A tu per tu con l’autore
Ciao Glenn, vorrei iniziare l’intervista ringraziandoti per l’opportunità che mi stai dando. È un piacere e un onore intervistarti! La mia prima domanda riguarda il nuovo percorso che hai intrapreso con il libro; quando hai deciso di scriverlo?
Avevo appena finito “Clean-tabula Rasa” e volevo prendermi una pausa dal genere Thriller, genere scritto ininterrottamente per quindici anni. Ero interessato a scrivere di un protagonista con una storia molto intima e in preda ad una crisi personale. Avevo incontrato di recente un autore transgender ed ero rimasto davvero affascinato dalle sue lotte personali di transizione. Quindi, ho deciso di immergermi nelle ricerche mediche, nei problemi psicologici e sociali che devono affrontare le persone trans e ho sviluppato una trama che incorporasse anche il mio interesse per il Vaticano.
“Un nuovo papa” tratta un tema molto delicato; eri consapevole del fatto che sarebbe stato molto complicato farlo comprendere?
Beh, sapevo che il libro sarebbe stato controverso e avrebbe potuto indispettire i miei abituali lettori; gli editori erano preoccupati di essere accusati di incoraggiare l’appropriazione culturale poiché l’autore (Io) non era un membro della comunità trans. L’unico che ha accettato il libro è stato il mio meraviglioso editore italiano, Nord. È abbastanza chiaro che molti dei miei più fedeli lettori italiani sono rimasti delusi da un libro così diverso dai precedenti. Tuttavia, sono felice di averlo scritto. Penso sia un tema molto importante, sul quale bisogna far luce e, inoltre, credo sia il mio libro più forte a livello di scrittura narrativa.
Ho amato particolarmente la figura di Anthony Budd; penso che le domande che si pone e che lo tormentano siano le stesse che tormentano ogni cristiano e ogni persona. Cosa ne pensi a riguardo?
Penso che i Cristiani e, in effetti tutte le persone pensanti, hanno un fondamentale interesse e una curiosità sulla loro identità. Chi sono io? E come mi inserisco nel grande schema delle cose? A volte le risposte confortano, altre volte tormentano. Anthony Budd sa chi è, ma quella persona è incompatibile con la sua posizione all’interno della chiesa. È intrappolato in una terribile menzogna.
Con questo nuovo libro, ti sei allontanato dai tuoi soliti schemi narrativi. Anthony Budd non è un eroe o un supereroe ma un uomo fragile che racconta la propria fragilità. Pensi ci sia bisogno di parlare più della fragilità dell’uomo che non della sua forza?
Questo è uno dei motivi per i quali ho voluto scrivere questo libro. Il thriller standard richiede un protagonista che agisce eroicamente per contrastare e combattere le forze del male e della natura. Tuttavia, ho sempre combattuto contro la figura del supereroe da cartone animato e, infatti, tutti i miei personaggi principali: Will Piper, John Camp, Cal Donovan ecc., sono esseri umani fondamentalmente imperfetti. Nonostante questo, però, sono sempre all’altezza delle aspettative e riescono alla fine a diventare gli eroi che la storia richiede. Non è così per Anthony Budd; lui è veramente fragile e molto umano e come tale è come tutti noi. La sua storia doveva essere raccontata.
A volte, neanche la fede in Dio riesce a salvare e a difendere dalle critiche e dalla malizia. Quanto può essere difficile, secondo te, farsi accettare al giorno d’oggi dalla società?
Le persone bramano interiormente l’accettazione da parte degli altri. Inizia durante l’infanzia, dove i bambini cercano lodi dai genitori. È davvero tragico quando la propria natura o identità etnica mette una persona in totale conflitto con la società. La Storia ci racconta proprio delle difficoltà che molti, molti gruppi hanno incontrato per ottenere l’accettazione. In America, ad esempio, gli indigeni e le persone di colore hanno lottato per anni per raggiungere la parità dei diritti. Ora asiatici ed immigranti stanno combattendo con nuove ondate di discriminazione. Gli omosessuali hanno lottato per anni per essere accettati e finalmente hanno molti diritti grazie alle nuove leggi che li tutelano. Ora le persone trans si trovano a lottare per la dignità umana di base. La lotta sembra non finire mai.
Sembra che la società finga di accettare la diversità ma non la voglia realmente. Cosa ne pensi a proposito?
Penso che la situazione stia solo peggiorando. L’ascesa internazionale dell’ultranazionalismo che predica purezza etnica e parla di moralità cristiana è un pericolo evidente. I seguaci di questi ideali perversi vedono diversità di genere e razza come una debolezza per quelle che sono le deliranti visioni su come dovrebbe essere secondo loro la società.
Pensi che alle persone piacerà il nuovo libro? Cosa dici al lettore che si aspetta un Thriller con un eroe come protagonista e invece troverà un uomo fragile?
Dare una risposta a questa domanda è difficile. Capisco che le persone che spendono anche una cifra considerevole per comprare il libro del proprio autore preferito potrebbero restare deluse o addirittura arrabbiarsi una volta scoperto che il libro non rispecchia le aspettative. Spero, tuttavia, che i miei lettori mi assecondino nella voglia di prendermi una breve vacanza dal mio solito thriller ma, dico a tutti loro, di non preoccuparsi, Cal Donovan sta tornando. Un nuovo libro, con lui come protagonista, uscirà la prossima estate e sto lavorando sodo anche su un altro libro. Allo stesso tempo, sono fiducioso del fatto che “Un nuovo papa” capiterà nelle mani di persone che stanno soffrendo e sono in lotta con la loro identità di genere e, una volta letto il libro, sapranno di non essere invisibili.
Glenn, ti ringrazio per la disponibilità e mi congratulo ancora per questo nuovo bellissimo libro.
A cura di Costantino Giordano
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