A tu per tu con l’autore
Credo che l’idea di questa coppia improbabile sia nata proprio mentre pulivo casa (due figli adolescenti, un marito sempre di corsa e un felino, avete presente? Ecco, questo per dire che ho visto cose che voi umani… 😉 ) insomma, mi son trovata a pensare: in fondo, chi meglio di una colf riesce a infilarsi nelle pieghe più nascoste delle vite altrui? E così ha preso vita Alma Boero che, volente o nolente, con il suo lavoro entra in questi micro universi e scopre inevitabilmente “cose”. E poi chi c’è di più invisibile di una donna delle pulizie? Così, quando Jules Rosset, ispettore montanaro, testone e spigoloso – autotrapiantato a malincuore dalla Valle d’Aosta tra il salmastro della Riviera Ligure – incontra Alma, intuisce subito di aver trovato il grimaldello perfetto per infilarsi dove le reticenze del suo capo e la burocrazia delle indagini non gli permetterebbero mai di arrivare. Ovviamente non ha fatto i conti con Alma, che con quattro figli, un ex marito dall’altra parte del mondo e una suocera lombrosiana, puntigliosa e un po’ sciancata a carico… be’, non è che proprio freme per farsi impelagare nelle faccende di questo ispettore invadente e molesto, anzi, ne starebbe molto volentieri alla larga. È vero, Alma e Jules di romanzo in romanzo cambiano, sia nel loro rapporto, sia con chi gli sta intorno. E continueranno a farlo, io non amo il seriale “cristallizzato” dove tutto si ripete all’infinito senza modificarsi. I miei personaggi si muovono in una realtà in continuo divenire che a volte cambia anche il loro modo di vedere e affrontare le cose (o “la prospettiva”, come direbbe Alma) e poi nei romanzi precedenti succedono fatti che li toccano da vicino e inevitabilmente li trasformano, così ogni storia diventa una nuova “storia”. Proprio come succede nella vita.
Se penso alle protagoniste femminili del romanzo, le gemelle Marta e Maria, la mitica suocera Alfonsina e ovviamente Alma, non posso non riflettere sul fatto di quanto tu sia brava a descrivere le psicologie e le attitudini di queste figure, tarandole perfettamente e sottilmente, in relazione alle diverse età. Sono donne molto vere, sono quello che eravamo e ciò che siamo e saremo, se così posso dire. E’ un azzardo questo? Nel senso, dire che, al netto di peculiarità e carattere, in fondo descrivi l’evoluzione di una stessa donna? E dove si ritrova, se si ritrova, Valeria Corciolani in queste figure?
Che splendida domanda, è la prima volta che me la pongono e confesso che anche io me ne rendo conto solo ora! Non c’è stata premeditazione, in effetti, come sempre accade quando la storia si srotola abbastanza da sé, però penso sia proprio così: è come se gli eventi venissero scandagliati tra passato presente e futuro con sfaccettature diverse a seconda di chi li legge. L’Alfonsina ha il disincanto dell’età, che le regala il permesso di dire ciò che pensa senza farsi troppi scrupoli, Alma si barcamena tra il dire\fare\pensare con tutte le remore e le fatiche del caso e Marta e Maria… be’, hanno la fresca e sbrigativa perspicacia dei loro dodici anni. Tre età, sì, che racchiudono un unico affilato “sguardo”, a cui è piuttosto difficile sottrarsi!
Lo stesso vale per la profondità e lo sguardo fresco e originale con cui delinei e tratti le figure maschili, i gemelli Luca e Paolo, Jules, lo stesso Carlo Messi. Anche la rivalità, qualora vi sia, è sana, mai prevaricante. Si tratta di figure di incontro e non di scontro. Sei d’accordo con questa interpretazione?
Sono molto d’accordo su questa interpretazione, i gemelli di Alma e il figlio di Jules hanno la stessa età e tutto sommato una vita abbastanza simile con cui fare i conti. Lo stesso vale per i due protagonisti “più maturi”, tra i quali forse c’è un pizzico di sana rivalità, ma che il più delle volte diventa costruttiva e godibile collaborazione. E con un carattere tutto spigoli come quello di Rosset, be’, non è poi così scontato.
Oltre alla cura che metti nel delineare la trama gialla, colpisce, leggendoti, l’attenzione al contesto in cui muovi i personaggi, parlo di Chiavari, dove è ambientata la serie, quanto del contesto sociale di ciascuno, nelle relazioni, nei modi di vivere. Non ti fermi all’accettazione del diverso, vai al cuore della comprensione. Quanto è importante, oggi in particolare, questa differenza tra accettare le differenze e comprenderle?
L’essere ognuno diverso dall’altro è la prerogativa più speciale e meravigliosa che caratterizza il genere umano. Comprendere le differenze invece, chissà perché, è sempre lo scoglio più duro. Mi piace riassumere il concetto con la frase che pronuncia Didier, uno dei personaggi di questo ultimo romanzo, una frase con cui lui è cresciuto e che si porta nel cuore: “straniero è solo ciò che non conosci ancora. E non basta guardare con gli occhi per vedere veramente”. Ecco, a volte basterebbe ricordarsi solo questo.
La cifra e la qualità dell’ironia ti sono davvero congeniali e immagino connaturate alla tua persona. Le tue pagine ne sono pervase, i tuoi personaggi anche. Da dove trai questo meraviglioso e, a mio avviso, impagabile dono?
Come diceva Victor Hugo: la libertà comincia dall’ironia! E io ne sono convintissima, perché l’ironia è quella cosa che ti spinge a buttarla sul ridere, anziché buttarti giù. Comunque vada. Insomma, non bisogna mai dimenticarsi l’importanza immensa di saper sorridere e perché no, anche ridere!, di noi stessi. E poi a prendersi troppo sul serio diventa tutto di una noia mortale…
Valeria Corciolani lettrice: tra giallo e rosa? E per quanto riguarda il thriller, cosa apprezzi, se lo leggi, del thriller nordico in particolare?
In realtà quando leggo non mi pongo più la differenza di genere, specialmente da quando pensavo di non amare il fantasy e poi mi sono ritrovata ad aspettare l’uscita del nuovo Harry Potter con le unghie artigliate alla saracinesca della libreria dalla mezzanotte del giorno prima! Io credo, come diceva forse qualcuno, che esistano solo libri scritti bene e libri… be’, diciamo scritti non altrettanto bene. Quindi se un libro mi “agguanta” lo leggo e bon, a prescindere dal genere e dal colore. E poi la lettura è anche una faccenda molto “umorale”, no?, Facile che io spazi tra i generi a seconda del momento, anche perché leggere è la mia stanza tutta per me, dove la sera mi ripulisco dai pensieri immergendomi in storie non mie, spazio vitale di cui non posso assolutamente fare a meno! Questo per dire che sì, leggo anche i thriller, e pure loro mi affascinano quando sanno afferrarmi con la buona scrittura, anche perché l’incalzare della trama mi avvince, ma non è indispensabile, quello che mi cattura davvero è incontrare i personaggi, entrare nella loro vita, camminargli accanto come se li conoscessi da sempre. Per questo amo Håkan Nesser con il suo umanissimo commissario Van Veeeteren (mi piace tanto anche da ex commissario, con la sua venerabile – e assai invidiabile – libreria antiquaria) e Anne Holt che sa scavare nelle profondità nascoste dell’anima con una sensibilità a volte stupefacente.
Oltre che brillante, talentuosa e versatile autrice, sei anche una famosa illustratrice. Posso chiederti uno schizzo che ci mostri come immagini tu Alma e Jules?
Uh, ci provo!
Due schizzi inediti fatti per Thrillernord. Sono i protagonisti dei suoi libri così come li immagina lei.
Di Valeria Corciolani, sono tante le cose che ho da dire, le riassumo in un concetto: è un’Autrice di una bellezza straordinaria.
Quella bellezza fatta di talento, umanità, generosità, intelligenza, allegria e profondità. Quella bellezza di cui non se ne ha mai abbastanza.
Grazie di cuore , Valeria Corciolani!
Sabrina De Bastiani
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