IL CASTAGNO
DEI CENTO CAVALLI
Cristina Cassar Scalia
DETTAGLI:
Traduttore:
Editore: Einaudi
Collana: Stile Libero Big
Genere: Poliziesco
Pagine: 320
Anno edizione: 2024
Sinossi. «La Boscaiola» era un tipo schivo, però non dava fastidio a nessuno: una di quelle persone che non sembrano avere amici e nemmeno nemici. Eppure qualcuno l’ha uccisa. Poi ha infierito sul suo cadavere come se avesse un intento preciso. Un nuovo caso per Vanina Guarrasi. Ai piedi del Castagno dei cento cavalli, un albero secolare che cresce sulle pendici dell’Etna, due guardie forestali ritrovano il corpo di una donna brutalmente assassinata. La scena del crimine è sconcertante. Per il vicequestore Guarrasi, della Mobile di Catania, l’indagine si presenta subito complessa, se non altro perché sulla vittima non esistono praticamente notizie, quasi non avesse un passato. L’esperienza e la memoria del commissario in pensione Biagio Patanè – il migliore quando si tratta di abbandonare le mavaríe tecnologiche e operare alla vecchia maniera – sono dunque più utili che mai, anche se l’anziano poliziotto appare un po’ distratto da un problema personale. Del resto, la stessa Vanina fatica a conciliare la vita privata con il lavoro: la prima la richiama sempre a Palermo, sua città natale; il secondo la porterà invece in un «luogo dell’anima» che appartiene alla sua infanzia.
Trama. Un incendio porta due guardie forestali a verificare lo stato del “Castagno dei cento cavalli” l’albero considerato il più famoso e grande d’Italia. Giunti sul posto trovano non molto lontano dall’albero il corpo orrendamente mutilato di una donna. L’indagine viene affidata a Vanina Guarrasi e alla sua squadra che intraprendono immediatamente gli accertamenti, in primo luogo per identificare il cadavere. La donna uccisa risulta essere Palma Cusimano, una donna originaria dello stesso paese della famiglia di Vanina e di professione ostetrica che cambiò nome in Anna Collesano prima di trasferirsi in Veneto. Dopo anni la donna era ritornata in Sicilia stabilendosi alle pendici dell’Etna dove faceva la guida e si manteneva anche vendendo i funghi che ella stessa raccoglieva ecco perché era da tutti conosciuta come la “Boscaiola”. I sospetti ricadono su un conoscente della morta, Alvise Bordeghin un veneto che aveva raggiunto la “Boscaiola” in Sicilia. A carico dell’uomo, i suoi precedenti: era stato indagato quale sospettato di essere il “killer del Col di Lana”, un assassino seriale autore dell’omicidio di numerose donne. Le indagini proseguono lentamente anche perché Vaniva Guarrasi è distratta da vicissitudini personali sue e della propria famiglia che le portano molte inquietudini. Le sicurezze della Guarrasi circa la colpevolezza del Bordeghin vengono meno con la scoperta di un nuovo omicidio compiuto con lo stesso modus operandi del precedente, anche in questo caso si tratta di una donna e anche in questo caso la morta è legata al paese di Castelbuono. Per Vanina urge recarsi a Palermo solo qui potrà trovare elementi per risolvere il caso e solo a Palermo potrà riannodare le fila delle proprie vicissitudini personali.
Recensione di Bruno Balloni
Sono passati due anni da quando lessi “La carrozza della Santa” un romanzo che mi aveva entusiasmato come pochi, in questi due anni però qualcosa, molto, è cambiato, a questo punto non so se in me o nell’autrice.
“Il castagno dei cento cavalli” forse per le enormi attese, mi ha un po’ deluso, la vicenda poliziesca diventa prevedibile fin dal momento in cui viene mostrata la modalità del primo omicidio, il seguito è davvero, come ammette la stessa autrice nei ringraziamenti, molto fantasioso.
Così come ficcanti erano le indagini fino al già menzionato “La carrozza della Santa”, in quest’ultimo lavoro tutto o quasi viene lasciato alle “rivelazioni” di terzi soggetti che arrivano a togliere le castagne dal fuoco al vicequestore.
Gli stessi personaggi “storici” subiscono, a mio modo di vedere, un’involuzione, da un lato la Guarrasi un po’ arrogante e decisamente snob, com’è la cerchia dei suoi amici intimi, dall’altro i vari Spanò, Lo Faro e Fragapane, diventati delle “macchiette” come non lo erano neppure i personaggi del banfiano “Commissario Lo Gatto”, in alcuni casi messi in situazioni grottesche dalle quali escono descritti come personaggi, per usare un eufemismo, non molto intelligenti.
Anche qui però è giusto un personalissimo “disclaimer”: non è che la visione della malfatta trasposizione televisiva ha influenzato il mio metro di giudizio?
“Il castagno dei cento cavalli” è per altro un romanzo nel quale le vicende personali di Vanina e della sua famiglia prendono decisamente il sopravvento su quelle giudiziarie trasformando, almeno in parte, questo lavoro in un giallo che tende a sbiadire per avvicinarsi al rosa.
Ultimo appunto, sempre secondo il mio inutilissimo parere, ho trovato un po’ troppo generoso l’uso di termini dialettali e decisamente eccessivo l’utilizzo del passato remoto e dell’arcaica costruzione della frase col predicato alla fine, elementi che avvicinano quest’opera della Cassar Scalia a qualcosa di già letto.
Nel complesso un romanzo che si lascia leggere e che entrerà nel cuore dei lettori affezionati a Vanina, per chi invece ancora non conosce il personaggio, il mio consiglio spassionato è di approcciarsi agli scritti della Cassar Scalia partendo dai meno recenti.
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Cristina Cassar Scalia
è originaria di Noto. Medico oftalmologo, vive a Catania. Ha raggiunto il successo con i romanzi Sabbia nera (2018), La logica della lampara (2019), La Salita dei Saponari (2020), L’uomo del porto (2021) e Il talento del cappellano (2021) – tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero – che hanno come protagonista il vicequestore Vanina Guarrasi; da questi libri, venduti anche all’estero, è in progetto la realizzazione di una serie tv. Con Giancarlo De Cataldo e Maurizio de Giovanni ha scritto il romanzo a sei mani Tre passi per un delitto (Einaudi Stile Libero 2020).