A Luglio




Le inchieste di Clodoveo 

Cristina Stillitano


DETTAGLI:

Editore: Piemme

Genere: Giallo

Pagine: 368

Anno edizione: 2024

Sinossi. Fa caldo da perdere la testa, in questa estate del ’57. Ma il commissario Clodoveo deve conservare tutta la sua lucidità. In un palazzo dei Parioli, nel cuore della Roma bene, una famiglia intera è stata ritrovata senza vita. L’avvocato Braschi difendeva tante cause perse. Eppure, stavolta, nessuno ha difeso lui, sua moglie e persino il piccolo Benedetto. Solo la figlia più grande, Ardenia, è riuscita a sopravvivere, gravemente ferita. Come se non bastasse, al quarto piano dello stesso stabile, c’è stato un furto con scasso. Possibile che i due fatti siano collegati? Tanti indizi, una soffocante cappa di paura e nessun aiuto dagli altri inquilini. Del resto, era ora di cena e tutti seguivano il Carosello nei nuovi televisori. Solo il portiere della palazzina di fronte ha visto un uomo correre via in modo sospetto. La chiave è forse la ragazza. Ma Ardenia, ricoverata in ospedale, non ha più ricordi di quella notte. Buio. Un maledetto buio nella mente, e lo strazio di trovarsi sola. Così il questore decide di affiancarle uno psichiatra per aiutarla a ritrovare la memoria. Già, la memoria. Una brace che consuma l’anima e toglie il respiro. Specie quando un commissario col pallino della verità scopre di aver dimenticato gli attimi in cui sua moglie è annegata nel Tevere. E, mentre cerca disperatamente di risolvere il caso, deve anche pensare alla sua Fiorella, che sposerà tra soli sette giorni…

 Recensione di Bruno Vigliarolo

Per iniziare a parlare di A luglio non succede mai niente (quinto romanzo dedicato alle inchieste del commissario Clodoveo, di Cristina Stillitano), non posso che partire da uno dei suoi elementi più interessanti e distintivi: l’ambientazione.

Se la città di Roma, infatti, può risultare una scenografia nota e ben esplorata in ambito letterario, la scelta di collocare la vicenda nell’estate del 1957 rappresenta un punto di discontinuità rispetto a quelli che sono i periodi più inflazionati nella crime fiction legata al Novecento.

Cristina Stillitano ci conduce per mano attraverso l’Urbe in pieno boom economico. Una città che non ha dimenticato le ferite della guerra, ma che è ancora ignara delle trame oscure che, di lì a una decina d’anni, serpeggeranno tra le sue vie come piombo liquido.

Una città che, nella sua apparente serenità, ci viene mostrata dal basso, attraverso uno spaccato sociale che trascende la mera “cartolina”, offrendo un vivido affresco storico, topografico e antropologico.

La trama investigativa origina dal tremendo fatto di sangue che si abbatte sulla famiglia Braschi.

Un’autentica strage che sconvolge la quiete dei Parioli e richiama l’attenzione del commissario Clodoveo: protagonista e pilastro indiscusso del romanzo, con la sua squadra variopinta, la sua famiglia acquisita, il suo quintale di peso e il fardello (ancor più pesante) che porta sulla coscienza. Ricordi sommersi tra le anse sinuose del Tevere.

Il ritmo narrativo è quello tipico di un giallo complesso, ben strutturato. L’autrice gioca ad armi pari con il lettore, proponendo una ricca sequenza di dialoghi che ricalca fedelmente lo sviluppo delle indagini.

Tassello dopo tassello, il mosaico poliziesco si corrobora senza frenesia, prendendosi il tempo necessario a regalare descrizioni, riflessioni e digressioni, ritratti umani di grande credibilità e vividezza.

Il tutto mediante una regia che spazia efficacemente tra i personaggi, con cambi di prospettiva che tengono alta l’attenzione e frammentano una verità già di per sé criptica e sanguinosa. Stratificata.

L’epilogo giunge in tutta la sua drammatica e struggente intensità. Un crescendo di pathos che affronta i punti più oscuri della vicenda, deflagrando in modo inatteso.

Per il lettore è come accarezzare una lava incandescente, stemperata solo dal tatto, dalla raffinatezza e dalla sensibilità che caratterizzano la penna dell’autrice. 

Lo stile è fresco e scorrevole. I periodi brevi, ben inanellati, si abbinano a un lessico decisamente ricco e preciso. Molto apprezzabile, poi, l’attenzione alla coerenza linguistica, con espressioni (dialettali e non) che rievocano la colloquialità tipica di quegli anni.

Per concludere, un romanzo coinvolgente, dal registro leggero e allo stesso tempo profondo: un giallo che sento di poter consigliare a tutti gli amanti della buona narrativa noir e mystery.

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Cristina Stillitano


Giornalista professionista e scrittrice, vive e lavora a Roma. Nel 2018 ha autopubblicato il primo episodio della serie Le inchieste di Clodoveo. Il giallo, intitolato Cuore di passero ha la morte, è stato premiato dai lettori di Amazon, piazzandosi primo in classifica tra i bestseller della categoria noir. Altri due successi sono seguiti al primo: La donna a metà e Andrai Tornerai Non Morirai, vincitore del premio letterario Amazon Storyteller 2021. I romanzi sono in successione cronologica: il primo è ambientato nella Roma del 1953, quest’ultimo nella capitale del 1956, resa con la straordinaria precisione e l’intramontabile fascino che si ritrova solo nei film girati in quegli anni.