L’antico amore 




Maurizio de Giovanni


Editore: Mondadori

Collana: Scrittori italiani e stranieri

Pagine: 240 p., Rilegato

Anno edizione: 2025


Sinossi. Maurizio de Giovanni ci accompagna dentro tre storie parallele, dove i personaggi si rivelano figli di un solo destino, e sembrano cercarsi e riconoscersi, e infine conoscere noi. Ci inseguirà per tutto il tempo del romanzo. È la voce di un poeta latino del primo secolo avanti Cristo. È la voce di un condannato all’amore di una donna che l’ha straziato e continua a straziarlo rinnovando la smagliante ossessione di un desiderio inesausto. A quella voce sembrano rispondere le vicende di un giovane professore consumato dalla vita coniugale infelice, dalla vita accademica disertata dagli studenti, ma costantemente acceso dalla passione dello studio e, un giorno, dalla lama di luce che riverbera, a sorpresa, negli occhi di una studentessa. E poi ecco la quotidianità di Oxana, la devota badante moldava che si prende cura del Vecchio, e di lui, svagato e pensoso, riconosce il vento felice di un’ossessione che lo sorprende, come dovesse tutto a un tratto essere lama di luce, un limpido verso latino, e amore, antico amore.

 Recensione

di

Sabrina De Bastiani


E il mare della tempesta, la spuma bianca e gli spruzzi e gli schiaffi e le scosse, il pensiero di morire nel momento in cui sei più vivo, con la bellezza della pioggia che nasconde e percuote, che è altra acqua che si unisce all’acqua, al cui abbraccio è meglio sottrarsi ma che ti fa sentire forte il rumore del sangue nelle vene.

Immaginate tre strade, parallele. 

Tre vite e tre punti di vista complementari,  ma allo stesso modo diversissimi l’uno dall’altro che si svelano a mano a mano,  un qualcosa in più a ogni capitolo, coinvolgendoci nel loro  sentire.

Tre voci che ci parlano, sì, d’amore, tema universale e percorso fin dalla notte dei tempi, tanto che, qui,  chi parla in prima persona è un poeta latino del primo secolo A.C.

Tema accarezzato, dibattuto, declinato. 

Ma qui in maniera squisitamente e profondamente inedita.

Ed è meraviglia nel significato etimologico più radicale e puro della parola: ammirazione, sorpresa nell’incontrare  un qualcosa che sia o appaia nuovo, straordinario, strano o comunque del tutto inaspettato.

Tre voci, tre gli interrogativi che muovono la narrazione

… perché un poeta che ha scandagliato i labirinti dell’amore, che è stato così abile nel dar forma, anima, infinito splendore e profondità a quel sentimento, definisce “sciocchezze” i versi più belli e rapinosi della storia dell’umanità?

La risposta a questo primo quesito, ci arriva nel corso della lettura proprio  dalla voce del poeta, in prima persona come si diceva sopra. 

Attraversiamo il tempo, siamo con lui, im un’altra epoca, lontana,  fuggiamo con lui –  una fuga destinata al fallimento, perché sto fuggendo da qualcosa che mi accompagna e che mi accompagnerà fino alla fine. Dalla mia stessa anima. proprio per arrivare alla sua anima.

Bruciamo con lui, di voglia di rivalsa, di riscatto –  volevo che di me si ricordasse la tempra vitale. La voglia di sbattere il talento in faccia a quei vecchi bavosi, che si sono impadroniti del potere e perfino del pensiero, che si sono comportati e si comportano come se fuori dal perimetro di quanto ritengono giusto e retto non sia possibile immaginare e scrivere e dire.

Amiamo, con lui, ci permettiamo il lusso, tramite lui, di poter vivere un amore totalizzante, di comprenderne la forza e il dolore, l’irrazionalità assoluta 

Ma la mia natura non risiede nella testa. Non abito nella ragione, nella

programmazione, nella pianificazione. Io vivo nella poesia, ricordi? 

Quei  versi che abbiamo studiato sui banchi di scuola, abbiamo ora il privilegio di sentirli dalla sua voce, di fiato prima che di carta –  Io vivo ancora lì dentro. E se non posso portarci nessuno, mi spieghi a cosa sarà servita la mia vita?

Incontriamo, poi, un professore, nell’oggi, innamorato di quegli stessi versi fin dai banchi del liceo quando un anziano insegnante gli aveva trasmesso il senso di un antico amore, tanto da far sì che diventassero il suo pane, nutrimento dell’anima e mestiere, ardere, bruciare dalla voglia di trasmetterne a sua volta ai propri studenti la forza, la potenza, trovare insieme la chiave di lettura. E invece la frustrazione dell’indifferenza che riscontra  nella maggior parte di loro.

E finire per essere rapito,  quando, inaspettatamente e finalmente, negli occhi di un’altra persona scorge  la stessa luce che anima i suoi.

Gli occhi. Quel bagliore strano, quella luce un po’ febbrile. Una curiosità che pretendeva una risposta necessaria. Conosceva quegli occhi, perché erano come i suoi.

La forza di un amore, quando quell’amore è il riconoscersi, quanto può essere primigenia, inarrestabile, per chi  si sente alieno, altro da?  Non solo voce inascoltata in aula, ma allo stesso modo voce inascoltata nella propria casa, una moglie insoddisfatta, lontana emotivamente, un matrimonio fondato non sull’amore di coppia, ma sulla genitorialità, una gabbia di convenzioni e  recriminazioni, un progetto di vita mai comune, mai dialogato, mai condiviso. Per motivi diversi, ma da entrambi.

Ora però  le cose potrebbero cambiare, in virtù di quell’antico amore, ora forse ci sarebbe motivo e forza per farlo. 

Oppure si tratta di un rigurgito di follia,  di un colpo di testa? Eccolo, il secondo interrogativo.

era così innamorato da sembrare un dio,o al contrario da sembrare un pazzo, e che in fondo non c’era differenza. Non c’è differenza.

E poi c’è non un vecchio, ma il Vecchio. 

E ce lo restituisce la voce della sua badante, la moldava Oxana, nome che,dal greco,  significa ospitalità, accudimento. 

Oxana segue il Vecchio con cura e dedizione, conosce le sue abitudini, alcune stravaganti,  le asseconda, le accoglie. Così come asseconda, accoglie i silenzi. 

Ogni tanto sorrideva e spremeva dalle labbra suoni delicati, qualcosa fra il confidenziale e il sussurro, come se parlasse con qualcuno che vedeva solo lui.

Non è sua compagna, ma lo accompagna

Apre la finestra, lo sguardo verso le luci al di là del tetto dell’edificio di fronte. Chissà che cosa guarda, si chiede Oxana, che cosa indaga.

È lo spazio o il tempo quello su cui si concentra?

Il terzo quesito.

Lo spazio, il tempo. A ben guardare sono entrambi già nel titolo, cristallino, preciso: “L’antico amore”.

Determinativo, l’, esattamente quello, unico,  non uno tra altri. 

Antico, non passato, non sorpassato

Eppure è forte il senso della lontananza da questo amore, nello spazio più ancora che nel tempo, perché la percezione è che il sentimento, in chi lo prova, sia più vivo che mai.

E sono talmente vive e inebrianti queste pagine di Maurizio de Giovanni, talmente profonde e coraggiose che ci spogliano mentre le sfogliamo, mentre le leggiamo.

In barba alla geometria matematica, la geometria perfetta della scrittura e della narrazione di de Giovanni,  qui a  toccare vette vertiginose, fa sì che le tre parallele di vita dei personaggi arrivino in maniera del tutto sorprendente ed emozionante a intersecarsi, a congiungersi proprio in nome di quell’amore antico.

… si appartiene a quello che in amore si diventa, a quello che un amore sa dare.

La descrizione dell’ambiente  non  è in nomi di vie o clacson nel traffico 

Il quartiere è vasto e popoloso, estremamente diversificato sia per le attività commerciali che per la tipologia di gente che ci abita; quindi non ha una vera e propria identità.

A Oxana sembrano dieci città una nell’altra.

ma  è specchio del paesaggio interiore dei personaggi, che sono mondi l’uno nell’altro.

Il passaggio dal centro alla periferia – i caffè diventano bar –  restituito dallo sguardo di chi  percorre giornalmente queste distanze è  una pennellata: non solo i versi del poeta sono di nebbia impalpabile e di soffice pelle, ma lo è altrettanto la prosa benedetta dell’Autore. 

Raramente tanta delicatezza è   così potente, e tanta forza così delicata come quelle che troviamo in queste pagine e che culminano in un finale  che non ci lascerà uguali. 

E se il motivo è comprendere, prima che la vita si estingua, la ragione per cui l’ho vissuta,  lo stimolo e la sfida  è trovare una risposta per noi stessi, che ci sveli, ci riporti o ci ancori a quel tempo vissuto che non sarà più dimenticabile, che non sarà mai più dimenticato.

Così non sono e non saranno, dimenticabili, queste pagine.

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Maurizio de Giovanni


è uno scrittore, sceneggiatore e drammaturgo italiano. È celebre soprattutto per il personaggio del Commissario Ricciardi, per i bastardi di Pizzofalcone, e per Mina Settembre, protagonisti di molte sue opere da cui sono state tratte serie televisive di successo. Nel 2007 Fandango pubblica Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi, la prima opera ispirata alle quattro stagioni e che dà il via alle indagini del commissario, cui seguono nel 2008 La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi, nel 2009 Il posto di ognuno. L’estate del commissario Ricciardi e nel 2010 Il giorno dei morti. L’autunno del commissario Ricciardi. Dal 2011 la saga viene continuata e pubblicata da Einaudi. Le vicende di Ricciardi diventarono una serie televisiva Rai con Lino Guanciale nei panni del commissario.«Napoli è l’unica città che lascia il segno. È impossibile dimenticarla» – Maurizio De Giovanni, linkiesta.it Al centro dei romanzi di De Giovanni troviamo sempre Napoli, bella e al tempo stesso inquietante, di cui lo scrittore riporta colori, voci, contraddizioni, luci e ombre. Dal 2013, sempre per Einaudi, inaugura la serie dei bastardi di Pizzofalcone, che segna il passaggio dal noir classico al police procedural. Tra i titoli ricordiamo, Buio per i bastardi di Pizzofalcone (2013), Cuccioli per i bastardi di Pizzofalcone (2015), Souvenir per i bastardi di Pizzofalcone(2017), Angeli per i bastardi di Pizzofalcone (2021), Pioggia per i bastardi di Pizzofalcone (2024). Il protagonista della saga, Giuseppe Lojacono è interpretato da Alessandro Gassmann in una serie tv di successo. Sempre nel 2013 scrive un racconto per la raccolta antologica di Sellerio, Un giorno di Settembre a Natale, in cui fa il suo esordio l’assistente sociale Mina Settembre (interpretata in tv da Serena Rossi).Tra le altre opere, ricodiamo la serie con protagonista Sara Morozzi, ex agente di un’agenzia di servizi segreti. Alcuni titoli: Sara al tramonto (Rizzoli, 2018), Una lettera per Sara(Rizzoli, 2020), Sorelle. Una storia di Sara (Rizzoli, 2023). Nel 2025 esce per Mondadori, L’antico amore. Maurizio de Giovanni ha scritto anche per il teatro. Tra i suoi drammi, si distinguono l’adattamento di Qualcuno volò sul nido del cuculo (2015) e Il silenzio grande (2019), diventato anche un film diretto da Alessandro Gassmann.