A tu per tu con l’autore
Intervista a Sebastiano Vilella autore di Spasmox Torbido (Weird Book)
Un grande omaggio ai fumetti neri degli anni Sessanta ma soprattutto il grande ritorno di in protagonista senza volto che diventa ossessione, paura, nemico da temere e uccidere come accade a Giancarlo, uomo come tanti con una moglie un bambino appena nato che soffocato e inghiottito dalla crisi che dimezza e taglia i posti di lavoro comincia a sentirsi perseguitato da una figura malvagia.
Sebastiano Vilella con “Spasmox Il torbido” ritorna a un suo personaggio nato negli anni Novanta come Spas-Mex per la Granata Press ma “i veri eroi ritornano sempre,anche quelli neri. Quella di Spas-Mex reincarnato Spasmox è una storia nuova, che non ha precedenti nel fumetto e, a dire al vero, neanche altrove” scrive Massimo Perissinotto in apertura del volume edito da Weird Book. Una storia voluta più dal disegnatore Alfonso Elia che dall’autore, anzi richiesta fortemente da Elia che ha reintrepretato con tratti nerissimi un personaggio-non personaggio senza identità precisa ma incarnazione del male che si produce e cresce nell’inconscio e nella mente della vittima che cede alle sue paura e diventa killer e minaccia per la società.
Spasmox torna dopo un lungo periodo con un nome modificato. In cosa o com’è cambiato il tuo modo di raccontarlo?
Il lungo periodo di distacco da Spasmox, mi ha permesso, attraverso la realizzazione di molte altre storie a fumetti, di concentrare maggiormente l’attenzione sugli aspetti più psicologici e introspettivi dei miei personaggi. Spasmox in realtà si manifesta essenzialmente come sentimento emotivo, come ossessione, matura e prende forma all’interno della personalità del protagonista, vittima consapevole di una forma di esclusione sociale (la perdita del lavoro e della dignità personale). In questo senso ho accentuato gli aspetti più morbosi e patologici del disagio del protagonista, generato dalla sua incapacità di affrontare una condizione di emergenza che mette duramente a rischio l’equilibrio e il benessere della sua vita e quella del suo nucleo familiare.
E’ un personaggio-non personaggio, un protagonista nero a cui ognuno di noi può dare un volto e anche una identità, è una metafora dell’angoscia e della paura che in ogni periodo si diffonde nella società?Trovo che il periodo che stiamo attraversando, stia esponendo gran parte di noi a profonde incertezze e molti vivono il loro presente con un senso di angoscia; qualcosa che nasce dalla paura irrazionale dell’altro o di ciò che non si conosce abbastanza. L’ignoto dovrebbe poterci affascinare, spingerci ad aprirci per conoscere di più, invece ci sentiamo, a ragione o a torto, continuamente minacciati da qualcosa che potrebbe distruggere la stabilità del nostro sistema sociale e delle nostre esistenze. Questo porta moltissimi a rinchiudersi nel proprio guscio, a comunicare virtualmente, a diffidare di tutto e di tutti, ad attrezzarsi per forme di autodifesa più o meno legittime. In sostanza a non sentirsi più protetti da qualcosa di superiore (lo Stato? Dio?) che tuteli le nostre esistenze. La nostra società si irrigidisce, esclude anziché accogliere chi è in difficoltà e spinge verso le forme più odiose di intolleranza e di allontanamento dall’altro. La nostra è evidentemente una società eccessivamente individualista e profondamente disturbata, per questo pericolosa per sé stessa e per gli altri.
Nel graphic si affronta una paura insita in ognuno di noi, inconscia ma anche reale nei confronti di una perdita che destabilizza come quella del posto di lavoro. La detective è una ispettrice di polizia. E’ il tuo omaggio al commissario Grimaldi?
Si, la figura della ispettrice di polizia, fa da contraltare alla vicenda tutta mentale del protagonista. Ho voluto mutare al femminile la figura del commissario Italo Grimaldi ( QPress; Coconino Press- Fandango, 2013), prestato alla Mobile negli anni del fascismo, in quelli del dopoguerra e del boom economico. Infatti si tratta di sua nipote Italia, una funzionaria dello Stato non troppo speciale, ma determinata, che nella storia ha modo di confrontarsi direttamente con l’anziano parente ormai centenario, sul senso e sul ruolo di incaricata della sicurezza e dell’ordine sociale. Discutono insieme di un Paese che a loro appare come un tipo di formaggio pregiato, brulicante di vermi. Un dialogo ironico e fortemente simbolico, che arriva a spezzare la forte tensione della vicenda, deviandola su significati altri.
Storia nera nel testo e nei disegni. Mi racconti il tuo lavoro in coppia con Alfonso Elia?
Avendo avvertito una certa “urgenza” nel voler raccontare questa storia di impianto marcatamente Noire, ma trovandomi impegnato a realizzare un altro lungo racconto a fumetti (L’Armadio di Satie, Coconino Press, 2016), decisi di affidarla alla mano capace di Alfonso Elia, che amando svisceratamente il mio Spasmex de Il Gioco delle Passioni ( Ed. NPE, 2008), si è calato con grande entusiasmo ed energia in questo nuovo SpasmoXTorbido. Alfo ha giocato moltissimo sulle atmosfere catramose e sulle luci fredde e artificiali delle nostre città di oggi, esasperando a tratti gli aspetti più drammatici, ma anche ironici dei personaggi e, pur capace di un segno memore della tradizione del fumetto nero italiano e non solo, lo ha rigenerato con forza e spregiudicatezza senza alcuna forma di compiacimento stilistico. Posso aggiungere che ha lavorato nel pieno rispetto dell’idea originale del mio personaggio e con risultati a mio avviso sorprendenti. Abbiamo scoperto infine di essere in sintonia con i tipi della Weird Book che entusiasticamente ha prodotto e pubblicato questo racconto grafico.
Spasmox può essere considerato un antieroe?
Credo che ogni cosiddetto anti-eroe, abbia molto degli eroi dei fumetti. Si tratta di personaggi creati per evidenziare, attraverso caratteristiche e comportamenti discutibili se non addirittura negativi, l’esatto contrario di quei personaggi che incarnano valori generalmente accolti come eticamente positivi, tuttavia lo fanno con tale forza espressiva e persuasiva, da essere protagonisti e non antagonisti delle storie. In tale senso un Diabolik, piuttosto che un Kriminal, conducono le loro storie avvolgendo e coinvolgendo il lettore nelle loro personalità moralmente dubbie e permettendolo di identificarsi in comportamenti normalmente e socialmente inaccettabili. Nel caso di SpasmoX non possiamo mai dire se il suo è un modo di essere e agire amorale, perché sempre mosso da un sentimento esasperato di amore e di protezione verso persone amate. Inoltre, essendo la proiezione di sentimenti irrazionali fuori controllo e non avendo una vera consistenza fisica (Spasmox si manifesta e agisce alterando i comportamenti delle sue vittime psicologicamente dal loro interno) non resta che provare a definire SpasmoX un non-eroe piuttosto che un anti-eroe.
Tensione sociale, satira, crisi, ma anche qualche sorriso?
SpasmoXTorbido è certamente una storia intrisa di tensione, di rabbia e si sviluppa in un contesto sociale tormentato, di forte attualità e riconoscibilità. I personaggi sono mossi dalla paura del presente e dalla incertezza del futuro, tuttavia ho cercato di accompagnare la loro vicenda personale con una certa forma di tenerezza e di velato umorismo che prova a rendere più lieve il senso del racconto. Un racconto comunque intriso di humor nero, anzi…nerissimo.
Sebastiano Vilella
Storia di Sebastiano Vilella
Disegni di Alfonso Elia
Lettering e interventi grafici Maria Forleo
Impaginazione e design Mattia Gentili
A cura di Cristina Marra
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