Recensione di Claudia Cocuzza
Autore: Camilla Läckberg
Traduzione: Catia De Marco
Editore: Einaudi_ Collana Stile libero big
Genere: Thriller
Pagine: 120
Anno di pubblicazione: 6 aprile 2021
Sinossi. Mentre fuochi cadono come paracadute colorati e girandole luminose esplodono in cielo, Max, Liv, Anton e Martina festeggiano tra di loro la fine dell’anno. Ragazzi ricchi, belli, viziati, che per il mondo indossano una maschera impeccabile, dietro cui però nascondono odio e dolore. Il catering serve aragoste, caviale, champagne e i quattro attingono anche alle bottiglie da collezione che sono in cantina. Amoreggiano, fumano, spiano i genitori nella casa vicina. E iniziano a giocare. Dapprima Monopoli, poi Obbligo o Verità. E ben presto un passatempo un po’ malizioso deflagra nell’occasione per mettersi a nudo e liberarsi, finalmente, del peso della verità.
Recensione
Il primo romanzo che ho letto di Camilla Läckberg è stato “Il bambino segreto”, del 2007.
Non era il primo della serie di Fjällbacka; mi è capitato tra le mani e mi sono detta: «Svedese, come Stieg Larsson. Vediamo che sa fare.»
Da quel momento è diventata il mio idolo.
Sono andata a recuperare i quattro romanzi precedenti con protagonisti Patrik Hedström ed Erica Falck e, da lì in poi, ho sempre aspettato con ansia le nuove uscite.
Anche questa, “Il gioco della notte”.
Della serie con Erica e Patrik amo tutto: la descrizione della vita quotidiana, familiare e di coppia ‒ricordo addirittura che, quando Erica aspettava Maya, io aspettavo Giulia‒, l’ironia di Erica ma soprattutto l’indagine che origina nel presente ma coinvolge un passato lontano, adoro i capitoli in corsivo che ci narrano di eventi remoti, che avrebbero rischiato di rimanere sepolti se Erica non ci avesse ficcato il naso.
Perché vi dico tutto questo? Cos’ha in comune la serie di Fjällbacka con l’ultima uscita della Läckberg?
Niente. Ma proprio niente.
Non c’è un cadavere, non c’è un’indagine di polizia, non c’è un crimine su cui indagare.
Eppure trovo esplodere dei temi che l’autrice aveva più volte toccato, che sono stati di volta in volta sottesi alla trama principale del giallo di turno, e che qui, tutti insieme, diventano l’unico fulcro della narrazione.
Parlo dell’abuso, della violenza nascosta dietro una facciata di normalità ostentata, perpetrata all’interno di quello che dovrebbe essere il posto più sicuro del mondo: la casa.
Quattro adolescenti, Liv, Max, Anton e Martina, la notte dell’ultimo dell’anno, in una villa di lusso a Stoccolma.
Apparentemente hanno tutto: sono ricchi, giovani, belli, e lo sono talmente tanto da esserne annoiati. Per questo bevono, si impasticcano, sono sprezzanti verso il resto del mondo.
Oppure questo atteggiamento è il loro modo per proteggersi dal dolore?
Camilla Läckberg squarcia la facciata di perfezione di quattro famiglie alto-borghesi e sviscera il marcio che si nasconde dietro di essa e che ha avvelenato l’esistenza di questi ragazzi.
Cosa li accomuna? Si conoscono da sempre, perché le loro famiglie si frequentano da prima che loro nascessero, e hanno formato un gruppo chiuso, all’interno del quale non accettano intrusi, “gli altri”.
Perché? Perché non li considerano alla loro altezza?
“Gli altri” pensano di sì, che il motivo sia questo, ma la verità è diversa.
«Abbiamo sempre fatto tutto in quattro» obietta ‒Anton‒ con un gesto verso il piano superiore.
«È vero» concorda Max. «Ma non mi ricordo più perché.»
«Perché eravamo i più rovinati. Perfetti e funzionanti all’esterno, ma tristi e danneggiati qui dentro.»
E allora il vaso di Pandora viene scoperchiato: negli abusi subìti da Liv rivedo la vittima de “La sirena”; nei soprusi vissuti da Max e Martina rivivo la violenza che ha accompagnato l’infanzia di Frans ne “Il bambino segreto” ma anche il disagio familiare di Anna e dei suoi figli; il desiderio di accettazione di Martina e Anton mi parlano de “Il predicatore”.
Tutto questo a testimonianza del fatto che il tema della violenza domestica ha sempre accompagnato la produzione dell’autrice.
Sicuramente qualcuno si lamenterà della brevità del romanzo, ma mi sento di dire che la Läckberg ha rappresentato ciò che aveva intenzione di esprimere andando dritto al cuore della questione, senza girarci troppo intorno, evitando di divagare o di provare a indorare la pillola, per cui lo vedo come un punto di forza, non come un difetto.
Di certo è una prova diversa per la scrittrice svedese, ma sicuramente una bella prova d’autore.
Credo che sia il tassello che sentiva di dover mettere per poter continuare sulla strada tracciata del thriller nordico di sua concezione, così come abbiamo imparato a conoscerlo e ad apprezzare.
Alla fine il delitto c’è, ma la storia si chiude lì.
Chissà che non sia l’incipit di una nuova indagine per Erica e Patrik.
Io me lo auguro e aspetto.
A cura di Claudia Cocuzza
www.facebook.com/duelettricisottountetto/
Camilla Läckberg
Jean Edith Camilla Läckberg Eriksson è cresciuta a Fjällbacka, un paese sulla costa ovest della Svezia dove ambienta preferibilmente le sue storie e dove visse anche Ingrid Bergman. Prima di diventare una delle più celebri e vendute autrici di polizieschi della Svezia, ha lavorato per diversi anni nel marketing. Oggi, madre di due figli, vive a Stoccolma dove continua a scrivere la sua fortunata serie tradotta in moltissimi paesi, che ha venduto finora nel mondo più di sei milioni di copie. Dal primo episodio della serie (La principessa di ghiaccio, scritto nel 2002 ed edito in Italia da Marsilio nel 2010), vincitore in Francia del Grand Prix de Littérature Policière, viene realizzato un film, il primo di una serie di successo in Svezia. Tra gli altri titoli: Predikanten – Il predicatore (2004, edito in Italia da Marsilio nel 2010), Stenhuggaren – Lo scalpellino (2005, edito da Marsilio nel 2011), Olycksfågeln – L’uccello del malaugurio (2006, Marsilio 2012), Tyskungen – Il bambino segreto (2007, Marsilio 2013), Sjöjungfrun – The Mermaid (2008), Fyrvaktaren – Il guardiano del faro (2009, Marsilio 2014), Il segreto degli angeli (Marsilio, 2015), Tempesta di neve e profumo di mandorle (Marsilio, 2015), Il domatore di leoni (Marsilio, 2016), Ali d’argento (Marsilio, 2020) e Il gioco della notte (Einaudi, 2021).
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