Intervista a Pietro Caliceti




A tu per tu con l’autore


Ciao Pietro ti ringrazio, anche a nome di ThrillerNord, per aver accettato di rispondere a qualche domanda su “Vatican Tabloid”.

Qual è la genesi di “Vatican Tabloid”? Quando è nata l’idea di scriverlo?

L’idea mi è venuta poco dopo aver ultimato L’Opzione di Dio. Avevo fatto leggere il libro ancora in bozza a Gian Paolo Serino, e lui mi aveva fatto notare che quel finale così aperto si prestava bene a un sequel. Così ho iniziato a pensare di sviluppare i temi trattati ne L’Opzione in un discorso più ampio, che pur sempre in parallelo a una trama “gialla” facesse una riflessione a tutto tondo sul rapporto tra Uomo e Dio nel mondo contemporaneo visto attraverso i tre monoteismi fondamentali. L’idea è quella di una trilogia, come tre sono i monoteismi.  Vatican Tabloid, come già il precedente, pone a confronto Cristianesimo e Islamismo; nel terzo volume dovrebbe entrare in scena l’Ebraismo.

Il titolo è un palese riferimento ad “American Tabloid” dove James Ellroy racconta il momento in cui gli Stati Uniti persero l’innocenza, l’omicidio di John Fitzgerald Kennedy. Si può paragonare questo caso e la scomparsa di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi?

Sì, come faccio dire più volte ai personaggi del libro il caso Orlandi per me è l’equivalente italiano del caso Kennedy. Sono accomunati in tutto: sono entrambi insoluti dopo decine d’anni, hanno entrambi visto come sospettati via via potenze straniere, i servizi segreti, la mafia, la malavita spicciola, pazzi isolati, hanno dato adito a ogni tipo di teorie complottiste… più in generale, a mio modo di vedere sono diventati quasi una metafora dell’impossibilità di comprendere la verità, il che, nel contesto del discorso generale cui accennavo sopra, è a sua volta una metafora dell’impossibilità di comprendere Dio.

Nel libro adombri una possibile soluzione del caso basata sui fatti e su una mole di documenti veramente imponente, che poi hai elencato nel tuo sito, esauriente ed quasi esaustivo. Pensi che sia andata così o è sono possibili altri scenari ipotizzati come la “tratta delle bianche”?

La tratta delle bianche è una delle piste a cui accenno nel libro. Gli scenari possibili sono infiniti, e il libro non pretende né vuole in alcun modo prospettare la soluzione “vera”.  Lo scopo è, semmai, proprio il contrario, come dicevo prima: fare un discorso sulla inafferrabilità della verità. Una delle frasi-chiave del libro è “chi poteva dire dove finiva la verità, e dove iniziavano le menzogne”?

Recentemente ci sono stati fatti nuovi come la riapertura delle indagini con la proclamata collaborazione della magistratura vaticana e la costituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sulla scomparsa delle due ragazze. Pensi che ci possa essere qualche passo avanti nelle indagini o ci saranno altri depistaggi e “ballon d’essai”?

I depistaggi sono stati infiniti e non mi illudo affatto che siano terminati. Mi auguro però che questo libro, pur con i limiti che dicevo prima, possa essere di aiuto anche agli inquirenti, perché di fatto è anche una sintesi completa, una specie di “super bigino” di tutte le piste che sono state seguite in passato. 

“Quante divisioni ha il Papa?” disse Stalin per ironizzare sulla debolezza militare e politica del Pontefice ma si può riprendere questa battuta per sottolineare le linee di faglia della Chiesa che metti in primo piano nel tuo libro, e allora ti chiedo: quante divisioni ha la Chiesa? Quali sono gli schieramenti che si contrappongono in Vaticano?

Molti più della contrapposizione fra tradizionalisti e progressisti, che sono i termini in cui più o meno tutti siamo abituati a pensare al problema.  Basti pensare che, come ricordavo ne L’Opzione di Dio, alcune congregazioni si sono perfino spinte a nominare un loro Papa alternativo: in Spagna hanno eletto un Papa Gregorio XVIII, in Inghilterra un Papa Lino II, in Argentina un Papa Alessandro IX, in America addirittura tre, Michele, Pio XIII e Pietro II. Di fatto è uno scisma nello scisma. Una disintegrazione.

Nel tuo libro ci sono due piani narrativi, uno rivolto verso il futuro, con il Papa che deve lottare contro un complotto contro le sua politica di rinnovamento e l’altro che affonda le radici nel passato, in particolare nel lungo periodo del papato di Karol Wojtyla, con il suo attivismo antisovietico e con gli oscuri finanziamenti dello IOR di Marcinkus. Qual è il tuo giudizio del pontificato di Giovanni Paolo II?

Penso che sia stato un grande Papa (e lo pensa anche Warren Hamilton, il protagonista del mio libro), ma che non bisogni pretendere che avesse qualità che non aveva. Non era certo un mite fraticello; come dice un altro personaggio del libro, era uno “con due c… così”.

Tu sei un avvocato e hai esordito nella narrativa con “L’ultimo cliente”, un legal thriller molto credibile. Quali sono i noir/thriller che preferisci e quali autori ti hanno influenzato o ispirato?

Tra i contemporanei amo molto James Ellroy (incredibile, eh?) e Don Winslow (ma più i precedenti, gli ultimi devo dire che mi hanno deluso). Tra i classici Graham Greene.

Quali sono, se ci sono, gli scrittori di thriller nordici che ti piacciono?

 Be’, sicuramente Larsson mi è piaciuto molto, e ha anche il  merito di essersi inventato un movimento.  Anche Jo Nesbo, ma ultimamente mi sembra un po’ ripetitivo. In generale, mi pare che quel movimento stia un po’ esaurendosi.

Ti ringrazio per la disponibilità, facendoti i complimenti per il tuo romanzo molto intrigante.

 Grazie a te e a tutti voi di Thriller Nord!

A cura di Salvatore Argiolas

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