Recensione di Francesco Morra
Autore: Ezio Sinigaglia
Editore: TerraRossa Edizioni
Genere: Narrativa
Pagine: 101
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Mastro Landone è riconosciuto come il più talentuoso artigiano e inventore che vi sia al mondo, ma entro i confini del principato di Lopezia è solo e infelice perché costretto a reprimere la propria sessualità. Finché l’apparizione del giovane Nerino non lo indurrà a concepire la più semplice e geniale delle sue creazioni, infrangendo le leggi degli uomini per assecondare quelle del desiderio. Con una scrittura musicale che mima un italiano arcaico, Sinigaglia presenta una novella che gioca con le regole della sintassi e della morale per lanciare una sfida letteraria e farci riflettere sui labili confini tra realtà e inganno, verità e finzione.
Recensione
Oh non è vero dunque quel ch’il mondo crede, che vi siano un amor sacro ed un profano! Oh vedi dunque com’ha fatto Iddio di mettere in ciascuna forma d’amor la Sua luce!
Ezio Sinigaglia, dopo il grande successo e riscontro di critica e lettori dei suoi romanzi Il pantarèi e Eclissi torna con questa sorprendente prova quale è questo suo libro L’imitazion del vero. Scritto che arricchisce e gratifica il panorama letterario italiano.
Una novella, un romanzo breve, racconto lungo. Insomma sono cento pagine da centellinare per godere di un opera di rara bellezza.
Certo si parla di amore. Un sentimento assoluto vissuto con una passione travolgente. Un uomo adulto si innamora perdutamente e per mille traversie questo sentimento torrenziale lo condurrà a viverlo e realizzarlo compiutamente. Saremo assieme a Nerino e con lui man mano acquisiremo coscienza delle emozioni e vivremo le angosce e i timori di Mastro Landone. Verremo contagiati da un sentimento puro che fa stare bene e regala momenti di astrazione. Una felice idealizzazione che rinfranca.
Si ritiene semplicistica una definizione di un racconto libertino questo libro è molto di più e non solo un narrato dalle reminiscenze e sapori boccacceschi.
Perno ,a mio avviso, dirimente nella costruzione del romanzo è l’utilizzo di un linguaggio assimilabile al volgare, o alla primigenia resa da cui l’attuale lingua italiana deriva. Tale scelta rende epica la lettura e fa rileggere le pagine in alcuni punti per assaporarne meglio la perizia di Sinigaglia che cesella le costruzioni verbali con una perizia senza eguali.
All’inizio si resta spiazzati da questo linguaggio così elaborato e dal sapore volutamente antico, poi se ne è avvinti. La decodifica del testo è un quid arricchente quasi fosse una traduzione. Leggere un tal romanzo desta un lettore che forse in molte occasioni si trova davanti opere addomesticate ed intellettualmente soporifere. Invece qui ci troviamo davanti un’operazione originale e stimolante che appaga i palati di tutti.
Sinigaglia, è un abile artigiano della parola e ci fa dono del suo talento, questo testo è una testimonianza esemplare di come sia arte fare letteratura.
A cura di Francesco Morra
Ezio Sinigaglia
è nato a Milano nel 1948. Ha svolto diversi lavori in ambito sia editoriale sia pubblicitario e ha esordito nella narrativa nel 1985 con Il pantarèi, ripubblicato nel 2019 con grande successo da TerraRossa Edizioni; nel 2016 ha dato alle stampe per Nutrimenti il romanzo breve Eclissi, molto apprezzato dalla critica. Tra gli autori che ha tradotto e curato figurano Charles Perrault, Marcel Proust e Julien Green. Suoi contributi narrativi e saggistici sono apparsi su prestigiose riviste a stampa e sul web. Il suo ultimo romanzo L’imitazion del vero pubblicato da TerraRossa Edizioni è stato segnalato al Premio Strega 2020.
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