Anime immonde




ANIME IMMONDE


 Autore: Giuseppe Vivona

Editore: Jack Edizioni

Genere: thriller

Pagine: 190

Pubblicazione: 2022

Sinossi.  Un romanzo, tre storie: quella di un uomo in fuga da una vita infelice e dalle sue responsabilità; quella di una donna misteriosa con parenti ultrareligiosi e amicizie ambigue; quella di un commissario acuto ma stronzo, insopportabile e, per questo, solo e isolato. Tre vite che si legano e si scontrano, sullo sfondo dei loro demoni interiori e di quelli che arrivano da qualche altro luogo, fino alle estreme conseguenze. Una setta di esorcisti deviati, che conduce esperimenti su uomini e donne posseduti, con l’obbiettivo non di liberarli ma di controllare i fenomeni, e i demoni, per portare la “loro Fede” alla vittoria. Queste le vicende che si snodano fra la Sardegna e la Lombardia, con la realtà di tutti i giorni a fare da cartina tornasole, in un vortice di terrore, dolore, sangue e paura. Un racconto in cui ogni personaggio cerca una sua forma di redenzione, nutre i suoi demoni e, piaccia o no, ha le sue buone ragioni.

 

Recensione di Christian Floris

Alessio Spina, medioman con una vita discretamente incasinata e frustrante, fa saltare in aria il corso della sua esistenza anonima aggredendo tre persone nella sala d’attesa di un ambulatorio medico. Novello Michael Douglas in Un giorno di ordinaria follia, Spina si dà alla fuga verso Milano e sull’aereo conosce la tatuatrice Elena che gli offre l’opportunità di rifarsi una vita, procurandogli dei documenti falsi. Da questo momento in poi, Spina firma un patto col diavolo e scivola sul piano fortemente inclinato della pazzia.

C’è un tema di fondo che percorre le pagine di Anime immonde, thriller-horror che non fa sconti a nessuno, ed è quello della complessità del Male. Male come assenza di bene, ma anche come dimensione spesso misteriosa e incontrollabile dell’animo umano.

Un romanzo che mostra una struttura quadripartita piuttosto articolata, con gli epiloghi finali che fanno storia a sé e con diverse focalizzazioni del punto di vista, nel tentativo (riuscito) di dare completezza e compattezza narrativa alla storia. L’autore è bravo nel premere sul pedale della suspense, quando serve. C’è qualche incursione nello splatter ma non si avverte né didascalismo, né l’indugiare fine a se stesso sul grand-guignol. Si respira invece, come da copione, una gran bella atmosfera tesa, attanagliante, con l’abat-jour da accendere a portata di mano e un occhio doveroso alle lezioni di un maestro come Dan Simmons.

Molto attenta ai dettagli la caratterizzazione dei personaggi e la descrizione delle ambientazioni, oppressive e claustrofobiche. Tragico, nella sua figura tutta d’un pezzo, il commissario Marrone, metafora della razionalità umana che cerca di capire e combattere forze sconosciute e molto più grandi. Un testo super-immersivo anche negli inquietanti approfondimenti psicologici, a tratti disturbante nelle sue folli efferatezze.

Un finale che ha lo stesso impatto di un treno merci lanciato ad alta velocità su un binario morto, eppure assolutamente logico nella sua devastante icasticità. Ma l’inferno, per Spina e soci, non è iniziato dal balzo nel sovrannaturale: è già la dimensione della loro vita, senza affetti e senza stimoli, banale nel suo stanco rotolarsi, a trasformarsi in un mostro smisurato. E allora, con le parole di Calvino, il problema diventa quello di cercare nell’inferno ciò che inferno non è, e dargli spazio. Ma qui lo spazio della scena è occupato in prevalenza dagli abissi delle tenebre.

Difficile distinguere buoni e cattivi in questo scontro titanico contro le forze oscure. Si spegne il lettore e-book con la sensazione che il libro non abbia detto l’ultima parola. Ed è per questo che ci piacerebbe leggere un possibile sequel, forse con qualche venatura fantasy in più.

Gli ingredienti per gli amanti del genere ci sono tutti e questa è senz’altro una prova convincente d’esordio. Ma quel quid in più, che non ci fa catalogare Anime Immonde nella semplice narrativa thriller-horror è la musica – una playlist da incorniciare – che scandisce i titoli dei capitoli. A cui suggeriamo di aggiungere, magari come bonus-track, Exorcism dei James Taylor Quartet. Giustoper tenere lontane presenze indesiderate.

 

 

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INTERVISTA

Anime Immonde è il tuo romanzo d’esordio, in cui descrivi il Male nella sua cruda realtà. Ci sono degli autori che hanno ispirato la tua trama o, comunque, a cui ti riferisci per temi, atmosfere e ambientazioni?

 Per quanto riguarda la trama, no: ho cercato, e cerco, di creare dei soggetti il più originali possibili. Per temi e atmosfere, pur essendo un fanatico di Stephen King, ho cercato di ispirarmi un po’ a RayBradbury (credo con poco successo), un po’ a Dan Simmons e un po’ a Dean Koontz.

Per le ambientazioni mi sono attenuto a luoghi di mia conoscenza per far sì che fossero più reali possibile nonostante il tipo di storia.

Cos’è per te la scrittura? Anche un modo per esorcizzare le paure, per restare in tema?

Scrivo di cose che m’inquietano per razionalizzarle.

La scrittura è un modo per divertirmi e trovare pace creando qualcosa. Adoro la burrasca della prima stesura e poi la sensazione da scultore del lavoro di revisione. Ho questa visione di me che elimino pezzi inutili e cerco di rifinire i contorni.

È difficile descrivere la sensazione di calore e familiarità che si instaura con i miei personaggi.

Domanda d’obbligo: hai già qualche nuovo progetto nel cassetto?

Sì, ma al plurale. Sto scrivendo la storia madre di Anime Immonde che, per ora, si intitola I Cavalieri delle Tenebre, dei racconti lunghi su un personaggio a me caro che si fa chiamare ElBuitre e un romanzo oscuro, molto ai confini della realtà, ambientato nel mondo delle arti marziali miste. Inoltre, visto che se vuoi essere un buon terrorista che attacca la letteratura italiana devi dare tutto, continuo a comporre e proporre poesie.

Tante idee, devo trovare il tempo per portarle avanti in maniera degna.

Giuseppe Vivona 

 

 

Giuseppe Vivona


Sardo. Classe 1975. Dopo aver pubblicato diversi racconti e poesie, “Anime immonde” è il suo primo romanzo.