LA SPEZIA, 1940
Un’altra indagine
per il commissario De Santis
Autore: Marco Della Croce
Editore: Frilli
Genere: Giallo
Serie: Dario De Santis #2
Pagine: 288
Anno edizione: 2024
Sinossi. La Spezia, 3 giugno 1940. Com’è possibile che l’uomo più buono, rispettato e ammirato della città sia stato ritrovato cadavere sulla riva di un canale che attraversa, come una fogna a cielo aperto, tutto il centro storico? La vittima è stata picchiata, torturata, quasi smembrata da una furia omicida che non trova spiegazione. Il cavalier Carlo Testoni, infatti, rientrato anni prima dall’Argentina dove ha accumulato un’immensa fortuna, è benvoluto da tutti, grazie alla sua immensa generosità verso chiunque abbia bisogno di aiuto. Benefattore, uomo di cultura, ammirato capofamiglia e raffinato giocatore di bridge, l’uomo è anche uno degli esponenti più in vista del PNF cittadino, pur senza avere alcuna carica. Perché, allora, così tanta violenza su un uomo pio, mite, gentile e rispettato perfino dagli oppositori? Mentre l’Italia si avvia a grandi falcate verso l’abisso, De Santis e Russo dovranno sbrogliare una vicenda che, giorno dopo giorno, rivelerà loro aspetti sempre più inquietanti e sorprendenti. I due saranno infatti costretti a muoversi su un terreno irto di ostacoli, imbattendosi in altre morti misteriose e constatando, fin dall’inizio, che niente è come sembra. Tra familiari indifferenti, puttane indulgenti, suore con poca fede, psichiatri ambiziosi, atleti che non si arrendono, innocenti in galera, sovversivi alla riscossa e attori non allineati i due poliziotti riusciranno, alla fine, a capire che le radici del terribile delitto affondano in un passato sconvolgente. La soluzione del caso, un nuovo amico a tenergli compagnia, un amore sul punto di riaccendersi e la terribile verità sull’omicidio della moglie Clara, non basteranno, tuttavia, a far dimenticare al commissario De Santis le sue responsabilità nei confronti di chi, come il Regime, non intende rinunciare a saziare appetiti a dir poco osceni.
“… non potevano bastare i racconti dei parenti o dei conoscenti, rientrati più o meno indenni dalle trincee carsiche, per capire fino in fondo cosa significava veramente la guerra. Anche perché nessuna narrazione – nemmeno la più viva, dettagliata e infarcita di particolari – riesce a trasmettere fino in fondo l’orrore di chi la guerra l’ha vissuta sulla propria pelle.”
Recensione di Loredana Cescutti
Mi sono tuffata alla cieca e senza paracadute, nel buio più assoluto, lo scorso anno, quando ho affrontato Marco Della Croce, con il suo romanzo “Nero come la neve” (Frilli 2023 – Trovate la recensione qui nel sito), e non me ne sono pentita.
“La realtà, si sa, viene spesso scritta con inchiostri diversi da quelli usati nei libri.”
Di conseguenza, “Un oscuro delitto” l’ho accolto e letto senza il minimo dubbio, senza esitazione alcuna, perché la penna di Della Croce è potente, empatica, fine, e decisamente noir.
Il suo personaggio, Dario De Santis ti rapisce il cuore da subito, per questo suo senso di colpa che lo accompagna assieme al dolore che da cinque anni lo sta divorando dall’interno.
La voce del commissario, in prima persona, ti guida in questa nuova indagine da subito insidiosa, scomoda e per niente scontata, poiché in certi ambienti, i guanti di velluto e i paraocchi sono indicati come l’unica possibilità per potercisi muovere.
“… l’indagine sarebbe stata costellata da ostacoli e interferenze…”
Ma De Santis è bravo, anzi è maledettamente bravo ed è per questo, che nonostante sia una figura “fastidiosa” poiché non segue le direttive del regime, in qualche modo è un intoccabile che permette di fare bella figura alle alte sfere, anche quelle più corrotte. Per cui assieme a Russo, un giovane agente che lavora fianco a fianco con Dario, partirà un’indagine, che si trasformerà in una caccia all’assassino su larga scala e che, finirà per riportare in luci fatti terribili e soprattutto, andrà a scoperchiare un vaso di Pandora inaspettato.
“Il vero dolore, quello autentico, senza finzioni o sovrastrutture, si leggeva solo sui volti segnati dalle fatiche della vita dei cittadini comuni…”
Questa indagine, però, non sarà l’unica cosa ad aprirsi e soprattutto a chiudersi e per De Santis, dei pezzi importanti della sua vita andranno finalmente a ricomporsi e, potranno iniziare a lenire un’assenza che lo ha fatto vivere in sospeso fino ad ora, per le incertezze che lo hanno inseguito.
“Talvolta … anche i legami più stretti possono rompersi per le cause più disparate.”
Ora, è sicuramente pronto a ricominciare a vivere, e per lui questo non sarà una cosa da poco.
“La verità, in altre parole, non doveva essere raccontata, visti i nomi dei vivi e dei morti coinvolti. Al suo posto avrebbe dovuto allestire una storia che non doveva disturbare nessuno.”
Ma questa è la parte investigativa.
C’è poi la Storia.
L’aria che si respira, e che oscurerà l’intero romanzo, sarà ancora più nera e densa dei delitti, se possibile, perché la consapevolezza che la guerra sta per arrivare e che, niente sarà più come prima fa paura, mette inquietudine e soprattutto, segnerà il confine fra il prima e il dopo.
La scrittura di Della Croce non delude, le pagine scorrono veloci nonostante il tema e l’ironia, talvolta amara, accompagna il lettore nell’affrontare anche i momenti più difficili.
I personaggi, buoni e cattivi, sono carismatici e ben caratterizzati sin nei minimi dettagli, con ricca descrizione di particolari, atteggiamenti, vezzi e anche con una buona dialettica ricca di accenti.
“… i pazzi siete voi!… Voi che accettate ogni sopruso, violenza, sopraffazione, basta che non vi riguardi di persona… Voi sì che siete pazzi, non io che mi aggrappo a un sogno d’amore… Viviamo tempi grami.”
La Spezia nel 1940, si presenta al pubblico fra luci illusorie e ombre sempre più scure, che si allargano a macchia d’olio, togliendo ossigeno a chi è già consapevole della realtà che sta per arrivare.
“La soppressione delle regole del vivere civile, che ogni conflitto innesca per sua stessa natura, provoca in molti una specie di ubriacatura di onnipotenza che fa smarrire, in breve tempo ogni coordinata utile a definirli umani.”
Il contesto storico si percepisce, fuoriesce dalle pagine e ti si incolla addosso. Il lettore ha la sensazione di respirare il luogo, i cibi, le miserie, le privazioni, la paura, la falsità e anche noi, ad un certo punto saremo inondati dalla diffidenza per il prossimo, che in quel periodo, è diventata sicuramente una delle protagoniste assolute.
Un libro da leggere assolutamente, dopo aver letto il precedente, che accorpa in modo sublime genere noir e storia, offrendo un risultato finale di ottimo livello.
“Scoperto qualcosa, commissa’? … annuii… Che è il male, e non il bene, a essere contagioso.”
Buona lettura!
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Marco Della Croce
La Spezia 1961, è laureato in farmacia, già pubblicista, sceneggiatore di fumetti, scrittore, autore televisivo e documentarista, attualmente docente presso il corso di Scrittura Creativa della Scuola Internazionale dei Comics di Genova e insegnante di scuola superiore, ha collaborato come free-lance con le testate “Tuttoturismo”, (Hachette), “Quark” (Hachette), “Vitality” (Hachette), “Airone” (Giorgio Mondadori), “Dodo” (Giorgio Mondadori), “Gente” (Hachette) e ha scritto i volumi Guida delle Cinque Terre (Meridiani-Edizioni Paoline), Cinque Terre Trekking (5 TREK), I sentieri della Val di Vara (coautore, Felici Editore), Un Ko di 17 secondi (coautore, Storie di Sport), Geografia Turistica (coautore, Zanichelli Scuola). Ha lavorato anche nel campo del fumetto come collaboratore delle riviste “Fumo di China” (Ned 50) e “If” (EPIERRE), come sceneggiatore di due serie per ragazzi (Dodo e Clarissa & co., Giorgio Mondadori) e come coautore dei saggi L’oro di Zio Paperone (ABACO) e Luciano Bottaro, un sorriso lungo una vita (ANAFI). È stato sceneggiatore, regista e montatore del documentario Il cielo sopra Srebrenica (MACONDO 3) e ghostwriter di alcuni testi della trasmissione di RAI 3 Terzo pianeta. Nel campo della narrativa ha al suo attivo tre romanzi, Nera di malasorte (Felici Editore), 2013, secondo classificato al Premio Letterario Città di Sarzana 2020 – Sezione Digitale, Venus (Sillabe di Sale , 2015), primo classificato al Premio Letterario Città di Sarzana 2021 – Sezione Digitale e Black Magic Woman (Sillabe di Sale, 2018), ripubblicati in cofanetto con il titolo La Trilogia nera del commissario Sbrana (Il Filo di Arianna, 2022), più alcuni racconti pubblicati nelle antologie Giallo Pisano 4 (Lettera d’addio, Felici Editore 2013), Nero di Spezia (Il numero due, Felici Editore 2014, di cui è stato anche il curatore), Spezzini per sempre (Appuntamento a Monterosso, Edizioni della Sera 2023), nonché nell’antologia di audio racconti Ci metto la voce (Jenny, Comune della Spezia, 2021) e nell’antologia multi-artistica Nelle loro vite (Babacar, IP-Alessandro Ebuli, 2021). “Nero come la neve” (Frilli, 2023) è il primo romanzo che vede come protagonista il commissario De Santis.