Recensione di Francesco Morra
Autore: Stefano Biolchini
Editore: Caffèorchidea
Genere: Narrativa
Pagine: 260
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Ci sono storie nascoste, maledette. La famiglia Corsini – nobili e fieri proprietari terrieri sardi – per anni è riuscita a nasconderne una. Ma alla morte del padre, Andrea comincia un percorso di ricerca che parte da Parigi, in un piccolo appartamento di famiglia, e tra lettere, foto e racconti arriva fino a Virginia e alle sue peripezie; di queste inizia a scriverne un romanzo. In una Sardegna antica, fra strade di paesi labirintiche, sguardi pesanti e voci di piazza, la storia di Virginia apre uno squarcio sul mondo sardo durante il ventennio fascista, indaga l’orgoglio di una famiglia, la cupidigia dei possedimenti, gli scontri generazionali. E scopre il velo su una storia di coraggio e ribellione, l’epopea di una Nora post-Ibseniana alla ricerca della propria redenzione. Tra le pagine di questo romanzo cariche di tensione emotiva, nel disvelamento di una questione privata, eppure universale, due domande sorreggono il gioco del racconto: può la letteratura, a distanza di anni, redimere le sofferenze vissute da chi ci ha preceduto? E a quale prezzo?
Recensione
Virginia mi sta aspettando tra le pagine
Virginia nel cassetto è il romanzo d’esordio di Stefano Biolchini. L’autore ci guida in una storia ambientata tra la Sardegna e Parigi. L’io narrante è Andrea Corsini, che è protagonista in quasi tutto il libro e si possono di fatto enucleare due trame, una avente come attore principale Andrea alle prese con il suo vissuto e la voglia di raccontare in un libro la storia di questa sua prozia Virginia intersecandola alle vicende della sua famiglia e l’altra è occupata dalla vita di Virginia stessa. Quindi saga familiare, biografia di un’ antenata e racconto di come nasca l’esigenza e quali siano le peripezie di uno scrittore.
Le storie si contaminano e nello scorrere delle pagine ci troveremo persi nei modi, usi e costumi dell’isola e a passeggiare nella capitale francese.
Gran lavoro da parte del Biolchini nel riuscire, attraverso accurate descrizioni e una correlata scrittura densa ma scorrevole, nel farci calare a pieno in una vicenda che parte a cavallo del periodo fascista pre seconda guerra mondiale e che ci restituisce un panorama socio culturale forse poco conosciuto. Tra i pregi di questo romanzo oltre ad aver costruito un emblematico personaggio femminile, Virginia, si ravvisa la mirabile narrazione della gestazione e cura di un libro da parte di uno scrittore. Libro designato non mero oggetto, come a volte lo cataloga l’industria editoriale. Invero Biolchini attraverso le sofferenze fisiche e prostranti di Andrea, conferisce al volume la sua funzione di veicolo di cultura e opera d’arte, frutto di un lavoro eclatante e gravoso.
Le donne sono protagoniste a tutto tondo, dalla madre alla sorella di Andrea, per non dimenticare la zia Viola. Figure coraggiose e determinate che si piegano ma non si spezzano e sfidano con il loro contegno le avversità della vita. Resilienti vincono la battaglia con il quotidiano.
Un romanzo corale dove delicata e generosa è delineata la figura dell’amico Emil che aiuta l’io narrante e gli dona affetto e devozione incondizionati.
In queste pagine respirerete il sale del mare e vi scotterete al sole estivo, passeggerete al galoppo e vi addentrerete in una società regolata da granitiche tradizioni, statica in un eterno presente fin dagli albori del mondo. Numerosi sono gli episodi che suscitano emozione ed anche il finale è uno jab stordente che arriva alle tempie del lettore. Ci si emoziona e non si ha scampo.
Virginia e Andrea assieme insegnano che si può sbagliare e bisogna accettarlo. Lei con orgoglio e dignità trova nel lavoro una ragione di vita mentre il Corsini incarna una tra le tante sfaccettature dell’essere artista. Un libro che permette di entrare in un mondo protetto quale quello di un casato, le parole e i fatti raccontati spingono e procedono senza bussare all’interno di un microcosmo. Vi sarà una variabile che lo sgretolerà e porterà ad una deflagrazione producendo un effetto domino. Mettetevi comodi e preparatevi a viaggiare e ad innamorarvi … questo libro vi sarà caro.
Il libro e la letteratura servono a farci viaggiare con la mente: questo romanzo realizza tale proposito in pieno.
A cura di Francesco Morra
Stefano Biolchini
Stefano Biolchini: Giornalista cagliaritano, vive a Milano e lavora presso la redazione della Domenica de Il Sole 24 Ore dove scrive di narrativa contemporanea. Ha pubblicato in Francia il saggio sulla poesia francese “Le Paris des poètes maudits” e in Italia “Parigi e i Poeti maledetti” oltre a racconti nelle più prestigiose riviste letterarie.
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