L’ombra del lago




 L’ombra del lago

di Sarah Bailey

Piemme, 2022

Annalisa Carena  (Traduttore)

Thriller, pag.458

Sinossi. La detective Woodstock la vide distesa sul tavolo dell’autopsia e improvvisamente capì: Rosalind era il mistero che aspettava di risolvere da tutta la vita. La vita privata di Gemma Woodstock, detective della sezione Omicidi, è come Sonny Lake, il lago che costeggia la sua piccola cittadina immersa nello sperduto e inospitale outback australiano: apparentemente calmo, ma in realtà, sotto la superficie, in perenne e segreto tumulto. E sono proprio le acque del lago a restituire, un giorno, un corpo: una donna, ancora giovane e probabilmente, in vita, molto bella, con segni di strangolamento intorno al collo. È evidente che si tratta di un omicidio, ma per Gemma in ballo c’è molto di più. La donna, infatti, è una sua vecchia compagna di scuola, e non una qualunque: Rosalind, la cui bellezza e imperscrutabilità avevano stregato l’intero liceo. Rosalind che era tornata, anni dopo, a insegnare teatro in quella stessa piccola scuola di provincia. E adesso, di fronte al suo cadavere gonfio d’acqua dolce, e alle mille domande che affollano la sua mente, Gemma deve affrontare uno dei casi più difficili della sua carriera, in cui alla mancanza di indizi si affianca il mistero che caratterizza la vita privata di Rosalind. Ma la battaglia che la spaventa di più è quella con i demoni del suo stesso passato, che la morte di Rosalind ha fatto riaffiorare in superficie, più potenti che mai.


Recensione di Gabriella Grieco

Arrivare alla fine di questo thriller è stato davvero difficile. Si fa leggere, la trama è abbastanza interessante e i personaggi ben delineati, ma per essere un thriller è troppo lento. 

Il ritmo, invece di essere incalzante, sincopato, stringente, è quasi torpido. L’autrice indulge su sé stessa, si pone le domande e si dà le risposte. In continuazione. Riflette, ricorda, torna sui suoi passi… e intanto il lettore si addormenta. 

Letteralmente. 

Sono abituata a leggere di sera e, prediligendo i thriller, sono anche abituata alle ore piccole. Infatti, per me, un buon romanzo di questo genere è quello che non ti fa dormire, ma anzi ti spinge a divorare le pagine una dopo l’altra, incurante della notte che sfuma in aurora.

Purtroppo con L’ombra del lago questa tensione non si è mai presentata. 

Parte del problema è sicuramente la lunghezza del testo che si compone di circa 450 pagine. Scritte bene, senza refusi, aspetto che non manco mai di apprezzare, ma a mio parere ce ne sono almeno 250 di troppo. Duecentoventicinque, a essere buona. Fosse stato sottoposto a una severa asciugatura ne sarebbe scaturito un romanzo discreto. Non appassionante, perché la storia comunque è di scarso spessore, ma gradevole da leggere.

È un peccato, davvero. 

Titolo e cover sono perfetti, intriganti al punto giusto, e probabilmente se l’autrice l’avesse proposto come romanzo intimista con venature gialle forse l’avrei apprezzato molto di più. 

Come thriller, a dire il vero, il sentimento predominante è la noia. Sono andata avanti fino alla fine solo perché la storia pur non eccezionale c’è, anche se il finale delude un poco.  

Ripeto, peccato.

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Sarah Bailey


Australiana, vive a Melbourne con la sua famiglia. Tra gli esordi più acclamati degli ultimi anni, L’ombra del lago è il primo di una serie con protagonista la detective Gemma Woodstock, in corso di traduzione in molti paesi e già di grande successo in America, Inghilterra e Germania. L’ombra del lago ha vinto inoltre – caso unico – due tra i principali premi letterari australiani, il Ned Kelly Award per il miglior thriller e il Davitt Award per il miglior debutto. Dai romanzi con la detective Woodstock sarà presto tratta anche una serie tv. Quando non scrive, Sarah Bailey lavora come copywriter in un’agenzia pubblicitaria.

A cura di Gabriella Grieco

https://www.facebook.com/gabriella.grieco.94

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