Recensione di Loredana Cescutti
Autore: Jo Nesbø
Editore: Einaudi
Collana: Stile Libero big
Traduzione: Eva Kampmann
Serie: Harry Hole #10
Genere: Thriller nordico
Pagine: 638 p., R
Anno di pubblicazione: 2013
Sinossi. Il corpo massacrato di un poliziotto è ritrovato alle porte della capitale norvegese, sulla scena di un crimine rimasto irrisolto e su cui lui stesso aveva indagato. Qualche tempo dopo viene scoperto il cadavere di un suo collega: stesse modalità di esecuzione, stesse coincidenze. A questo punto non può essere un caso. I delitti sono tanto feroci quanto perfetti, ed è chiaro a tutti che l’assassino ha appena cominciato. Fermarlo è un lavoro per Harry Hole. Ma di Harry Hole non c’è traccia.
Recensione
Bilico!
Bilico, il mio ad agosto, dopo aver terminato “Lo spettro” (di cui potete trovare la recensione nel sito Thrillernord) per quel finale, che tanto lasciava in sospeso, che non illudeva, ma che allo stesso tempo faceva promesse.
Volevo proseguire, avevo bisogno di risposte ma, allo stesso modo ne avevo paura e così, ho aspettato e ad un certo punto, però, mi sono detta: “Ora basta! Il momento della verità è arrivato.”
“Dove doveva essere. Dove non sarebbe mai stato. Non completamente, come avrebbe voluto. Perché era vero, era un istinto che gli mancava. Invece aveva quell’altro istinto, quella specie di malattia batterica carnivora, che divorava tutto il resto nella sua vita, che neppure l’alcol riusciva ad arginare completamente e che lui ancora, dopo tanti anni, non sapeva bene cosa fosse.”
Bilico anche per Harry, che dentro questa storia non ci vuole entrare perché la teme, ha paura deicani rabbiosi che si risvegliano ogni singola volta che lui lascia entrare il mostro dentro di sé.
“Mi sembrava sempre di scegliere i momenti peggiori in assoluto per bere. Di crollare quando dovevo essere a tutti i costi lucido. Come se dentro avessi un demone che voleva mandare tutto in malora. Mandare in malora me.”
L’indagine, il male, l’estraniamento dall’esterno, l’autodistruzione che ne consegue.
“… guardava il fumo della sigaretta che saliva in lente volute verso il soffitto della camera da letto. Formava figure e visi. Sapeva a chi appartenevano. Avrebbe potuto nominarli, uno per uno. La società dei poliziotti estinti. Soffiò fino a farli sparire. Aveva preso una decisione. Non sapeva esattamente quando, sapeva soltanto che avrebbe cambiato tutto.”
Troppi, però, gli spettri che continuano a seguirlo, a rincorrerlo, a tormentarlo, a chiedergli aiuto e lui capisce che se c’è qualcuno che PUO’ intervenire, questo è sempre è solo lui, perché è disposto a tutto.
“… tutto significa qualcosa. E noi cominciamo a cercare là dove c’è luce, dove vediamo qualcosa.”
A quale prezzo però, quanto sangue ancora verrà versato prima di poter scorgere il filo sottile che conduce alla verità?
Una lettura avvolgente, travolgente, che ti lascia spiazzata, che affonda nella carne e lì ancora si muove, si rigira, si agita per fare più male, per ferirti in profondità e soprattutto per ferire lui, dove ormai non c’è più sopportazione per il male e, per le lacrime ormai seccate per le persone a cui teneva, a cui tenevi, anche tu lettore.
Un Nesbø ancora una volta sconvolgente per l’architettura della storia e un Harry, che qui ha camminato in equilibrio precario, dall’inizio del suo coinvolgimento e fino alla fine di questa indagine sanguinaria.
Si sbilancia, rischia di cadere ma non cede, soffre ma si trattiene, avverte gli spettri e i cani dentro di lui, impegnati in una lotta feroce ma lui non si lascia deconcentrare, o almeno non del tutto e si focalizza su ciò che è necessario fare senza lasciarsi fuorviare.
Perché quando Harry agisce si estrania, chiude tutti gli accessi della sua mente alle influenze esterne e, lì dentro, pensa, riflette, organizza, agisce.
Una corsa pazza e sanguinaria, una storia che lascerà dietro di sé l’autentica sensazione di perdita ma anche un messaggio per Harry e per noi: la vita, anche se può sembrare egoistico per chi non c’è più, va guardata sempre con una prospettiva orientata verso il futuro, proprio per non farsi trascinare a fondo.
“Allora, che faccio? Catturo l’uomo e mi lascio trascinare a fondo?”
Harry, fai la cosa giusta, sarà sufficiente.
Buona lettura!
Jo Nesbø
Cantante, chitarrista e scrittore, in patria e non solo è stato insignito di numerosi premi letterari. Prima di votarsi completamente alla scrittura, ha fatto il calciatore di Seria A, il giornalista free-lance e il broker di borsa. “Il pettirosso” è il suo primo libro, votato in Norvegia come migliore crime novel. Ha scritto una serie con protagonista il detective Harry Hole, che appare in numerosi romanzi tra cui citiamo “Il pettiross”o (Piemme, 2004), “Nemesi” (Piemme, 2007- finalista all’Edgar Award 2010), “La stella del diavolo” (Piemme, 2008), “La ragazza senza volto” (Piemme, 2010), “L’uomo di neve” (Piemme, 2010), “Il leopardo” (Einaudi, 2011), “Lo spettro” (Einaudi, 2012) e “Polizia” (Einaudi, 2013). Oltre a questa serie, Nesbø ha scritto anche “Il cacciatore di teste” (Einaudi, 2013), “Il confessore” (Einaudi, 2014). Inoltre, ha dato alle stampe con Salani la serie per ragazzi Il dottor Prottor, che comprende, tra gli altri “Il dottor Prottor e la superpolvere per petonauti” (2009), “Il dottor Prottor e la vasca del tempo” (2011), “Il dottor Prottor e la distruzione del mondo” (2012) e “Il dottor Prottor e il grande furto d’oro” (2013). Altre sue pubblicazioni Einaudi sono: “Scarafaggi” e, l’anno dopo, “Sole di mezzanotte”, “Sete”, “L’uomo di neve”, “Macbeth”, “Il coltello”. Nel 2020 è uscito il thriller indipendente “Il fratello”. A settembre 2021, sempre con Einaudi ha pubblicato “Gelosia”.
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