Sinossi. Il romanticismo della rivoluzione anarchica di Nestor Machno del 1918, l’infanzia felice in una Unione Sovietica “privata”, il passaggio dal comunismo al capitalismo, politica e antipolitica, treni e autostop, amore e nostalgia: tutto si aggroviglia nella prosa punk di un romanzo quasi autobiografia che ci trasporta nei paesaggi della memoria di Žadan, vividissimi eppure forse ormai perduti. Un viaggio sentimentale, lucido e dissacrante, attraverso l’Ucraina orientale, sospesa tra la caduta dell’URSS e lo scoppio della Rivoluzione arancione del 2004, un racconto di formazione sull’essere scrittore e uomo, scandito da un ritmo ubriacante.
ANARCHY IN THE UKR
di Serhij Žadan
Voland 2023
Giovanna Brogi e Mariana Prokopovič ( Traduttore )
narrativa contemporanea, pag.208
Anarchy in the UKR
A cura di Marina Toniolo
Recensione di Marina Toniolo
“Le mie intenzioni erano chiare e semplici: farmi un giro nei posti dove gli anarco-comunisti ucraini erano stati più attivi e poi provare a scrivere”.
Žadan ci apre la porta per la sua personale visione del mondo in questo romanzo di formazione. Un viaggio on the road alla stregua di Keruoac sessant’anni dopo perché l’importante non è la meta ma il viaggio in se stesso.
C’è la riscoperta dei luoghi d’infanzia nelle assolate giornate estive tra campi immensi di grano, silos e piazze con statue di illustri ucraini o comunisti. La giovinezza dell’autore è in questi luoghi: vita scandita dalla semplice noia derivante dalle regole sociali inframezzata dalla ricerca di libertà di pensiero. Il viaggio non è più in auto ma in mezzi più collettivi quali l’autobus, il treno o l’autostop: guardar scorrere il mondo fuori dal finestrino è un gioco temporale di Žadan che molto ama.
Un percorso nostalgico che inonda le pagine con interminabili periodi dai quali scaturiscono altre improvvise connessioni. E’ ascoltare jazz in forma di parole, il fraseggio mai si interrompe.
Con la lucidità propria dell’astista anarchico Žadan ci offre, in questo sua pubblicazione intermedia tra tutte le altre, una visione dell’Ucraina nel passaggio tra economia statale a quella capitalista soffermandosi su personaggi tutti particolari che animano la vita. Ha di vincente un’ironia e un senso dell’umorismo spiazzanti e travolgenti. Pagine in cui ricorda un evento esilarante si scontrano con l’ideale fanciullesco della società.
“Tutte le cose interessanti del paese accadono nelle stazioni ferroviarie, e più piccola è la stazione, più interessante è ciò che vi accade”.
Proprio i luoghi di incontro quali le stazioni dei treni, degli autobus, le basi delle statue sono nel cuore dello scrittore quasi che non sia legato particolarmente agli esseri umani ma, al contrario, ai luoghi da loro costruiti.
‘Anarchy in the UKR”, prodigioso atto d’amore dell’autore per la sua terra, scontro di diverse identità e economie, è un faro per la libertà di idee e del viaggio che si compie per arrivare alla piena consapevolezza di ciò che significa personalmente ‘libertà’.
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Serhij Žadan
Žadan è nato a Starobilsk, nell’oblast’ di Luhans’k, in Ucraina. Si è laureato presso l’Università Pedagogica Nazionale di Charkiv nel 1996 con una tesi sul lavoro di Mychajlo Semenko e degli scrittori futuristi ucraini degli anni ’20. Ha poi trascorso tre anni come ricercatore in filologia e ha insegnato letteratura ucraina e globale dal 2000 al 2004. Da allora ha lavorato come scrittore freelance. Ha iniziato a scrivere nel 1990 rivoluzionando la poesia ucraina: i suoi versi erano meno sentimentali, facendo rivivere lo stile degli scrittori d’avanguardia ucraini degli anni ’20 come Semenko o Johanssen. Inoltre hanno attinto alla sua terra natale: i paesaggi industriali dell’Ucraina orientale. Vorošilovhrad (il nome sovietico di Luhansk), in italiano intitolato “La strada del Donbas”, racconta la storia di un giovane di nome Herman che ha lasciato la sua città natale Starobilsk (nella regione di Luhansk) ma che deve tornare nella sua terra per proteggere ciò che gli appartiene. Sulla base del romanzo, il regista Jaroslav Lodyhin ha tratto il film Dyke pole (Дике поле, 2018), vincitore di numerosi premi. Žadan è uno scrittore ucraino di fama internazionale, con 12 libri di poesia e 7 romanzi e vincitore di più di una dozzina di premi letterari. Nel marzo 2008, la traduzione russa del suo romanzo ‘Anarchy in the UKR’ è entrata nella rosa dei candidati del National Bestseller Prize. È stato anche un concorrente per il “Libro dell’anno” alla Mostra internazionale del libro di Mosca del 2008. Nel 2009 ha vinto il Premio letterario Joseph Conrad-Korzeniowski. Nel 2012 ‘Gunshot and Knife’ ha vinto il premio ucraino di “Libro dell’anno” per la narrativa. Il suo romanzo del 2010 ‘Vorošylovhrad ‘gli è valso il Premio Jan Michalski per la letteratura in Svizzera, il premio “Libro del decennio” della BBC ucraina e il Premio Brücke Berlin. Le sue poesie selezionate ‘Dynamo Charkiv’ hanno vinto il “Libro dell’anno” ucraino. (2014) Il suo libro Mesopotamia ha vinto il premio letterario Angelus nel 2015, il premio del presidente dell’Ucraina “Libro ucraino dell’anno” nel 2016. Žadan ha tradotto poesie dal tedesco, inglese, bielorusso e russo, da poeti come Paul Celan e Charles Bukowski. Le sue opere sono state tradotte in tedesco, inglese, estone, francese, italiano, svedese, norvegese, polacco, serbo, croato, lituano, lettone, bielorusso, russo, ungherese, armeno e ceco. Il coinvolgimento attivo di Žadan nell’indipendenza ucraina è iniziato da studente ed è continuato durante le varie crisi politiche in Ucraina. Nel 1992 è stato uno degli organizzatori del gruppo letterario neo-futurista di Charkiv “The Red Thistle”.Ha partecipato alle manifestazioni della Rivoluzione arancione del 2004 contro la corruzione e l’intimidazione degli elettori al ballottaggio presidenziale, con funzioni da responsabile di un campo tenda a Charkiv. Le proteste hanno portato a una revoca ordinata dalla Corte suprema ucraina. Ha ripetutamente espresso simpatia per gli anarchici e in molte delle sue opere ricorrono concetti di “sinistra”. Nel 2013 è stato membro del consiglio di coordinamento di Euromaidan Charkiv, nell’ambito delle proteste a livello nazionale e dei violenti scontri con la polizia. I 5 giorni della rivoluzione di Maidan hanno portato alle dimissioni del presidente sostenuto dalla Russia Viktor Janukovyč. Nel 2014 Žadan è stato aggredito all’esterno dell’edificio amministrativo a Charkiv. Dal 2014 Žadan ha effettuato numerose visite in prima linea nella regione del Donbas orientale coinvolta nel conflitto armato con i separatisti russi. Nel febbraio 2017 ha co-fondato la fondazione per la carità Serhij Žadan per fornire aiuti umanitari alle città sulla linea del fronte.
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