Giallo a Messina




La prima indagine

di Rosa Malizia

Giuseppe Steno


Editore: Frilli

Genere: Giallo

Pagine: 208

Anno edizione: 2024

Sinossi. Un silenzio. Lungo, infinito. Poi un tuono. Dura un attimo, ma basta affinché la vita riprenda il suo corso. Enzo Micali è in coma da dieci anni. Un tuono lo desta, la sua mente torna vigile. Il risveglio avviene a Messina e la notizia occupa le pagine dei quotidiani nazionali. Un evento raro, quasi miracoloso a detta dei medici, che merita tutta l’attenzione mediatica. Attorno al suo letto si materializzano i volti delle persone che lo hanno atteso con speranza e amore. La moglie Rina, il figlio Dario e soprattutto Rosa, scrittrice e giornalista che vive a Roma e che, appresa la notizia, torna a Messina. Lei è stata l’amante di Enzo ed è la figlia di Martino, un uomo che ha perso la moglie e le redini della propria esistenza rifugiandosi nell’alcol e che ritrova la retta via grazie alla fede in Dio. Quando Rosa torna a casa, l’unico pensiero che l’accompagna è rivedere l’uomo che ha amato, ma non sa che ad attenderla c’è una verità amara. Una verità che dovrà ricostruire con pazienza unendo i tasselli di un mosaico che racconta di segreti e colpe mai rivelate. Enzo Micali non apre bocca, non guarda nessuno. I suoi occhi scrutano sereni l’orizzonte dalla finestra, ma sente tutto. Ascolta le parole che gli vengono rivolte, le verità ricostruite, i segreti riportati a galla. Solo alla fine tornerà a parlare. Una voce, la sua, che avrà la forza e la potenza di un boato fragoroso che irrompe nel cielo, lo spezza, e si fa fulmine. Una voce che esplode e riecheggia e accende l’oscurità della tempesta raccontando un’altra storia, un’altra vita.


“Il passato non si può cancellare… nulla si può cancellare…”

 Recensione di Loredana Cescutti

Devo dire che mi sono trovata da subito in sintonia con la penna di Steno, che ancora non conoscevo.

Ho avvertito una familiarità e un calore che hanno fatto sì che la mia lettura si trasformasse in un piacere e, ho percepito il richiamo delle pagine, fra una pausa e l’altra.

Ed è vero ciò che si legge nella sinossi.

Questa storia, sarà veloce come un tuono che si abbatte con violenza, e placida, nel mentre, durante la parte investigativa che non può essere accelerata di forza.

“Aveva giurato che non sarebbe più tornata nelle tenebre di quella zattera, per questo era andata via, lontano da tutti i ricordi…”

È stato un percorso insidioso, quello affrontato assieme a Rosa, un viaggio introspettivo, alla ricerca di un passato di cui era convinta di avere il controllo assoluto, prima che, proprio ora, lui le si abbattesse addosso sgretolandosi da tutto lo stucco utilizzato per coprirlo alla vista degli altri, come un muro che si sbriciola, rivelando il marciume e gli altri difetti che ci sono sotto e che hanno fretta di uscire.

Nascosti ma in superficie.

Pronti a colpire.

Pronti a fare male.

È sì un giallo questo romanzo, ma è anche una storia umana di sofferenza e convinzioni, spesso sbagliate o accecate dall’odio, che non permette di guardare oltre, almeno fino a quando non arriverà quel qualcosa che toglierà la patina dagli occhi e soprattutto dal cuore, di queste esistenze.

Non aspettatevi un’indagine all’ultimo respiro, quella non ci sarà.

“L’attesa è sempre un momento di speranza e non a caso “aspettare” in spagnolo si dice ESPERAR.”

È piuttosto una caccia al tesoro o, meglio, una caccia agli indizi, di casella in casella, con una grande difficoltà come costante: trovare chi è disponibile a parlare, a ricordare, a riportare in luce.

Perché spesso un segreto, è meglio che rimanga tale.

Perché il bisogno di Verità è indiscutibile.

La penna di Steno è calda e accogliente e attraverso di essa, anche la sua Messina si presenta come un luogo da visitare assolutamente, per lasciarsi inebriare dalle sue strade, dai suoi palazzi, e dal buon cibo, a tratti descritto talmente minuziosamente da risvegliare l’appetito e, soprattutto, la gola.

L’indagine personale di Rosa, si trasformerà ben presto nel peggiore dei suoi incubi e per riuscire ad arrivare in fondo, dovrà riuscire a guardare con vera obiettività a tutte le informazioni in suo possesso, rimettendo insieme i cocci dei suoi ricordi, quelli veri, e dando una nuova possibilità alla persona più importante della sua vita, che non ha mai smesso di volerle bene.

Una storia devastante, a pensarci.

Una finale che ti toglie la parola.

Una penna che ha saputo lasciare il segno, giunti al termine del libro.

Quando si nasce, qualcosa di scritto è già presente in noi, nel nostro carattere. C’è l’indole, c’è un’impronta sottile che ci portiamo dentro e che forse esisteva anche prima di noi.”

Buona lettura!

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Giuseppe Steno


è nato a Messina nel 1967, dove lavora come architetto all’Università degli Studi di Messina. Questo è il suo romanzo d’esordio.