La verità muore mai
Autore: Ashley Tate
Traduttore: Mariafelicia Maione
Editore: Newton Compton Editori
Genere: Thriller
Pagine: 359
Anno edizione: 2024
Sinossi. Nessuno nella piccola e claustrofobica cittadina di West Wilmer riesce a dimenticare Phoebe Dean, la ragazza perfetta, dolce e amata da tutti. Sono passati dieci anni dall’incidente d’auto che le ha tolto tragicamente la vita, ma una domanda rimane ancora senza risposta: perché suo fratello Grant ha impiegato ben ventisette minuti prima di chiamare i soccorsi? Mentre si avvicina l’anniversario della morte di Phoebe, Grant è consumato dai ricordi di quella notte e di tutto ciò che ha perso: il suo futuro, la sua reputazione, la sua sorellina. E il segreto nascosto fino a ora, adesso minaccia di distruggerlo. Ma lui e Phoebe non erano gli unici nell’auto quella notte. C’era anche Becca, una compagna di scuola, che tenterà in ogni modo di proteggere Grant. Ma se tutti a West Wilmer ricordano Phoebe, solo June Delroy ricorda l’altra persona scomparsa in quelle stesse ore: suo fratello Wyatt, sparito nel nulla senza lasciare traccia. Finché qualcuno si presenta alla sua porta. Qualcuno che potrebbe sapere che fine ha fatto Wyatt. Qualcuno che sa cosa è successo davvero quella notte, ed è pronto a dire la verità.
A West Wilmer tutti conoscono tutti e tutti nascondono dei segreti sulla morte della giovane Phoebe Dean. È arrivato il momento di svelarli.
Recensione di Alessio Balzaretti
Un incidente d’auto è un evento che porta con se tante emozioni, tante cicatrici e tanti ricordi sul come, sul perchè e su cosa si sarebbe potuto fare per evitarlo.
Questa commistione di eventi può scivolare via velocemente quando le conseguenze sono minime, ma può anche vivere dentro la nostra coscienza quando invece i danni collaterali pesano sulle vite di chi vi è coinvolto.
Grant e Becca erano su quel ponte mentre Phoebe moriva. Lui alla guida e lei seduta sul sedile del passeggero, ha discutere con la sorella di Grant, per decidere chi di loro sarebbe fuggita con lui dalla piccola West Wilmer, per realizzare i propri sogni.
Un cervo, ecco tutto.
Questa era stata la banale causa della tragedia, o forse il tentativo di scaricare sulla fatalità di un animale che attraversava la strada, il motivo per cui Phoebe era morta.
Se tutto fosse stato così crudelmente imprevedibile, dopo dieci anni, le vite di Grant e Becca sarebbero ripartite. Certo con dolore e cicatrici impossibili da rimarginare, ma ce l’avrebbero fatta perchè erano giovani e avevano delle famiglie alle spalle che avrebbero avuto tempo e modo di metabolizzare il tragico evento.
Però non era andata così.
Dopo tutti quegli anni, ora che la comunità della piccola cittadina aveva deciso di mettere ai voti l’abbattimento di quel maledetto ponte, riaffioravano i ricordi e le ferite tornavano a pulsare e sanguinare, come se tutto fosse successo il giorno prima.
Perchè Grant aveva aspettato 27 minuti prima di chiamare i soccorsi?
Becca, era lei il motivo. Almeno questo era ciò che Grant le aveva raccontato sul letto d’ospedale.
La discussione tra lei e Phoebe, uno strattone di troppo, una spinta di troppo verso le braccia impegnate e reggere il volante e poi il buio.
Nessun cervo ovviamente, ma la necessità di inventarsi qualcosa per salvare Becca da un processo pubblico che sarebbe stato molto peggio di un’innocua accusa per delitto colposo che probabilmente si sarebbe risolta in un nulla di fatto. Una distrazione, una spinta, un animale sulla strada.
Quante altre verità c’erano quella notte sul ponte di West Wilmer?
Il romanzo di Ashley Tate è uno di quei piccoli capolavori, a mio parere, che riesce a spaziare dal genere thriller all’introspettivo, fino a toccare la sfera emozionale e dei sentimenti, senza la quale, anche gli eventi più criminosi e tragici non avrebbero senso.
Lo stile di scrittura dell’autrice è molto scorrevole e riesce a raggruppare in un numero di pagine non eccessive, la storia di una piccola comunità e del gruppo di ragazzi che ne facevano parte, tutti più o meno coinvolti nella storia.
I personaggi sono molto ben delineati e riconoscibili, soprattutto June e Wyatt, inizialmente secondari, ma che presto diventano centrali.
Da qui emerge la bravura della Tate nel far venire a galla la verità rispetto alla menzogna, che ha tutto per sopravvivere e rimanere scolpita in eterno.
Però, bisogna sempre fare i conti con se stessi, perchè solo i veri assassini sanno dimenticare, gli altri non ne sono capaci.
Questa morale si materializza tante volte con quelli che identifichiamo come scheletri appesi nell’armadio o spettri che ci vengono a trovare ogni volta che ci fermiamo a pensare.
Grant ha il suo spettro e lo aspetta dietro ogni angolo, ne è consapevole.
June, invece, lo incontra strada facendo, senza rendersene conto, dando vita alla speranza di vedere il fratello Wyatt ritornare a casa dopo essere sparito quella stessa notte in cui Phoebe Dean è morta.
Questo romanzo ha davvero tutto per essere considerato tra i migliori dell’anno appena passato, compreso il colpo di scena finale, un triste epilogo in realtà, ma che rappresenta lo sgravarsi di un peso e la visione di un futuro non necessariamente bello per tutti i personaggi ma certamente libero da tante falsità.
Acquista su Amazon.it:
Ashley Tate
Ha lavorato per oltre un decennio come editor per varie riviste cartacee e online. Vive a Toronto con suo marito, due figli e un cane. 27 minuti è il suo romanzo d’esordio.