You like it darker




Stephen King


DETTAGLI:

Traduttore: Luca Briasco

Editore: Sperling & Kupfler

Genere: Thriller e Horror

Pagine: 544

Anno edizione: 2024

Sinossi. «L’immaginazione ha fame e ha bisogno di essere nutrita» scrive Stephen King nella postfazione di questa magnifica raccolta di dodici racconti che ci calano nei meandri più oscuri dell’esistenza, sia metaforicamente che letteralmente. Storie sul destino, la mortalità, la fortuna e le pieghe della realtà dove tutto può succedere, ricche e avvincenti come i suoi romanzi. King, da oltre mezzo secolo, un maestro della forma, scrive per provare «l’euforia di abbandonare la quotidianità» e in You Like It Darker i lettori sentiranno la medesima esaltazione. Due bastardi di talento racconta il segreto, a lungo nascosto, che lega per sempre due amici divenuti famosi. Nell’Incubo di Danny Coughlin, un’intuizione senza precedenti ribalta decine di vite, quella del protagonista in maniera più catastrofica. In Serpenti a sonagli, sequel di Cujo, un vedovo in lutto si reca in Florida in cerca di conforto e riceve invece un’eredità inaspettata. Ne I sognatori, un taciturno veterano del Vietnam risponde a un annuncio di lavoro e scopre che ci sono alcuni angoli dell’universo che è meglio lasciare inesplorati. L’Uomo delle Risposte si chiede se la preveggenza sia una fortuna o meno e ci ricorda che una vita segnata da una tragedia insopportabile può ancora essere salvata. Dal leggendario Maestro della narrativa, una straordinaria raccolta di racconti iconici, che ci conferma la sua capacità insuperabile di sorprendere, stupire e portare terrore e conforto insieme. Preparatevi a fare un salto nel buio.

 Recensione di Kate Ducci


Le raccolte di racconti di Stephen King sono sempre molto attese dai suoi lettori, perché danno la possibilità di immergersi in brevi romanzi, che spesso hanno rappresentato piccoli gioielli letterari in grado di contribuire ad accrescere la meritata fama di questo prolifico autore.

Anche in questo caso, King non ha deluso le aspettative e ha regalato la possibilità di immergersi in storie che consentono di abbandonare la quotidianità e legarsi a persone che non esistono, ma che sembrano incredibilmente verosimili, nonostante si trovino a vivere situazioni straordinarie, talvolta fantascientifiche, eppure così reali, così possibili da spaventare e coinvolgere.

‘Credere è difficile’ come dice Danny, il protagonista di uno dei racconti più coinvolgenti, ma necessario per capire. Non tutto è spiegabile con la ragione e talvolta la fiducia consente di giungere a verità a cui non saremmo mai approdati, se avessimo utilizzato la sola logica. 

Questo elemento, la necessità di dare all’incredibile una possibilità per farsi credere, è il motivo conduttore di tutti i racconti che compongono la raccolta.

Uno dei protagonisti deve credere in un omicida che si dichiara innocente e alle sue farneticazioni su strane presenze; un altro deve credere a un orrendo sogno per risolvere uno spaventoso crimine; un altro ancora deve fare scelte decisive, basandole sulla fiducia in una persona che sembra non esistere, ma in possesso di verità talvolta allettanti, talvolta terrificanti.

Perché la verità non può essere sempre bella, non per una vita intera e, mentre scorriamo le pagine di questi racconti, intuiamo che a un certo punto la fortuna smetterà di andare a braccetto di coloro che la hanno sempre avuta e lo farà senza motivo, senza colpe da attribuire, perché la vita sa essere meravigliosa quanto ingiusta ed è forse più inspiegabile di una storia inverosimile. 

Ed è questo a fare di King uno scrittore credibile di verità incredibili:

la fiducia che si è guadagnato con l’invidiabile capacità di dare ai suoi personaggi contorni umani tanto reali da coinvolgere.

Nella postfazione della nuova raccolta, King apre una curiosa e interessante parentesi sull’accusa, che da sempre lo accompagna, di essere uno scrittore di temi oscuri, di storie spaventose, come se ciò facesse di lui uno scrittore scadente o, addirittura, una persona folle. Invece, come spiega egregiamente, le paure più o meno consapevoli sono una componente necessaria della sanità mentale e le storie dell’orrore sono meglio apprezzate da chi è compassionevole ed empatico. Può sembrare paradossale, ma per l’autore i responsabili della maggior parte dei problemi del mondo sono i meno fantasiosi, quelli incapaci di apprezzare il lato oscuro della finzione.

Questa raccolta di racconti è un’ottima descrizione del mondo reale, dell’America che King ama e conosce e, anche se alcune delle  verità che racconta sono brutte, la conoscenza passa anche da qui, dalle ferite che diventano cicatrici, dai trascorsi difficili che non tutti riescono a superare ma, chi ci riesce, è estremamente affascinante nella propria complessità. Ed è di questo tipo di persona che King ama parlare, quel tipo di persona a cui si sente affine, così simile a chi legge nelle sue umane debolezze da sembrare fin troppo reale.

La maggior parte dei racconti di questa raccolta sono nuovi, mentre altri giacevano in un cassetto in attesa di essere conclusi e rielaborati. Il risultato è ottimo.

Si ha l’impressione di leggere le storie narrate da un King giovane, con l’aiuto della sua versione più matura, con ancora più disincanto, ma anche con una nota di romantica amarezza.

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Stephen King


Stephen Edwin King (Portland, 21 settembre 1947) è uno scrittore e sceneggiatore statunitense, uno dei più celebri autori di letteratura fantastica, in particolare horror, del XX e XXI secolo. Scrittore prolifico, nel corso della sua carriera, iniziata nel 1974 con Carrie, ha pubblicato oltre ottanta opere, anche con lo pseudonimo di Richard Bachman fra romanzi e antologie di racconti, entrate regolarmente nella classifica dei best seller, vendendo complessivamente più di 500 milioni di copie. Buona parte dei suoi racconti ha avuto trasposizioni cinematografiche o televisive, anche per mano di autori importanti quali Stanley Kubrick, John Carpenter, Brian De Palma, J. J. Abrams, David Cronenberg, Rob Reiner, Lawrence Kasdan, Frank Darabont, Taylor Hackford e George A. Romero. Pochi autori letterari, a parte William Shakespeare, Agatha Christie e Arthur Conan Doyle, hanno ottenuto un numero paragonabile di adattamenti. A lungo sottostimato dalla critica letteraria, tanto da essere definito in maniera dispregiativa su Time “maestro della prosa post-alfabetizzata”, a partire dagli anni novanta è iniziata una progressiva rivalutazione nei suoi confronti. Grazie al suo enorme successo popolare e per la straordinaria capacità di raccontare l’infanzia nei propri romanzi è stato paragonato a Charles Dickens, paragone che lui stesso, nella prefazione a ‘Il miglio verde’, pubblicato a puntate nello stile di Dickens, ha sostenuto essere più adeguato per autori come John Irving o Salman Rushdie.