Recensione di Salvatore Argiolas
Autore: Jim Thompson
Editore: HarperCollins
Traduzione: Seba Pezzani
Genere: Noir
Pagine: 340
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Mitch Corley è a un crocevia. Se la recente storia con Red, che ha conosciuto in viaggio, non dovesse girare per il verso giusto e se i dadi che con insistenza getta in ambienti in cui i soldi scorrono come l’oro nero del suo Texas non dovessero sorridergli con i numeri giusti, sarebbe seriamente nei guai. Anche perché a Red non ha detto di essere già sposato: in fondo, è come se non lo fosse, considerato che Teddy, la sua petulante moglie, è sparita da un pezzo e potrebbe pure essere morta, per quel che ne sa lui. Anzi, Mitch non verserebbe una sola lacrima se scoprisse che è così. Purtroppo, però, Teddy è viva e vegeta e non ha la minima intenzione di restare al suo posto, ovvero sparire per sempre. Stretto tra il bisogno di tenerla buona, dato che Red è ancora all’oscuro della sua presenza, e dalle difficoltà a gabbare i suoi ricchi compagni di gioco, tra cui un potente e diffidente petroliere, Mitch si troverà a testare la forza dei sentimenti della ragazza nei suoi confronti e la sua ruvida scorza da donna di mondo. In un Texas in cui l’unica cosa luminosa è il sole, prende corpo il minuetto morboso del classico triangolo lui, lei e l’altra, tra gioco d’azzardo, dissoluzione morale, opulenza debosciata e violenza senza freni. Con Alla larga dal Texas, Jim Thompson, cattivo come non mai, mostra perché il suo nome figura nell’elenco degli scrittori preferiti di buona parte dei grandi narratori americani.
Recensione
Con “Alla larga dal Texas” prosegue la meritoria opera di riscoperta dello scrittore noir Jim Thompson da parte della casa editrice HarperCollins.
Jim Thompson è stato un narratore potentissimo che ha messo in luce gli aspetti più crudi e deplorevoli della vita sociale americana ed è stato un maestro per tantissimi colleghi che hanno appreso da lui il mestiere di rappresentare in modo vivido e molto realistico la provincia americana.
Per Stephen King alcuni suoi libri, “Colpo di spugna”, “I truffatori” e “In fuga”, restano grandi romanzi americani del loro tempo.” perché questo anonimo e piccolo romanziere dell’Oklahoma dai capelli rossi catturò lo spirito del suo tempo e lo spirito della seconda metà del XX secolo: vuoto, un sensazione di spreco nella terra dell’abbondanza, di disagio nel conformismo, di alienazione in quella che, sulla scia della Seconda guerra mondiale, avrebbe dovuto essere una generazione all’insegna della fratellanza.”
“Alla larga dal Texas” non è al livello dei grandi noir di Thompson, tra cui è necessario citare anche “L’assassino che è in me”, ma contribuisce a rendere più completa la conoscenza di questo autore che con i suoi libri è diventato un fedele testimone della perdita dell’innocenza e del naufragio del grande Sogno americano.
Scritto nel 1965, subito dopo “Colpo di spugna”, “Alla larga dal Texas” mostra una narrativa meno nichilista e apocalittica ed ha una struttura limpidamente cinematografica quasi a ricordarci che Thompson è stato anche un ottimo sceneggiatore che ha collaborato anche ai film di Stanley Kubrick “Rapina a mano armata” e “Orizzonti di gloria”.
“Alla larga dal Texas” è un noir venato di ironia ambientato in un territorio, quello del Texas del sud e in un contesto, quello dei pozzi di petrolio e dei giocatori d’azzardo che Thompson conosceva benissimo per averli frequentati con assiduità:
“Se avesse messo piede in uno di quei locali dieci anni dopo, dentro ci avrebbe trovato sostanzialmente la stessa gente. C’erano piccoli giocatori, fannulloni, i pesci piccoli di un mondo di falliti.”
Cambiando completamente registro, Thompson riesce a rendere coinvolgente la vita pericolosa di Mitch Corley, simpatica canaglia che campa giocando a Craps, una particolare disciplina dei dadi.
Le sue avventure per continuare a resistere in questo ambiente popolato da tanti criminali vendicativi e molto venali.
Mitch cerca di farsi spazio tra i padroni del gioco ma finisce per essere truffato da quello che credeva un pollo e per recuperare i suoi soldi deve rischiare il tutto per tutto con un coraggio e una forza morale veramente encomiabile.
Thompson, in questo romanzo, coniuga al meglio le sue conoscenze di un mondo difficile e ambiguo con una vena ironica che raramente ha mostrato, creando un personaggio dalle mille sfaccettature ricco di fascino e di glamour che avrebbe meritato lo spazio di un altro noir.
“Houston è Sud, sapete, e ha caro tutto il meglio del Sud. Coraggio, generosità, ospitalità. Forth Worth è Ovest e Dallas è Est e Houston è Sud. E non scordatevi che mai che è Sud! La gente più bianca (è scritto qui) Dove non si incontra mai uno straniero (è scritto qui). Ma non scordatevi mai quella parola, bianco,soprattutto se l’aggettivo non si sposa con voi…”
In tutto il romanzo aleggia il sarcasmo dell’autore su una nazione che è entrata in periodo di profonda crisi che si avviterà in un vortice di tenebra: “Sul fianco opposto, c’era un edificio commerciale abbandonato la cui facciata fatiscente era zeppa di poster sorridenti, accigliati, seri di innumerevoli aspiranti politici: avvoltoi di cartone sulle osso di un sogno morto.”
La visione del mondo così pessimistica tipica di Jim Thompson è qui più addolcita rispetto alle sue precedenti fatiche, ma apporta un ulteriore tassello al disegno allo stesso tempo aberrante e realistico che lo scrittore di Anadarko tentò di realizzare con molta onestà e altrettanto impegno.
Jim Thompson
Jim Thompson: nato ad Anadarko nel 1906 e morto a Hollywood nel 1977, è stato scrittore e sceneggiatore di genere noir. Ha pubblicato diversi racconti, molti dei quali tradotti in film (fra cui “Getaway”di Sam Peckinpah e “Colpo di spugna”di Bertrand Tavernier). È stato sceneggiatore per Stanley Kubrick (“Rapina a mano armata”e “Orizzonti di gloria”).
Tra le sue opere: “Bad Boy”(Einaudi 2001), “Colpo di spugna” (Fanucci 2005), “Diavoli di
donne”(Fanucci 2007), “Vita da niente” (Fanucci 2009), “Una spaventosa faccenda e altri racconti” (Fanucci 2006) e “L’assassino che è in me” (Fanucci 2010).
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