Recensione di Cristina Bruno
Autore: Melania G. Mazzucco
Editore: Einaudi
Genere: romanzo storico
Pagine: 568
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Giovanni Briccio è un genio plebeo, osteggiato dai letterati e ignorato dalla corte: materassaio, pittore di poca fama, musicista, popolare commediografo, attore e poeta. Bizzarro cane randagio in un’epoca in cui è necessario avere un padrone, Briccio educa la figlia alla pittura, e la lancia nel mondo dell’arte come fanciulla prodigio, imponendole il destino della verginità. Plautilla però, donna e di umili origini, fatica a emergere nell’ambiente degli artisti romani, dominato da Bernini e Pietro da Cortona. L’incontro con Elpidio Benedetti, aspirante scrittore prescelto dal cardinal Barberini come segretario di Mazzarino, finirà per cambiarle la vita. Con la complicità di questo insolito compagno di viaggio, diventerà molto più di ciò che il padre aveva osato immaginare. Melania Mazzucco torna al romanzo storico, alla passione per l’arte e i suoi interpreti. Mentre racconta fasti, intrighi, violenze e miserie della Roma dei papi, e il fervore di un secolo insieme bigotto e libertino, ci regala il ritratto di una straordinaria donna del Seicento, abilissima a non far parlare di sé e a celare audacia e sogni per poter realizzare l’impresa in grado di riscattare una vita intera: la costruzione di una originale villa di delizie sul colle che domina Roma, disegnata, progettata ed eseguita da lei, Plautilla, la prima architettrice della storia moderna.
Recensione. Plautilla Briccio è figlia di Giovanni, un intellettuale del 1600, versatile, con guizzi di genialità. Figlio di un materassaio, Giovanni scrive commedie, si interessa di medicina, matematica, architettura, dipinge e colleziona libri e oggetti vari. Come molti del suo tempo deve tirare avanti una famiglia, affrontare il dolore di figli morti troppo presto e crescere i superstiti, Albina, Plautilla e Basilio. Plautilla non ha una particolare grazia, né bellezza ma è curiosa e attenta e, pur avendo un carattere forte, accetta che il padre le trasmetta le sue conoscenze e la avvii alla pittura, alla scienza e all’architettura.
Anno dopo anno le conoscenze di Plautilla aumentano ma il suo nome resta legato a quello del padre, di umili origini. E poi è una donna… Non le sarà facile dimostrare la sua competenza, ma la sua determinazione e l’amicizia con l’abate Elpidio Benedetti, segretario di Mazzarino, la porterà a diventare ufficialmente la prima donna architetto di Roma, appunto un’architettrice.
Siamo di fronte a un romanzo storico, che vive di ricostruzioni accurate carpite tra biblioteche e musei, raccolte con passione e pazienza e che danno vita a uno scorcio della Roma del ‘600, con qualche breve escursione ottocentesca.
Chi è davvero Plautilla Bricci?
Il profilo è descritto pagina dopo pagina con gli occhi di un’osservatrice dei nostri giorni, che rende vivo e attuale un personaggio che ha faticato per trovare un proprio posto nella storia, per le sue umili origini e per la sua natura di donna. Era impensabile in quel secolo, ma anche molto dopo, che una donna potesse essere eguale o addirittura superiore a un uomo per sapienza e abilità nelle arti e nelle scienze.
Le opere da lei realizzate restano come un monito a un mondo forgiato su modelli maschili e un monumento al genio femminile che tra mille difficoltà non rinuncia a lottare per ciò in cui crede.
I personaggi attorno a Plautilla contribuiscano a creare una coralità di voci che parlano di un’altra visione possibile, di un altro futuro costruibili, libero da impedimenti e da razzismi di ogni genere. Albina, Basilio, Eufrasia, Elpidio, Giò, Giustina, Margherita, Virginia, Giovanni, Chiara, Rutilio partecipano tutti a un grande affresco popolare che lascia per una volta sullo sfondo i potenti quali i Papi che si succedono l’uno all’altro, i cardinali in perenne lotta per il potere, i Re e gli Imperatori. Mentre Bernini e Borromini ridisegnano le chiese e i palazzi di Roma, Plautilla ridisegna la condizione femminile, riscattando con le proprie competenze e la perseveranza secoli di svalutazione morale e intellettuale.
La vera forza del romanzo è la narrazione, fluida e mai scontata che ci accompagna alla scoperta di un pezzo della nostra storia, una parte di noi che non sapevamo ci appartenesse.
A cura di Cristina Bruno
Melania Mazzucco
Melania Gaia Mazzucco è nata a Roma il 6 ottobre del 1966. È la seconda figlia di Andreina e dello scrittore Roberto Mazzucco. Dopo aver conseguito il diploma di maturità presso il Liceo Classico Mamiani, si iscrive all’ Università “La Sapienza” di Roma, dove nel 1992 consegue la laurea in Storia della Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea. Parallelamente agli studi universitari, tra il 1988 e il 1990 frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ottenendo il diploma in sceneggiatura. Il suo esordio nel campo della narrativa avviene nel 1992, con il racconto intitolato “Seval”, che venne pubblicato sulla rivista Nuovi argomenti. Tra il 1992 e il 2002 lavora per l’enciclopedia Treccani, seguendo la sezione Letteratura e spettacolo. Nel 1995 assieme a Luigi Guarnieri scrive “Una pallida felicità. Un anno nella vita di Giovanni Pascoli”. L’opera, prodotta dal Teatro Stabile di Torino, vinse nel 1996 la Medaglia d’oro IDI come miglior opera drammatica italiana. Con il suo primo romanzo, “Il bacio della medusa” (1996), arriverà finalista allo Strega, Premio che riuscirà a vincere nel 2003 con il romanzo “Vita”. Autrice di numerosi romanzi, radiodrammi e opere, Melania G Mazzucco ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Ha lavorato per numerosi quotidiani e rivista, sia in Italia sia all’estero. Attualmente collabora con il quotidiano la Repubblica.
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