Il rabbino e il commissario




Michel Bergmann


DETTAGLI:

Traduttore: Monica Pesetti

Editore: Emons edizioni

Genere: Giallo

Pagine: 250

Anno edizione: 2024

Sinossi. Galina Gurevitz, nuotatrice di fama mondiale, è scomparsa dalla faccia della terra da tre settimane. Eppure sua madre si rifiuta fermamente di sporgere denuncia. Proprio come il marito di Galina, l’irascibile uomo d’affari Semjon Guerevitz. Che ci sia dimezzo un ricatto? Purtroppo il commissario Berking della polizia di Francoforte non ha l’autorità per svolgere indagini ufficiali. Ma il suo amico, il rabbino Henry Silberbaum, dotato di un forte intuito criminale, grazie a qualche giusta domanda qua e là tra la comunità ebraica russa, scopre una storia incredibile…

 Recensione di Claudia Cocuzza

Secondo episodio della serie Il rabbino e il commissario, giallo soft che vede come protagonista Henry Silberbaum, uomo in cui spiritualità e curiosità per le umane vicende si fondono per creare un personaggio unico nel suo genere.

Come accaduto nel primo episodio, Non uccidere, il rabbino Silberbaum viene coinvolto nella risoluzione di un evento criminoso mentre è affaccendato in questioni che riguardano il suo lavoro: in questo caso si sta occupando della preparazione al matrimonio di due giovani quando Galina Guerevitz, stella internazionale del nuoto, sparisce.

Teoricamente non sarebbero fatti suoi, soprattutto se perfino il marito – molto più grande di lei e con molti muscoli in più rispetto a Henry –  e la madre della ragazza si rifiutano di denunciarne la scomparsa, ma Silberbaum non è proprio il tipo che si gira dall’altra parte se fiuta che un membro della sua comunità è nei guai.

“Sono preoccupato. Fa parte delle mie mansioni quotidiane, prendermi cura della gente. Sua moglie Galina è scomparsa senza lasciare traccia da più di due settimane. E sembra che la faccenda non la riguardi. Eppure potrebbe essere successa qualunque cosa: un incidente, un rapimento, perfino un omicidio!”

“Omicidio!” brontola Gurevitz, sventolando la mano davanti al viso per far capire cosa ne pensa di una simile ipotesi.

Henry non si lascia distrarre. “Esatto. O forse un suicidio, oppure una fuga volontaria.”

“Vero, ma ha dimenticato una possibilità.”

Il rabbino lo guarda in attesa.

“Che non sia successo niente! Proprio un bel niente! È partita per qualche giorno e prima o poi tornerà. Tutto qui. Perciò il tanto zelante rabbino può anche togliere il disturbo.”

“Sarebbe bello che fosse così.”

Il rabbino non se la beve, e fa bene.

Dov’è finita Galina? E perché tanta reticenza da parte dei suoi?

La verità è più complessa di quanto appaia e Silberbaum la scoprirà con l’aiuto della sua strampalata squadra investigativa: il commissario Berking, in primis, e il suo amico libraio-filosofo.

Confermo le impressioni ricevute dalla lettura della prima indagine: scacchiera deduttiva del giallo classico rispettata, personaggi tridimensionali, protagonista arguto e divertente fiancheggiato da comprimari alla sua altezza.

Come da caratteristica cozy – sdoganata in realtà da gran parte dei sottogeneri del giallo –, l’intreccio con una sottotrama privata, che muove come trama orizzontale lungo la serie, dà struttura al protagonista e contribuisce alla fidelizzazione del lettore: Henry cederà al fascino della bella Esther o rimarrà fedele alla fidanzata lontana, Zoe?

Punto di merito per l’approfondimento della cultura ebraica e l’uso sapiente del linguaggio a caratterizzare ambientazione e personaggi: i dialoghi sono infarciti di termini yiddish che, quando non di immediata comprensione in base al contesto, non rimangono comunque oscuri. Alla fine del testo si trova un glossario, seppur la consultazione rallenta la lettura.

L’episodio si conclude con un gancio verso un nuovo caso e, considerato il tema conduttore, si tratta di una serie ancora in divenire. Lunga almeno quanti sono i peccati capitali. 

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Michel Bergmann


Figlio si rifugiati ebrei, Michel Bergmann è nato nel 1945 a Basilea, ha trascorso l’infanzia a Parigi, l’adolescenza a Francoforte sul Meno e ora vive a Berlino. Dopo la laurea e un periodo alla “Frankfurter Rundschau”, ha lavorato nel cinema come produttore, regista e sceneggiatore. Nel 2010 ha pubblicato il suo primo romanzo e nel 2021 è uscito il suo primo romanzo di genere poliziesco, Il rabbino e il commissario. Non uccidere, a cui è seguito Il rabbino e il commissario. Non desiderare. Nel 2023 ha dato alle stampe Mameleben.

A cura di Claudia Cocuzza

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