Sinossi. 32mo episodio. Un grido spezza la quiete di Mircester e la camminata di salute che Agatha Raisin sta facendo nella pausa pranzo. Sono stati i signori Swinburn a gridare e ne avevano ben donde: davanti a loro, disteso sull’erba, c’è infatti il cadavere di un uomo. Si chiamava Harold Nelson, però tutti lo conoscevano come l’Ammiraglio, ed era noto non soltanto per la sua passione per le bocce, ma soprattutto per la sua spiccata tendenza ad alzare il gomito in ogni occasione, pubblica e privata. Una tendenza che – sostiene l’ispettore Wilkes – gli è costata cara: l’Ammiraglio avrebbe scambiato per una bottiglia di rum quella che in realtà era una bottiglia di diserbante, con le prevedibili e letali conseguenze. Ma è andata davvero così? Non è forse più probabile che qualcuno abbia avvelenato l’arrogante, invadente e presuntuoso Ammiraglio? È inevitabile: ogni abitante di Mircester ha una teoria e un colpevole, però le chiacchiere e i sospetti si addensano ben presto proprio sui signori Swinburn, soci, come l’Ammiraglio, della locale bocciofila. Per fortuna, la coppia ha Agatha dalla sua parte. Ma basterà per chiarire il mistero di un omicidio che sembra aver riempito di nuvole nere l’azzurro cielo primaverile dei Cotswolds?
Tutto d’un fiato!
di M.C. Beaton e B.W. Green
Astoria Guanda 2023
Marina Morpurgo (traduttore)
thriller, pag.220
Recensione di Silvana Meloni
Dal sito della Casa Editrice Astoria, la presentazione del personaggio: “Agatha Raisin è una cinquantenne dal carattere difficile. Ottenuto successo e denaro con un’agenzia di PR, decide di mollare tutto, Londra compresa, e trasferirsi a Carsely, fiabesco villaggio dei Cotswolds. Lì, per la prima volta, capisce di essere sola: un matrimonio breve e disastroso alle spalle, un’infanzia misera e difficile l’hanno resa sospettosa verso gli altri, tanto poco incline ai rapporti umani quanto desiderosa di averne. E proprio per essere accettata, Agatha si trova invischiata nella sua prima avventura. Da lì in poi, un po’ per caso un po’ per scelta – tutto sommato in pensione si annoia – Agatha sarà coinvolta in un considerevole numero di casi.”
Diventa difficile fare la recensione per l’ultimo nato di una serie così famosa, persino nelle sue trasposizioni televisive, probabilmente tutto quanto c’era da dire sarà stato già detto più e più volte.
Questo romanzo è il secondo pubblicato dopo la morte dell’autrice avvenuta nel 2019, pubblicazione tardiva ma anche scrittura postuma. Infatti il co-autore, in realtà ormai l’unico scrittore, è R.W. Green, amico ed editor della Beaton, autore inglese piuttosto famoso.
Nella prefazione infatti, Green, ricordando il lavoro fatto negli anni precedenti insieme all’autrice, tiene a precisare che il romanzo è scritto secondo lo stile di M.C. Beaton, come lei avrebbe voluto che fosse.
Trovo singolare la scelta di far sopravvivere una serie letteraria, con il suo stile narrativo, la protagonista e tutti gli altri comprimari, oltre la vita di colei che l’ha ideata, costruita e cresciuta; quasi si volesse dar vita a una figlia (col seguito di un intero entourage di amici e parenti) affinché si trasformi (novella Pinocchio) da burattino a persona reale.
Abbiamo assistito a moderne rivisitazioni di famosi personaggi letterari in film, serie televisive, fumetti, e, più raramente, romanzi. Tuttavia in questo caso l’operazione editoriale mi pare differente, infatti non c’è rivisitazione, piuttosto la riproposizione, direi anzi continuazione, senza interruzione alcuna, del lavoro della scrittrice.
E mi chiedo: possiamo considerarlo un plagio del suo lavoro stilistico e creativo, seppur con il benestare degli eredi, anzi, probabilmente, anche una richiesta della stessa autrice scomparsa?
Oppure è una scelta editoriale, che vuole la continuazione del lavoro di editor che Greene aveva fatto per la Beaton fino al 2019?
A questo proposito mi sovviene una vicenda del passato: il controverso rapporto Raymond Carver e il suo editor Gordon Lish, i cui pesantissimi interventi sulle stesure originali dei racconti scritti da Carver dal 1980 in poi, sono ancor oggi motivo di acceso dibattito sul confine tra editing e riscrittura di un testo.
Io non ho letto altri romanzi di M.G. Beaton, né i primi episodi di questa serie, quindi non mi esprimo in ordine al confronto tra questo testo e quelli scritti personalmente dall’autrice. Tuttavia ho delle pesanti riserve su questo tipo di operazione editoriale.
Ma torniamo a questo particolare romanzo. È stato evidente sin dal principio che i protagonisti si muovevano su un consolidato binario di azioni, relazioni e comportamenti, in cui si inseriva, come unico elemento di novità, l’evento criminoso specifico. Tuttavia il testo non mi ha soddisfatto: un giallo alla camomilla, un intreccio banale, qualche rara ipotesi di uno sviluppo più intrigante subito abbandonata per lasciar spazio alla mediocrità dei soliti cattivi dell’est, nessun momento reale di suspense. Purtroppo non c’è molto altro. La quarta di copertina prometteva una buona dose d’humor, la “nota” ironia della protagonista. Tuttavia non ho trovato, nelle scene del romanzo, alcuna situazione che mi abbia strappato un sorriso, così come nessuna curiosità mi spingeva a girare pagina per arrivare al disvelamento dell’identità dell’assassino.
Spiace dirlo, una lettura deludente.
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M.C. Beaton
Marion Chesney Gibbons, conosciuta in tutto il mondo con lo pseudonimo di M.C. Beaton, è nata in Scozia, a Glasgow, nel 1936, è deceduta nel 2019. Ancora giovanissima, si impegna in diversi lavori da libraia a critica teatrale, per diventare infine giornalista, prima di moda e poi di cronaca nera. Sposatasi con Harry Scott Gibbons, trascorre un periodo negli Stati Uniti ma, negli ultimi anni prima della sua morte, avvenuta nel 2019, passa il suo tempo tra un cottage nei Cotswolds e Parigi. Autrice di 160 romanzi, M.C. Beaton raggiunge il successo nel 1985, con la pubblicazione del primo giallo con protagonista il poliziotto scozzese Hamish Macbeth. La sua fama diventa internazionale nel 1992, con il primo romanzo incentrato su Agatha Raisin. Complessivamente, M.C. Beaton ha venduto 21 milioni di copie e, dai romanzi di Hamish Macbeth e Agatha Raisin, sono state tratte serie televisive di grande successo.
A cura di Silvana Meloni