Autore: Sophie Hannah
Editore: Mondadori
Traduzione: Manuela Faimali
Genere: Narrativa poliziesca
Pagine: pagg. 264
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Il più grande detective del mondo, Hercule Poirot, leggendario protagonista di Assassinio sull’Orient Express e Poirot sul Nilo di Agatha Christie, ritorna per risolvere un nuovo diabolico mistero. Hercule Poirot è in viaggio da Londra su un lussuoso pullman diretto verso l’esclusiva tenuta di Kingfisher Hill, dove Richard Devonport lo ha convocato per dimostrare che la sua fidanzata, Helen, è innocente dell’omicidio di suo fratello Frank, avvenuto in quel complesso residenziale. Ma c’è una strana condizione legata a questa richiesta: Poirot deve nascondere il vero motivo per cui si trova lì. Il pullman è costretto a fermarsi quando una donna angosciata chiede di scendere, insistendo che, se rimane seduta al suo posto, sarà assassinata. Anche se il resto del viaggio passa senza ulteriori colpi di scena, la curiosità di Poirot si risveglia, e i suoi timori verranno poi confermati quando a Kingfisher Hill viene scoperto un corpo su cui è adagiato un macabro biglietto. Questo nuovo omicidio e lo strano incidente sul pullman potrebbero essere indizi per risolvere il mistero di chi ha davvero ucciso Frank Devonport? E se Helen è innocente, riuscirà Poirot a trovare il vero colpevole in tempo per salvarla dalla forca?
Recensione di Marina Morassut
E’ difficile, in casi come questo, non fare paragoni con l’originale, che avremmo pensato sempre inimitabile e irripetibile, nonostante le decine di omaggi, parodie ed altro che vari scrittori e a vario titolo hanno dedicato alla Sig.ra del Crime e al suo piccolo ma famosissimo investigatore belga.
Del resto gli eredi e detentori dei diritti dei romanzi di Agathe Chrstie, l’Agatha Christie Ltd., devono aver messo nel conto che appassionati, estimatori e finanche le schiere dei nuovi lettori avrebbero letto i nuovi romanzi affidati alla penna della scrittrice di thriller Sophie Hannah con un occhio di riguardo, diciamo così. E che il rischio sarebbe valso il tentativo. C’è da chiedersi se questa decisione è stata presa per motivi letterari, qualunque essi siano, oppure per una mera questione economica.
Sia come sia, dopo 39 anni dalla sua ultima apparizione letteraria, e dopo essere anche morto, ritorna Poirot con questo quarto romanzo di Sophie Hannah, dopo:
“Tre stanze per un delitto (The Monogram Murders)” 2014, “La Cassa Aperta (curioso che in lingua originale il titolo sia l’opposto e cioè Closed Casket) 2016, “Il Mistero dei Tre Quarti” (The Mistery of Three Quarters) 2018.
La storia inizia in una fredda giornata di fine Febbraio del 1931, quando troviamo Poirot e l’ispettore di Scotland Yard Edward Catchpool (suo amico e narratore di questa vicenda ed in un certo qual modo sostituto del precedente Hastings), che sono in attesa di salire sul pullman di lusso che li porterà in poche ore da Londra all’esclusiva tenuta di Kingfisher Hill, dove sotto mentite spoglie sono stati invitati da Richard Devonport, figlio dei padroni di casa. Il quale non vuole far sapere alla sua famiglia di aver ingaggiato il famosissimo ispettore belga per provare l’innocenza della fidanzata Helen, che si è auto-accusata dell’omicidio del fratello di Richard stesso e che ora si trova in carcere, in attesa di sentenza che la condurrà sulla forca.
Ma mentre Poirot e l’amico ispettore stanno attendendo insieme ad altri passeggeri che vengano aperte le porte del pullman e di poter quindi iniziare sia il viaggio che la nuova avventura, una storia misteriosa si palesa ai loro occhi sotto forma di una donna sconvolta, che dichiara di non potersi sedere in un determinato sedile del pullman perché le è stato scritto su un biglietto anonimo che se così farà, troverà la morte.
Le porte del pullman si aprono e il fato vuole che l’unico posto rimasto libero per la donna appena quitatasi dopo le parole dei due amici sia proprio quello che la porterà a morte certa. Dopo una serie di discussioni, Poirot decide di scambiare il proprio posto con la donna, che acconsente grata.
Poirot e Catchpool raggiungono quindi l’abitazione della famiglia Devonport, ma la sera stessa vengono smascherati e sono costretti a lasciare la residenza. E chi li smaschera è Daisy, sorella di Richard e di Frank, il fratello assassinato, la stessa donna antipatica cui Poirot si era seduto vicino in pullman, quando aveva scambiato il suo posto con la donna che temeva di essere uccisa. E che durante il tragitto, non sapendo chi lui fosse, senza nomi e dettagli riconoscibili, gli aveva raccontato di aver ucciso un uomo.
Un po’ troppi misteri tutti in una volta anche per Poirot, che inizia a far lavorare le famose cellule grigie, chiedendosi al contempo se tutte le vicissitudini capitate una dopo l’altra sono slegate fra di loro, oppure se si possono far risalire ad una sorta di complotto.
Non diremo di più, per non rischiare di rivelare un po’ troppo di questa nuova avventura che vede un Poirot in gran spolvero, accompagnato da un Catchpool che forse nei confronti del buon vecchio Hastings perde un po’ di ironia e sembra una copia sbiadita dello storico e buon vecchio ispettore amico di Poirot.
Meno divertente e soprattutto meno simpatico e forse un po’ più lento a seguire le tracce che pur il belga gli lascia.
Devo però confessare che i tanti, forse troppi, dettagli in più, che l’autrice si sente in dovere di far specificare a Poirot, sono la parte che mi ha un po’ delusa ed infastidita.
Anche le esclamazioni in francese del piccolo belga, che di primo acchito paiono troppo ripetute, nella prosecuzione della lettura passano in secondo piano, perché in fondo sono una caratteristica peculiare del Poirot originale.
A lettura ultimata si può affermare che la Hannah, nel prendere in mano le avventure di Poirot, le rende proprie, senza farne una copia senza spessore, dando un’impronta precisa alla psicologia del crimine e mettendo in risalto i protagonisti della storia, pur creando un crimine che si dipana partendo da un’idea strana, quasi impossibile, ma allo stesso tempo attuale e accattivante.
E tutto sommato, se da un lato il lettore riesce a superare l’idea e accettare che queste avventure non sono il prosieguo nato dalla penna di Agatha Christie, dall’altro può trovare tutto ciò che era la cifra stilistica della Christie, e che l’erede Sophie Hannah ha mantenuto intatto: l’ambientazione in case di campagna, le così dette famiglie disfunzionali, con relativi giochi di potere interni, la morale che alcuni individui costruiscono da sé in barba alla legge civile, e soprattutto il palcoscenico finale in cui un sempre intuitivo, intelligente e preciso Hercule Poirot riunisce i protagonisti, per svelare alfine chi è il colpevole. O i colpevoli.
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Sophie Hannah
Figlia di due scrittori, Sophie Hannah si è laureata all’università di Manchester e vive nello Yorkshire con il marito e i due figli. È poetessa e autrice di racconti che le hanno valso premi prestigiosi. I suoi romanzi, tradotti in 16 paesi, sono saliti al vertice delle classifiche a poche settimane dall’uscita. Con il romanzo The Carrier ha vinto il National Book Awards Crime Thriller of the Year. È Honorary Fellow del Lucy Cavendish College (Cambridge) ed è stata finalista al TS Eliot Prize. Con Garzanti ha pubblicato Non è mia figlia, Non ti credo, Non è lui, Non è un gioco, La culla buia, Non è come pensi, Non fidarti, Non l’ho mai detto e Non fare domande. Con il permesso degli eredi, nel 2014 inizia la pubblicazione, con lo pseudonimo Agatha Christie®, di nuovi episodi con protagonista Hercule Poirot.