Recensione di Marina Morassut
Autore: Lafcadio Hearn
Editore: Adiaphora Edizioni
Traduzione: Matteo Zapparelli Olivetti
Genere: Narrativa gotica
Pagine: 218
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Colmi di malinconia e mistero, pervasi dalla duplice idea di Amore e Morte, infestati da fantasmi, antiche divinità e bellissime donne defunte, i brevi racconti fantastici che Lafcadio Hearn scrisse nel decennio in cui soggiornò a New Orleans sono un inno alla letteratura gotica e danno vita a quell’immagine pittoresca della città che ancora oggi pervade la cultura popolare. A lungo dimenticati, questi racconti sovrannaturali vennero riscoperti molti anni più tardi da amici e ammiratori dell’autore e pubblicati nell’antologia postuma Fantastics and Other Fancies. Per la prima volta in Italia, in edizione da collezione con testo originale a fronte, una selezione dei migliori racconti creoli di Hearn, scrittore il cui stile esercitò un potente influsso su autori del calibro di H.P. Lovecraft e registi come Masaki Kobayashi. In una nuova veste grafica in occasione del 170° anniversario della nascita dell’autore, tornano in libreria i racconti creoli che hanno contribuito a dar vita alla New Orleans decadente e malinconica che, grazie alla letteratura gotica, affascina da secoli tutto il mondo.
Recensione
Adiaphora Edizioni nasce come marchio editoriale dell’omonima associazione culturale, con l’obiettivo di promuovere la letteratura di qualità e di tendenza. Il catalogo, oltre ad accogliere titoli di narrativa letteraria, comprende anche una collana dedicata alla riscoperta dei classici della letteratura gotica e orrorifica, con testo originale a fronte.
Ed è proprio da qui che, grazie alla Adiaphora, partiamo alla scoperta di questo gioiello della letteratura gotica americana di fine Ottocento. Una serie di racconti creoli, in un’edizione molto curata, che grazie a Lafcadio Hearn ci viene raccontata proprio come oramai New Orleans è conosciuta o sognata dal mondo intero, una sorta di città magica e mistica nell’immaginario collettivo: malinconica e bella, ma al contempo decadente e dissoluta e pervasa da una tradizione di riti oscuri, in cui Amore e Morte vanno – sempre – a braccetto.
Nel lontano 1877, Lafcadio Hearn lascia la città di Cincinnati, dove in grandi ristrettezze economiche aveva iniziato a lavorare come giornalista. Lascia anche la moglie, una giovane schiava liberata di origini africane e si trasferisce nella città di New Orleans, dove vivrà per una decina di anni, lavorando sempre per un giornale, che gli commissiona una serie di articoli sulla politica della Louisiana.
E’ importante questa premessa, perché a partire da questo momento Lafcadio Hearn scriverà numerosi articoli di approfondimento sulla storia, la cucina tradizionale e le pratiche vudù della comunità creola, oltre ad articoli sul buddismo e l’Islam, sulla letteratura francese e su quella russa, come pure sull’antisemitismo europeo. Nella prefazione all’edizione della Adiaphora, è ben sintetizzato tra l’altro come in questi anni, collaborando con importanti periodici americani, Lafcadio abbia reso vivido e reale il modo in cui gli americani prima ed il resto del mondo poi vedono questa città unica nel suo genere, con bozzetti, vignette, articoli di cronaca, saggi e trattati…
Questo d’altro canto non ci deve fuorviare in merito ai racconti qui presentati con il nome di “Amori Defunti”, facendoci supporre che essi siano una mera descrizione di New Orleans e dei suoi abitanti. Tutt’altro! Nella maggioranza dei racconti Lafcadio di parla di una città notturna, lussureggiante, dove la poesia più che la prosa ci parla dell’amore, della vita, della malinconia, del mistero e della morte. L’atmosfera che si respira attraverso la lettura di questi brevi racconti è greve di profumi floreali che stordiscono, fino a non farci capire se la bella fanciulla creola che stiamo osservando attraverso l’inferriata di una grata, mentre lasciamo sfilare uno squadrone di soldati, sia viva o morta.
L’architettura dei racconti costruita dall’autore chiede due cose al lettore: un impegno critico per vedere attraverso la poetica delle descrizioni la realtà che in quel periodo viene comunque vissuta a New Orleans, ma soprattutto il lasciarsi incantare dal reame del mistero gotico che passa spavaldo di racconto in racconto, fino a creare un filo conduttore che è evidentemente quello dell’Amore e della Morte, ma così esoticamente eccentrico, sensuale e greve e tenebroso che il risultato non può essere che un fragile e malinconico dolore che ci trasporterà in misteriosi luoghi colmi di presenze arcane e di culture obliate.
Interessante poi la possibilità per gli appassionati di poter gustare anche in lingua originale il testo dei racconti, soprattutto essendo stati scritti sul finire dell’Ottocento.
Per concludere, credo sia naturale e che quindi capiti a tutti di affezionarsi ad un racconto più che ad un altro. E in questa selezione dell’antologia “Fantastics and other fancies”, non mancheranno sicuramente i racconti che cattureranno l’attenzione, sia che si cerchi la corruzione e la decadenza, sia che si cerchi l’innocua frivolezza di una città traboccante magia vudù e mistero.
Solo una precisazione, perché l’incauto ed entusiasta lettore non resti intrappolato e si perda la serica e al contempo vellutata bellezza di questa – tra l’altro molto interessante – produzione letteraria: a torto, a mio parere, questi racconti gotici sono stati fatti rientrare anche nella categoria horror. E’ vero che si parla anche di fantasmi e di presenze arcane, ma il genere sicuramente più calzante è il gotico.
Imperdibile l’introduzione accurata che la Adiaphora Edizioni ha inserito e che ci ricorda che quando Hearn arriva a New Orleans, trova la gloriosa e gioiosa città ridotta in rovina a causa di tre orrori: la recente guerra, il malgoverno dei profittatori politici nordisti e le ricorrenti pestilenze.
Così la descrive lo stesso autore:
“ Quando vidi per la prima volta l’alba sulla Louisiana, mi vennero le lacrime agli occhi. Era simile a una giovane morte, una sposa defunta incoronata con fiori d’arancio, un viso senza vita che domandava un bacio. Non posso dire quanto sia bello, ricco e stupendo questo decaduto Sud…”
E noi, come potremmo mai resistere a questo richiamo?
A cura di Marina Morassut
Lafcadio Hearn
Lafcadio Hearn (Leucade, Grecia, 1850 – Tokio 1904) scrittore inglese. Di origini irlandesi, educato in Francia e in Inghilterra, emigrò nel 1869 negli Stati Uniti, dove lavorò come «reporter» di vari quotidiani. Approdato in Giappone, vi prese la nazionalità nipponica, acquisendo il nome di Koizumi Yakumo e lavorando come professore, giornalista e scrittore, contribuendo a far conoscere la cultura e il folklore del Paese del Sol Levante in tutto il mondo. È autore di libri di gusto esotico, spesso ricchi di valore documentario, come quelli dedicati alla Martinica (Chita, 1889; Youma, 1890) e quelli sul Giappone: Immagini di un Giappone inconsueto (Glimpses of unfamiliar Japan, 1894), Kokoro (1896), i racconti fantastici di Kwaidan (1904) e Giappone: tentativo di interpretazione (Japan, an attempt at interpretation, 1904).