Speciale
di Stefania Ceteroni
Tornare ad incontrare autori dal vivo è stata una delle cose più belle che mi sono capitate di recente e l’occasione mi è stata fornita da NebbiaGialla, noir festival che si è tenuto nei giorni scorsi a Suzzara. Il sedicesimo appuntamento, per la precisione, il primo in presenza dopo la pausa obbligata, dovuta alla pandemia.
Non sono riuscita a partecipare alla serata d’apertura con Marcello Simoni, la distanza ed impegni di lavoro mi hanno impedito di essere sul posto venerdì sera, ma sabato e domenica mi sono goduta ogni incontro che è stato proposto al Cinema Dante.
Nel raccontare questo festival ai lettori Thrillernord, non proporrò i singoli interventi, che sono disponibili sul profilo facebook del Festival visto che sono stati proposti anche in diretta.
Le emozioni, quelle vorrei raccontare.
La prima è dovuta alla presenza di mia figlia accanto a me che, con la sua fotocamera al collo, ha immortalato i momenti più belli dei vari interventi ed ha seguito con attenzione, se non tutti, gli appuntamenti alcuni decisamente pesanti per una ragazzina di 16 anni soprattutto per i temi trattati; ne ha seguiti molti, tanto da scegliere quali libri acquistare per sé e farseli autografare.
Non è stata tanto l’emozione legata (solo) al fatto che fosse mia figlia a condividere la mia passione per la lettura, per le storie, per i libri. Vedere una giovane lettrice ascoltare con spirito critico, mostrarsi anche selettiva ed esporsi superando la sua timidezza, per conquistare il suo spazio tra tanti adulti è stato un buon segno: questi ragazzi hanno tanto bisogno di nuovi stimoli, soprattutto all‘indomani di un periodo decisamente nero per loro più che per chiunque altro e non posso che ringraziare gli autori che sono arrivati anche a lei, pur avendo davanti un pubblico decisamente più maturo in fatto di età.
E poi gli incontri. Non ho vissuto il festival come se il mio posto fosse relegato ad una poltroncina in platea e quello degli autori un gradino più in alto, sul palco. Certo, quello era il loro posto, ma vedere volti noti seduti accanto al pubblico in attesa, o anche nel giorno precedente al loro intervento per ascoltare i colleghi, vederli chiacchierare a margine degli incontri, non solo nel momento del firma copie, ma anche fuori dal cinema o davanti al portone dingresso, catturare uno sguardo, un sorriso, un saluto come se fosse destinato ad un amico e non ad un semplice lettore, è stato davvero bello. Ho respirato un’aria familiare merito degli organizzatori, Paolo Roversi in primis che hanno accolto tutti come proprio una grande famiglia sa fare.
A legarmi a tutti gli altri c’era una passione di fondo: quella per la lettura. Ascoltare gli autori e le autrici presenti parlare non solo dei rispettivi libri, ma anche delle proprie manie, dei loro legami con i personaggi, dei progetti futuri, di ciò che ha dato il la ad una storia, della voglia di uscire dalla propria comfort zone o dalla necessità di dare un seguito ad una serie è stato molto piacevole.
François Morlupi, Luca Ongaro, Fabiano Massimi e Michele Navarra hanno aperto la mattinata di sabato presentando, rispettivamente Come delfini tra pescecani, Un’altra storia, I demoni di Berlino e Nella tana del serpente. Uno sguardo al presente ma anche alle prossime, interessanti uscite.
Andrea Cotti, Fausto Vitaliano e Riccardo Meggiato, a seguire, con La terra di mezzo, La sabbia brucia, La scienza del crimine, quando la scienza risolve i casi.
Alice Basso e la sua Anita Bo hanno portato tutti in un’epoca in cui la massima ambizione di una donna avrebbe dovuto essere quella di trovare un buon partito, accasarsi e fare figli, invece ne Il grido della rosa la protagonista non è proprio dello stesso avviso!
In collegamento Antonella Lattanzi è riuscita comunque ad arrivare ai presenti, nonostante l’impossibilità di essere fisicamente presente.
Il pomeriggio si è aperto con un collegamento con la Francia per dare la parola a Franck Thilliez e passare poi all’antologia che Paolo Roversi ed alcuni amici hanno voluto realizzare per scopi benefici, destinando gli introiti alla Croce Rossa.
Indaga, detective: tanti protagonisti noti ai lettori si sono ritrovati in un’antologia nella quale ha fatto capolino anche Luigi Alfredo Ricciardi a cui Maurizio De Giovanni ha dato la parola in un prologo che ha lasciato anche aperta una certa porta chissà!
Valerio Varesi, Enrico Pandiani e Sandrone Dazieri hanno parlato dei personaggi che hanno calato nel racconto corale i loro personaggi.
Massimo Carlotto con Il Francese e Cristina Cassar Scalia con Il talento del cappellano hanno chiuso il pomeriggio per poi sfidare il Festival di San Remo con la presenza da tutto esaurito, nel dopo cena, di Maurizio De Giovanni che ha presentato il suo ultimo libro L‘equazione del cuore – per il quale ha voluto preparare i lettori ad una storia diversa da quella a cui sono stati abituati soprattutto con i pesonaggi seriali.
Domenica mattina l’apertura è stata affidata a Rosa Teruzzi Ombre sul naviglio, Sarah Savioli Il testimone chiave e Barbara Baraldi La stagione dei ragni che hanno guidato il pubblico tra personaggi seriali, testimoni chiave a quattro zampe ed eventi inspiegabili in una Torino che stenta a credere a ciò che sta accadendo.
Il testimone è passato, poi, a Jacopo De Michelis con La stazione e Franco Forte L’uranio di Mussolini che hanno proposto l’uno una complessa storia ambientata alla stazione di Milano e l’altro una ipotesi molto particolare: Cosa sarebbe successo se Enrico Fermi avesse messo nelle mani di Mussolini la bomba atomica?.
Chiusura con il botto con la presenza di Carlo Lucarelli ed il suo Léon.
Il tempo di un pranzo a casa di un’amica e siamo ripartite verso casa. Stanche ma felici, con libri nuovi da leggere, autografi di cui essere gelose, immagini e ricordi da conservare a lungo.
Grazie a @greta.photo_
per le foto e per la compagnia.
A cura di Stefania Ceteroni
https://libri-stefania.blogspot.com