Amok




Recensione di Sara Zanferrari


Autore: Tullio Forgiarini

Traduzione: Christian Welter

Editore: Camelozampa

Genere: Young Adult

Pagine: 120

Data di pubblicazione: 9 maggio 2019

Sinossi. Sulla violenza, la droga, la pornografia, sa già tutto. Gli fanno schifo i professori, con i loro programmi di recupero. Odia sua madre e i tizi che fanno la fila a casa sua. Per fortuna almeno c’è Shirley. Shirley è superfica. E Johnny. Johnny Chicago. Lui ha un’opinione su tutto ed è sempre lì, nella sua testa, a dirgli cosa deve fare. E dell’aiuto di Johnny ha sempre bisogno. Perché non vuole in nessun caso finire a Dräibuer. Ed è anche stufo di tutto il resto. Tranne che di Shirley, ovviamente. Anche se Shirley è abbastanza sfasata ogni tanto. Sconvolgente, brutale, un salto nel mondo interiore di due adolescenti senza vie d’uscita. Se non una fuga scomposta, condannata in partenza, in cerca di un’illusione di felicità.

Recensione

Un pugno allo stomaco, dritto, secco, ben assestato, questo è il romanzo dell’italolussemburghese Tullio Forgiarini, vincitore del Premio dell’Unione europea per la letteratura.

Niente sconti, fin dalla prima pagina e poi avanti fino all’ultima. Paura e violenza arrivano subito senza giri di parole dalla prima riga e proseguono senza veli, paura e violenza, solitudine e rabbia, follia e dolore.

Protagonisti gli adolescenti, i loro inadeguati e imbarazzanti genitori, insegnanti di vario genere, avventure violente e pericolose con epiloghi inevitabilmente disastrosi. Anche il linguaggio non lascia niente all’immaginazione: duro, diretto, insulti, la violenza è anche verbale, spesso anzi parte da lì.

Una vita di abbandono, di solitudine, di invisibilità per il protagonista quindicenne, che ha come amica Shirley, una tredicenne che non si capisce se sia pazza o lo faccia credere, a cui si lega forse più che altro per un bisogno di attenzioni, ma che lo trascina con lui in un mondo ancora più violento, folle, insensato.

E poi c’è l’amico immaginario, Johnny Chicago, che sa sempre tutto e non lo lascia mai. La madre è una disperata mezza alcolizzata, il padre non si sa dove sia, così come i genitori di Shirley e probabilmente di tutti questi ragazzini persi che incontriamo in un sistema scolastico di recupero, che mostra tutte le sue difficoltà, dove la scuola non riesce a recuperare chi la vita ha preso a bastonate fin dal primo vagito. E partono i due ragazzi, alla ricerca di non si sa quale felicità, e già ci si prefigura che non può finire in nulla di buono.

Un romanzo che fa male al cuore, che non lascia indifferenti. E non c’è altra scelta che leggerlo fino alla fine, velocemente, perché stai dietro ai due ragazzi, preoccupato dal crescendo di insensatezza e violenza in cui si infilano, e vorresti salvarli, portarli via da tutto, ma soprattutto da loro stessi.

E amarli, coccolarli, come nessuno nella loro breve, tragica vita ha mai fatto. Ma noi non lo possiamo fare, così come nessuno può ridargli la loro infanzia rubata, da cui scappano incessantemente facendosi sempre più male.

Uno spaccato lucido e “cattivo” di quanto dura possa essere la vita.

Quasi doveroso leggerlo, anche per rendere un po’ di giustizia a questi poveri ragazzi.

 

Tullio Forgiarini


Dopo gli studi storici, dal 1989 è insegnante di storia, latino e geografia al Lycée du Nord a Wiltz, in Lussemburgo. Parallelamente, è impegnato nel sostegno a ragazzi problematici e provenienti da contesti sociali difficili.È autore di racconti, soprattutto di genere noir e crime, pubblicati in riviste e antologie, per lo più in francese, oltre che di diversi romanzi.