Me non più




Recensione di Francesco Morra


Autore: Massimiliano Costa

Editore: italic & pequod

Genere: Narrativa

Pagine: 112

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Jaco è un giovane consulente aziendale che da ragazzo accarezzava un sogno diverso: fare il violinista e circondare la sua vita di bellezza. Da questa tensione tra aspirazione e divenire, tra sogno e realizzazione s’innesca la storia di una sua giornata in previsione di un incontro decisivo con i vertici dell’azienda cliente. Ventiquattro ore di lavoro matto e disperatissimo barricato in un grattacielo. Un’importantissima riunione la mattina seguente. Lo sforzo per raggiungere l’eccellenza, la voglia di dimostrare di essere all’altezza, stress, capi, ambizione, slide, molti caffè e nessuna ora di sonno. Fino allo sfinimento delirante che arriva al ritmo della Ciaccona di Bach. Sullo sfondo la sera in cui Jaco, anni prima, ha dovuto prendere la prima scelta determinante della sua vita: dedicarsi alla musica oppure studiare in una prestigiosa università.

Recensione

Un giovane consulente è protagonista di questo romanzo. Si descrivono i momenti di una sua scadenza lavorativa che lo porterà, insonne, a lavorare stremato. Ciò si intervallerà con i ricordi della giornata che lo pose davanti al bivio della scelta tra l’università e una carriera, tutta da costruire, dedicata al violino.

Massimiliano Costa racconta perfettamente quanto la vita sia questione di scelte.

Come si fa a prendere una scelta senza sapere nulla di ciò che si sceglie? Io forse vorrei poter continuare a fare di tutto.

Jaco, ha un lavoro economicamente appagante ,ma estremamente stressante e rimugina sulle sue scelte, visto che aveva un sogno di accedere alla professione di musicista ,accantonata, per uno stipendio sicuro e una ascensione sociale riconosciuta da amici e famiglia.

Lo so, ma devi voler lottare. Se vuoi arrivare in alto, se vuoi permetterti il lusso dell’ambizione bisogna sforzarsi di lottare, anche nelle battaglie perse

Riusciamo a contenere e sostenere pressioni e costrizioni smettendo di sognare?

Questo libro è un vero ammonimento. Jaco non ci riesce e si ribella. Il libro è una presa di coscienza pagina dopo pagina. Ogni paragrafo è un mattoncino che costruisce la decisione dello yuppie in erba a ripartire perché la vita non è predeterminata. Dobbiamo vivere ogni momento con audacia e non essere contenuti e posti sotto campane di vetro che ci opprimono e mortificano. Niente può essere barattato per la nostra libertà intellettuale.

La verità è che vuoi guadagnare per poter dire ai tuoi genitori di avere successo.

Questo libro è un affresco della generazione nata dalla precarietà che si estende dall’occupazione e deflagra condizionando i sistemi valoriali e di riflesso i rapporti interpersonali, oramai demandati al web e ai social media.

Jaco sperimenta l’entrata dalla porta principale nel mondo del lavoro, la filosofia del self made man evoluzione dell’ hobbesiano homo homini lupus. Lui cerca di omologarsi ma la sua formazione artistica gli permette di dire basta dopo aver sofferto la costrizione a cui è stato sottoposto e che lo aliena facendolo sentire uno straniero di se stesso. Una riappropriazione di se stessi attraverso una virata drastica.

Un tassello, la lettura di questo romanzo, per comprendere quanto vi sia ancora da dire e raccontare dei trentenni di oggi.

Ai vostri pazzi assalti di guerra schiere di dispersi economisti e ingegneri e il resto del meglio della nostra pigra gioventù. Me, non più!


INTERVISTA

Quando e come nasce  l’idea del romanzo “Me non più”?

L’idea del romanzo nasce dall’immagine di un tramonto estivo, visto da un ufficio dopo una lunghissima giornata di lavoro. La bellezza della natura circostante contrastava con un contesto lavorativo davvero opprimente. Provai a scriverne una poesia, ma non mi riuscì. Alla notizia della morte di Moritz Erhard, cui il libro è dedicato, capii che quell’immagine poteva essere la chiave di volta di una storia molto più ampia.

Il suo libro ha un pubblico di riferimento? La generazione dei nati negli anni ottanta riesce ,secondo lei, a raccontarsi?

Direi due, quantomeno. I giovani consulenti alle prese con settimane da 60/80 ore di lavoro e centinaia di slide, ma anche i ragazzi più giovani, soprattutto quelli in procinto di scegliere il corso di studi universitario.
Per quanto riguarda la generazione anni ottanta, io penso che abbia avuto la possibilità di raccontarsi attraverso strumenti nuovi, come i social network, certamente rilevanti in termini di auto-rappresentazione.  Ma anche a livello narrativo penso sia una generazione che voglia e sappia parlare di sè, italiani inclusi. Mi sembra ci sia invece molta più confusione sul nostro ruolo nel mondo e non molta voglia di trovarsene uno…

Quali sono i suoi scrittori preferiti? Cosa legge in questo periodo?

Non ho scrittori preferiti, ma mi piace molto rileggere i giganti della mia terra, le Langhe. Mi riferisco ovviamente a Fenoglio e Pavese.  Al momento però ho appena terminato l’ultimo libro di Elisa Casseri e quello di Claudia Durastanti, mentre sul comodino ad aspettarmi ho “La pista di ghiaccio” di Roberto Bolaño e “The mind is flat” di Nick Chater.

Massimiliano Costa

A cura di Francesco Morra

www.youtube.com/user/Vetriera

Massimiliano Costa


Massimiliano Costa: ha 33 anni ed è il direttore di ShareTheMeal, la fortunata app con cui il World Food Programme delle Nazioni Unite ha raccolto fondi per oltre 20 milioni di dollari aggiudicandosi prestigiosi premi (Google Play Award, SXSW Innovation Award, Glomo, Webby e molti altri riconoscimenti). Nato ad Alba, nelle Langhe, Massimiliano ha studiato nello stesso liceo classico di Beppe Fenoglio per poi diplomarsi in violino al Conservatorio di Cuneo. Dopo la laurea in Lettere conseguita all’università di Torino, si è trasferito a New York per frequentare il master in International Affairs della Columbia University. Dal 2011 al 2014 ha lavorato nel campo della consulenza strategica all’interno di una delle più prestigiose aziende mondiali specializzate in questo genere di servizi. Attualmente Massimiliano vive a Berlino. Me non più  è il suo romanzo d’esordio.

 

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