HANS TUZZI
Editore: Bollati Boringhieri
Genere: Narrativa
Pagine: 161
Anno edizione: 2024
Sinossi. Quattro generazioni di una nobile famiglia nel Friuli dal 1937 a oggi. La narrazione, per bocca dell’intendente dei conti Avogadro, non si svolge lenta giorno dopo giorno, mese dopo mese, ma procede per momenti significativi, piccoli o grandi, che spiccano nel succedersi degli anni, e ha come sfondo il progressivo mutare di una regione negli anni Trenta periferica, agricola, feudale e per certi aspetti magica, con l’improvvisa accelerazione del dopoguerra, dal boom economico al benessere diffuso e alla perdita di tradizioni e riferimenti.
Su questo arazzo di fondo – nel quale Tuzzi dispiega conoscenze e memorie dirette, affascinato dalle tradizioni popolari e caustico verso il presente – si susseguono le vicende degli Avogadro, nel progressivo divenire padre di colui che era figlio, e che da padre con il proprio figlio rinnova lo scontro fra generazioni. Sullo sfondo, silenziose e sagge, le donne di famiglia reggono i fili della vita. Ma il tempo dato agli Avogadro è percorso, come una vena carsica, da una leggenda nera che ha come protagonista lo spirito inquieto di un antenato. Alle superstizioni delle campagne si aggiunge perciò l’ombra di un’anima dannata. E infine qualcuno verrà, non come ladro nella notte ma come vortice nel vento. Non è del resto, il Friuli, paese di temporali e di primule?.
Recensione di Bruno Balloni
Un romanzo da leggere se non altro per la prosa utilizzata dall’autore, fine e ricercata ma mai pomposa, unica se non rara tra gli autori contemporanei.
“Colui che è nell’ombra” è un ibrido, a mio parere, tra il romanzo storico e la saga familiare della quale trae la linfa descrivendo episodi di vita, singoli ma evocativi del periodo storico nel quale si svolgono e, a loro volta, strumento per dare modo all’autore di disquisire con eleganza e maestria di, quasi, tutto ciò che è la conoscenza umana: storia, filosofia, religione, politica, leggende, costume.
Seppur vero che, in taluni situazioni, per l’abbondanza di particolari quest’opera parrebbe scivolare nel saggio è anche vero che Hans Tuzzi ha il dono, da grande scrittore qual è, di mantenere viva l’attenzione e di accompagnare il lettore all’episodio successivo con intatto interesse e desiderio di leggere.
Assolutamente consigliato, ma non per tutti.
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Hans Tuzzi
pseudonimo di Adriano Bon è nato a Milano il 28 ottobre 1952 è scrittore e saggista. Consulente editoriale e docente universitario al master in editoria cartacea e multimediale all’Università di Bologna, con lo pseudonimo Hans Tuzzi, che è un personaggio del romanzo “L’uomo senza qualità” di Robert Musil, ha scritto romanzi e saggi, una serie di romanzi gialli ambientati a Milano con protagonista il commissario Norberto Melis e una serie di gialli storici con protagonista Neron Vukcic. Ha collaborato all’inserto culturale del Il Sole 24 Ore e al Corriere della Sera; pubblica su Avvenire e sulla rivista Paragone. Il suo saggio Come scrivere un romanzo giallo o di altro colore (Bollati Boringhieri, 2017) è stato insignito del premio Giuseppe Lippi 2021