovi tra le mani un libro scritto da chi non legge. Per il resto, la nostra vita è già di per sé una forma di narrazione e anche questo mi ha aiutato molto. Il vero punto è che la mia vita non è poi così interessante; per fortuna, esistono quelle degli altri. 

Hai in mente di scrivere altri romanzi?

A Pasqua 2023, sempre per Rogiosi Editore, uscirà “California Milk Bar – La voragine di Secondigliano, una pubblicazione scritta a quattro mani con il musicista Dj Cioppi, nome darte Gianluca Albrizio, che fa il suo esordio nella scrittura. È un progetto che nasce proprio da uno dei fatti di cronaca di cui parlo in Un male purissimo. Morirono 11 persone, le famiglie delle vittime ancora oggi aspettano risarcimenti e colpevoli. Non sarà un vero e proprio romanzo, ma un esperimento che mischia cronaca e prosa. Lobiettivo è ricordare questa tragedia che in tanti hanno dimenticato. Da ventanni, il quartiere di Secondigliano è appiattito sulla mitologia criminale, ma ci sono tante storie che meritano di essere raccontate.

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Gennaro Marco Duello


Gennaro Marco Duello è nato nel 1983. Vive tra Napoli e Francavilla al Mare con sua moglie Gemma e i figli Sofia e Giuseppe. Laureato in Scienze della Comunicazione all’Università Suor Orsola Benincasa. È un giornalista professionista. Lavora nella redazione Spettacoli e Cultura di Fanpage dal 2011 e scrive soprattutto di serie tv, fiction e reality, ma realizza anche interviste a scrittori, librai e operatori culturali. Dal 2012 al 2016 ha ideato e condotto il format Fanpage Town, uno spazio virtuale dedicato al mondo della musica, che ha visto la partecipazione di molti nomi illustri del panorama nazionale. È un lettore instancabile e curioso, con una media di 50 libri letti all’anno. Predilige Georges Simenon, Stephen King e Michel Houellebecq e i romanzi che provano a tradire le gabbie dei generi e cercano di essere un ponte di collegamento tra l’uno e l’altro.