A tu per tu con l’autore
Fabrizio, ti ringrazio, anche a nome di ThrillerNord per aver accettato di concedere quest’intervista sul tuo ultimo noir “Il killer dell’Apocalisse”.
Il killer dell’Apocalisse” è il terzo libro con il commissario Maspero che ha come scenario temporale gli anni Settanta. Come mai hai scelto questo periodo storico?
Intanto partiamo con un doveroso grazie a ThrillerNord che mi dedica questo spazio e questa possibilità di raccontare il mio libro e qualcosa di me. In realtà si tratta del quarto giallo con il commissario Vittorio Maspero, presente anche in “Misteri Ambrosiani”, nella prima parte, oltre che nel Mostro di Milano e nei Delitti dello Zodiaco. Stavolta siamo nel 1976, il primo anno terribile di Milano di un periodo nerissimo che si interromperà solo nel 1981, incastrando le Brigate rosse, il terrorismo nero e la malavita impregnata dalle mafie. È un contesto storico affascinante e terribile, con misteri di Stato, con le stragi di Stato, con la massoneria, gli scandali bancari di Sindona e Calvi e dello IOR, dove inserire una trama criminale diventa semplice e intrigante. Questo libro per metà racconta la caccia ad un assassino legato ad un movente religioso, che rivendica i suoi omicidi attraverso passi oscuri del libro dell’Apocalisse. Per l’altra metà ho semplicemente narrato fatti criminali realmente accaduti, fatti su cui sono già stati scritti altri libri, su cui sono stati fatti film, fiction e documentari.
Nel libro racconti la guerra criminale tra le bande di Turatello e di Vallanzasca, modificandone un pochino i cognomi ma rendendoli ben riconoscibili. In quegli anni Milano era davvero “la città della paura”. Oltre che sugli articoli di giornale, per documentarti, hai sentito anche dei protagonisti di quelle “batterie”?
Io sono del 1973, per cui non ho una mia memoria di quegli anni, ma ho poi vissuto la scia dei primi anni ‘80, quando a Milano comandava il boss Epaminonda con il suo sanguinario gruppo di fuoco, gli Indiani. Ma come tanti milanesi sono stato incuriosito da sempre, e anche affascinato, dai racconti su questi criminali, per cui poi ho letto libri, biografie, interviste. Come conoscenza di quel periodo avrei potuto scrivere questo giallo anche nel 2000! Inoltre da ragazzino ho scritto sia per il Giorno (per cui scrivo tutt’ora) che per la Notte (ha chiuso nel 1995) e in quelle redazioni ho conosciuto vecchi cronisti che avevano seguito da vicino quegli anni turbolenti, il periodo 1976-81, stando gomito a gomito con poliziotti, giudici e persino con gli stessi banditi che rilasciavano interviste da ricercati. Per cui sono storie che negli anni ho fatto mie: Turatello, ucciso nel 1981, resta un personaggio ancora molto radicato nella memoria delle periferie, Vallanzasca è ancora un personaggio attuale e attira ancora molto interesse. Tengo a precisare che i fatti descritti sono realmente accaduti ma li ho interpretati, per cui non sono aderenti alle verità stabilite dai processi che ne sono seguiti.
Chi non ha vissuto quegli anni veramente “di piombo” si appassiona alle tue ricostruzioni precise che rendono bene lo spirito dei tempi. C’è qualche fatto storico che stai approfondendo per inserirlo in un prossimo libro?
Sì, sto approfondendo la vicenda criminale della coppia di serial killer veronesi, neonazisti, Ludwig: due ragazzini 18enni nel 1977 che nei successivi sette anni avrebbero ucciso 28 persone. Una storia delittuosa raccapricciante eppure poco conosciuta, che vorrei raccontare traslocandola dal Veneto a Milano (dove comunque colpirono incendiando un cinema con sei vittime) ma ambientandola nel 1978 nel periodo del sequestro Moro, che si svolge a Roma ma ha un filone parallelo anche a Milano dove per esempio vengono uccisi i leoncavallini Fausto e Iaio due giorni dopo la strage di via Fani. Detto così non si capisce molto, lo so, ma se riesco a scriverlo poi sarà più chiaro!
A proposito di documentazione, visto che i tuoi noir sono ambientati in luoghi particolari ricchi di storia e di interessanti suggestioni religiose, quanto ti impegna la ricerca dei luoghi giusti dove ambientare le trame così intriganti e originali?
Allora, qui occorre fare un distinguo. Nel filone contemporaneo del commissario Bruno Ardigo’, classe 1973 come il sottoscritto, racconto la Milano di oggi che ‘cambia pelle ad ogni stagione come un serpente’. Milano è un perenne cantiere: tanto per capirci, quando nel 2011 ho pubblicato il mio primo giallo “Gli Angeli di Lucifero” non esistevano i grattacieli di piazza Aulenti e nell’area ex Varesine, e neppure quelli dove oggi ha sede la Regione Lombardia o quelli delle Tre Torri nell’ex Fiera. Insomma la nuova Manhattan milanese dieci anni fa non c’era. E non c’erano aree verdi che oggi sono la nostra Central Park. Per cui l’aggiornamento metropolitano deve essere quotidiano: inoltre dal 2015 per una scelta sentimentale mi sono trasferito a Bergamo dalla mia compagna, per cui non vivo più nella City ma in un altro contesto e questo mi obbliga ancora di più a passeggiate milanesi per vedere, per annusare.
Sulle chiese e basiliche invece ho una mia curiosità e attrazione da sempre, per cui ormai ho tutto in memoria! Il filone degli anni ‘70 invece mi costringe ad un viaggio nel tempo: quella Milano era meno verticale, con case più basse, con le case di ringhiera, con le fabbriche dentro il perimetro cittadino, fabbriche grandi come l’Alfa Romeo, la Pirelli, la OM e con decine di migliaia di operai che giravano in bici con la tuta blu e pranzavano nelle trattorie con risotto, uova sode e bollito. Oggi si gira con i monopattini, si parla inglese nell’auricolare del telefonino e si pranza in piedi al bancone con ramen e sushi… due mondi diversi distanziati da quasi mezzo secolo!
Esistono veramente officiali del Sant’Uffizio come Jadran Diviach e Harald Rosener, protagonisti de “Il killer dell’Apocalisse, e quali indagini compiono?
Ni… esistevano ancora fino agli anni ‘80, in una Chiesa diversa dove accadevano intrighi e misteri: pensate alla strana morte di Papa Luciani, all’attentato in piazza a Papa Wojtyla, un Santo Padre morto nel 1978 e uno gravemente ferito nel 1981… pensate alla scomparsa di Emanuela Orlandi, allo scandalo IOR, alla sepoltura di De Pedis in una basilica storica… oggi quel mondo non esiste più. Detto questo esiste ancora la “Congregazione per la Dottrina della Fede” che dal 1968 ha preso il posto del Sant’Uffizio. Ma tuttora esistono investigatori religiosi, dai postulatori ai penitenzieri: si occupano di indagare su blasfemia, eresia, fenomeni come santoni, sette, presunte apparizioni mariane ecc ecc
Ormai ha scritto tantissimi libri ma qual è quello a cui sei più affezionato e quale ritieni invece il più rappresentativo della tua narrativa?
Per molto lettori io resterò sempre l’autore de ‘Gli Angeli di Lucifero’, un giallo che ha avuto un successo clamoroso all’epoca, ma parliamo del 2011, una vita fa, e che mi ha cambiato la vita. Io però ritengo le mie ‘creature’ migliori, più riuscite, siano il distico “Mostro di Milano” e “Delitti dello Zodiaco”, peraltro distanziati di cinque anni: hanno una complessità e profondità di trama, contesto storico, personaggi ben definiti, insomma tutto per piacere, poi ogni valutazione del lettore è soggettiva. Banalmente credo mi sarà impossibile, a 49 anni, scrivere ancora dei libri così riusciti come questi!
Hai mai pensato di scrivere a quattro mani con un altro giallista facendo incontrare i vostri personaggi? Quale personaggio vedresti bene in un giallo con Ardigò o Maspero?
Per ora no, ma ho cercato di scrivere alcuni capitoli di un mio giallo milanese ‘La notte del Diavolo’ con una parte ambientata a Genova con il grande giallista genovese Claudio Paglieri, magari inserendo anche il suo commissario Marco Luciani, ma purtroppo poi non è stato possibile per rispettivi vincoli contrattuali. Chissà che non si possa comunque fare in futuro. Da ragazzino ricordo un episodio in cui il commissario Derrick incontrava il commissario Kostner (era l’altra serie ambientata a Monaco): ecco quel tipo di incontro vorrei farlo con qualche personaggio di qualche mio collega.
Da milanese e da scrittore, quali sono secondo te i migliori gialli/noir ambientati nella metropoli lombarda?
Sono tanti veramente. Il compianto Pinketts ha aperto la strada ad una generazione di noiristi milanesi, penso ai vari Biondillo, Dazieri e Robecchi, che ritengo i migliori. Adesso sta arrivando una nuova generazione con Alessandro Bongiorni, Paolo Maggioni e Roberto Ottonelli. Da direttore della mia collana Giungla Gialla vorrei però ricordare la coppia storica formata da Erica Arosio e Giorgio Maimone che racconta una Milano lontana, romantica, povera, in modo incredibile.
Quale sarà il tuo prossimo libro e chi ne sarà il protagonista?
Su Maspero ho già risposto prima spoilerando sull’idea sui delitti di Ludwig. Su Ardigo’ ho un libro quasi pronto, ma su questo per ora preferisco non spoilerare!
Sei anche direttore della collana Giungla Gialla dell’editore Mursia. Quali sono le prossime uscite programmate?
A fine giugno siamo usciti con il giallo milanese/ligure di Laura Marinaro, Maremoto a Varigotti, giallo che si snoda tra la metropoli e il ponente ligure. A luglio usciamo con un giallo ambientato a Genova firmato a quattro mani dalla coppia Daniele Grillo e Alessio Piras, un giallo che affonda le sue radici nella ‘ratline’ la via di fuga sotterranea utilizzata nel 1945 dai nazisti per imbarcarsi da Genova verso l’Argentina, anche se poi la trama si svolge nei nostri giorni, nella Genova odierna. Sempre a luglio usciremo con ‘Accura’, un’antologia di 15 racconti gialli siciliani curata dal bravo Roberto Mistretta. E sempre a luglio partirà una collana parallela di soli eBook, una seconda Giungla alternativa: usciremo con un giallo milanese di Giorgio Maimone e uno genovese di Angelo Marenzana.
Dopo le ferie scenderemo lungo lo stivale con un giallo, in cartaceo, di Salvo Fuggiano ambientato a Pescara e uno, in eBook, di Gabriele Cantella, ambientato in Sicilia. Poi a ottobre con il cartaceo saremo a Roma, con un’indagine firmata a quattro mani da Alessandro Vizzino e Simone Pavanelli. Poi… poi il resto stay tuned!
Ti ringrazio facendoti i complimenti per i tuoi libri molto coinvolgenti e intriganti.
Salvatore Argiolas
Grazie ancora per questo spazio e grazie a tutti i redattori di ThrillerNord!
Fabrizio Carcano
A cura di Salvatore Argiolas
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