non avesse il suo nome
Autore: Andrea Pennacchi
Editore: Marsilio
Genere: Giallo storico
Pagine: 384
Anno edizione: 2024
Sinossi. William Shakespeare è in missione per la Corona. La missione è segreta e lui, che non sa ancora di essere poeta, sbarca nelle terre della Serenissima per poi stabilirsi a Padova. C’è un altro inglese da trovare e riportare in patria. Padova è il centro della vita intellettuale, politica e mondana. Ed è qui che incontra un ex soldato, corpulento e agile, Saviolo, che lo scorta nella sua missione. E tutto andrebbe di cappa e spada come ci si aspetta se il giovane inglese non si trovasse in mezzo a una disputa di potere e d’amore, quella dei Montecchi e dei Capuleti. Romeo e Giulietta si piacciono, ma le loro famiglie tutto vorrebbero tranne che un matrimonio. Così, quando William Shakespeare viene accusato dell’omicidio, a fil di spada, di Tebaldo, cugino di Giulietta, la missione del nostro inglese passa in secondo piano perché per prima cosa bisogna scappare.
Recensione di Antonella Di Fabio
Will, un giovane William Shakespeare guantaio e non ancora famoso drammaturgo, arriva a Padova in missione segreta. Deve riportare in patria un suo connazionale, Edgar Kelly, fuggito per inseguire la sapienza magica.
Nella città veneta, cuore nevralgico del fermento intellettuale e della vita politica del periodo rinascimentale, Will incontra una moltitudine di poliedrici personaggi e rimane coinvolto nella sanguinosa faida fra Montecchi e Capuleti.
Originali compagni d’avventura lo accoglieranno e scorteranno nelle vie e nei misteri di Padova.
L’ex soldato Vincenzo Saviolo, un ossimoro d’uomo, corpulento e agile, l’alfiere Pistola, mano piuttosto rapida, sia nel furto che col coltello oltre che declamatore di versi biblici, Elena Lucrezia che travestita da uomo impersona Luc, giovane studente in medicina, ancora senza barba e con i capelli neri tagliati a paggio e poi un frate oscuro e misterioso, Romeo, Giulietta e la balia Angelica.
Tra fughe, duelli, pozioni e magie Will e la sua banda attraversano le vie della città, colpiscono di spada e di pistola, esplorano sotterranei e locande, basiliche e monasteri, incontrano un’umanità stracciona che si ingegna in mille fantasiosi modi per sopravvivere alla miseria e al potere corrotto di nobili, guardie e prelati.
C’è poi uno stuolo variegato di maghi, filosofi, studiosi. Scienza ed arcano, amore e sangue, sacro e profano, ricchezza e povertà si mescolano e creano uno spettacolo teatrale che affascina Will nella cui anima già alberga il seme della poesia.
Andrea Pennacchi costruisce una vicenda movimentata e ricca di misteri e colpi di scena. Utilizza un ritmo, una teatralità e uno stile che ci proietta nel mondo poetico di Shakespeare.
La narrazione si sviluppa in brillanti scambi verbali ricchi di metafore, idiomi arcaici, riferimenti mitologici ed esoterici, assonanze. Un linguaggio che ricalca quello del Bardo di Avon, complesso e ricercato che affascina e intriga. Ed accanto ad esso risuona il dialetto veneto che riporta alla realtà e diviene parte del palcoscenico.
“Se la rosa non avesse il suo nome” è una lettura complessa in cui si entra lentamente, non è propriamente un giallo ma piuttosto una raffinata e sapiente rappresentazione teatrale. Un omaggio a Shakespeare.
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Andrea Pennacchi
(Padova, 1969) è attore, drammaturgo, regista teatrale e scrittore. Oltre a Se la rosa non avesse il suo nome, il suo primo giallo, ha all’attivo diversi libri, tutti pubblicati da People.