La vita segreta degli scrittori




Recensione di Francesca Mogavero


Autore: Guillaume Musso

Traduzione: Sergio Arecco

Editore: La nave di Teseo

Pagine: 275

Genere: Giallo/Thriller

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Nel 1999, dopo aver pubblicato tre romanzi di culto, il celebre scrittore Nathan Fawles annuncia la sua decisione di smettere di scrivere per ritirarsi a vita privata a Beaumont, un’isola selvaggia e sublime al largo delle coste mediterranee. Autunno 2018. Fawles non rilascia interviste da più di vent’anni, mentre i suoi romanzi continuano ad attirare i lettori. Mathilde Monney, una giovane giornalista svizzera, sbarca sull’isola, decisa a svelare il segreto del celebre scrittore. Lo stesso giorno, viene ritrovato sulla spiaggia il cadavere di una donna e le autorità mettono sotto sequestro l’isola, bloccando ogni partenza e ogni arrivo. Comincia allora un pericoloso faccia a faccia tra Mathilde e Nathan, in cui si scontrano verità occulte e insospettabili menzogne, e si mescolano l’amore e la paura…Un romanzo indimenticabile, un affascinante mistero letterario che si rivela soltanto quando l’autore compie l’ultima mossa del suo piano diabolico.

RECENSIONE


Lo scrittore che non vuole più scrivere Nathan Fawles, il giovane scrittore che nessuno vuole pubblicare Raphaël Bataille, la giornalista svizzera con un mistero da risolvere Mathilde Monney, uno pseudo reporter sensazionalista e una comunità che ama la propria privacy: universi simili e opposti che convergono nella splendida isola di Beaumont, “una sorta di Costa Azzurra senza turisti, senza ostentazioni, senza inquinamento, senza cemento”.

Personaggi, ma anche e soprattutto scritture: La vita segreta degli scrittori di Guillaume Musso è infatti un raro e brillante esemplare di romanzi (il plurale è voluto) nel romanzo. Dall’opera non scritta (o forse sì, ma celata al mondo), dal bestseller, il manoscritto rifiutato e quello nuovo in via di composizione, agli appunti di un’inchiesta, dai Tweet più o meno attendibili e gonfiati a lettere d’amore tanto belle da parere scritte a tavolino; e poi citazioni esplicite oppure occultate tra le righe (basta dare un’occhiata ai riferimenti bibliografici alla fine del libro!) e le voci, titoli di giornale e forme alternative di comunicazione e linguaggio – video amatoriali, puntate di trasmissioni registrate, foto, tante foto.

Ciascuno si esprime con tutta la propria energia e chi dichiara di non volerlo più fare in realtà manda messaggi ancora più forti, quasi urlati; mittente e destinatario, verità e menzogna si compenetrano, si confondono, si scambiano di ruolo. E noi spettatori – noi, proprio noi dall’altra parte del foglio o dello schermo, quelli che esistono davvero (ma ne siamo poi veramente sicuri?) – ci ritroviamo a chiederci cosa sia vero e cosa no, chi sia il narratore, chi il protagonista e chi il lettore, addentrandoci sempre più nella narrazione, attraversando una stanza dopo l’altra, spazi comunicanti che forse sono solo un abile gioco di specchi.

C’è un punto fermo (che però, a ben vedere, un po’ si muove e sfugge): un cadavere.

Chi è e chi lo ha ucciso?

E perché Mathilde chiede a Nathan di scrivere la fine della storia che gli sta raccontando?

Qual è il ruolo di Raphaël?

Chi sta fingendo?

Sono davvero necessarie delle risposte, e perfino queste stesse domande?

Siamo in un romanzo che ne contiene mille altri, abilmente chiusi in scatole che si spalancano all’improvviso, mostrandoci nuovi scorci, punti di vista differenti e sviluppi possibili e alternativi… Sul serio ci aspettiamo di trovare la verità, che sia una e una sola e per giunta lineare?

La vita segreta degli scrittori è un’esperienza immersiva, un libro-game in cui tutte le strade sono dipanate e sviluppate contemporaneamente, ma soprattutto un inno alla lettura, alla scrittura e al lavoro di romanziere – che lavoro non è, non nel senso letterale del termine – un prontuario per lo scrittore o l’aspirante tale, che può essere sintetizzato in otto punti:

  1. “Nessun consiglio ha mai reso migliore uno scrittore! […]Nessuno può insegnarti a scrivere. È qualcosa che devi imparare da solo.”
  2. Cercare di piacere al lettore “è il miglior modo per far sì che non ti legga.”
  3. “L’essenziale è la linfa che irrora la tua storia. La sostanza che deve possederti e percorrerti come una corrente elettrica. Che deve bruciarti le vene, affinché tu non possa fare altro se non andare fino in fondo al romanzo, come se ne dipendesse la tua stessa vita.”
  4. “Un romanzo è emozione, non è intelletto. Ma per far nascere emozioni occorre innanzitutto viverle. Occorre che tu avverta fisicamente le emozioni dei tuoi personaggi.”
  5. “Se sei romanziere, lo sei ventiquattro ore su ventiquattro.”
  6. “Se vuoi fare solo quanto è consentito dalla legge, non sarai mai un buon romanziere. E non sarai mai un artista.”
  7. “Scrittore una volta, scrittore per sempre.” Volente o nolente, aggiungerei.
  8. “[…] tutto è potenzialmente fonte di ispirazione e materiale di finzione, ma nulla, nel romanzo, appare così come è stato visto, vissuto o appreso. Come in un sogno, ciascun dettaglio della realtà può deformarsi e trasformarsi in un elemento essenziale di una storia in costruzione. È in quell’istante che un dettaglio può tradursi in qualcosa di romanzesco – sempre vero, ma ancora più reale.”

In conclusione, Musso ci dimostra che se non si è disposti a sudare lacrime e a piangere sangue, a scrivere per scrivere come atto assoluto, senza cause, conseguenze, attese e pretese, a rischiare senza applausi, pacche sulle spalle o tornaconto, meglio dedicarsi ad altro: ci sono mezzi più comodi, facili e a portata di mano per fare un po’ di soldi, nutrire l’ego e trovare compagnia per una notte o poco più.

P.S. Unica pecca? Gli editori non stanno seduti “a pranzo fino alle tre del pomeriggio nei ristoranti di Midtown o di Saint-Germain-des-Prés”, la realtà è un po’ diversa… ma lo ripeto, ci troviamo pur sempre in un romanzo, no? Anche “la vita segreta degli editori” potrebbe celare sorprese e molte ombre… e qualche scheletro nell’armadio con cui bere whisky giapponese.

A cura di Francesca Mogavero

www.buendiabooks.it

Guillaume Musso


Guillaume Musso, romanzo dopo romanzo, ha costruito un legame unico con i suoi lettori. Nato ad Antibes nel 1974, ha iniziato a scrivere dopo gli studi e non si è più fermato, nemmeno quando è diventato professore di Economia. I suoi libri, tradotti in 40 lingue, e più volte adattati per il cinema, lo hanno consacrato come uno dei più importanti scrittori di noir, grazie al successo di romanzi come Il richiamo dell’angelo, Central Park, La ragazza di Brooklyn, Un appartamento a Parigi (questi ultimi pubblicati da La nave di Teseo).

 

 

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