Recensione di Claudia Cocuzza
Autore: Carmela G. Tomei
Editore: IoScrittore
Genere: Narrativa letteraria
Pagine: 260
Pubblicazione: 17 giugno 2021
/div>Sinossi. In quanti modi può finire un amore? Quante tracce lascia quando scompare? Quali indizi bisogna seguire per poterlo ritrovare? Daniele, Eleonora, tanto uniti da potersi scrivere in un unico nome, tanto diversi da potersi completare, non sono più insieme. La loro storia così semplice e immediata, fin dal primo incontro ha avuto il sapore della libertà, il gusto vivo della costruzione, dell’attenzione e della creatività. Ma Eleonora ora l’ha lasciato e a Daniele non resta che provare a rileggere le parole di lei, il suo diario, per riannodare quel filo spezzato. E non solo quelle scritte direttamente da lei, ma anche quelle che ha saputo lasciare alle persone che l’hanno incontrata, che con lei hanno cantato, che da lei si sono lasciate guidare e convincere. Attraverso le parole, Daniele ripercorre le strade, i passi che hanno costruito il loro orizzonte. Rivive gli slanci e le debolezze, i gesti generosi e le meschinità; affronta il sapore amaro dei rimorsi e dei rimpianti con l’unico scopo di ritrovare quel sentimento così unico e così grande. Dal sole di Napoli al vento impetuoso delle scogliere irlandesi un inseguirsi di piccole vicende quotidiane e di voci profonde, per riavere su di sé, anche solo per un attimo, lo sguardo della persona amata. Perché un grande amore resta sempre una storia per voci pari.
Recensione
Daniele ed Eleonora.
Dani ed Ele.
DaniEle.
Due anime talmente complementari che il nome di lei completa quello di lui.
Sognatrice, raminga, vagamente hippie, Ele; timido, pragmatico, idealista finché non si scontra con la quotidianità, Dani.
Innamorati di un amore a prima vista, totalizzante, tenero e passionale, compiuto nonostante non sia stato benedetto dall’arrivo di figli, perché loro due si completano a vicenda. Si bastano, non si mancano neanche quando sono lontani, perché l’uno è talmente radicato nel cuore dell’altra che è come se fossero sempre insieme.
È un romance?
Di nuovo con questa storia dei generi: anche qui la classificazione sta stretta. Forse sì, ha dei tratti romance, ma non solo. C’è così tanto dentro questa storia, che non si può ingabbiare all’interno di una categoria.
Che sia un romanzo sui generis è evidente sin dalla sua struttura: mediante capitoli in cui il punto di vista di lei si alterna con quello di lui, la narrazione procede tra pagine di diario, email, lettere, scambi di messaggi Whatsapp e monologhi ˗ di Daniele ˗ che, a un certo punto, si trasformano in dialoghi quando lui si rende conto che la sua capacità di ascolto fino a quel momento è stata reale solo nelle intenzioni, ma non nella pratica.
Ogni pagina del diario di Ele, ogni mail di Dani, ogni battuta, è un pezzo di un puzzle che ci aiuta a ricostruire questa storia d’amore. Ognuna di queste tessere aiuta Daniele a capire Eleonora, aiuta Eleonora a camminare verso il suo destino e, nel mentre, ricostruisce un mondo fatto di viaggi ˗ Irlanda, Giappone ˗, di persone ˗ amici, come Patty, Luca e Davide, o parenti, come Serena, Ada, Tullia, e Franca ˗, di quartieri che a Napoli appaiono come microcosmi ˗ Maria la portinaia e Celeste, Vittoria la pazza, Guendalina e Astolfo ˗, creando un caleidoscopio di suoni, musica, voci, colori, odori e sapori che portano il lettore direttamente dentro la scena.
L’intera narrazione è permeata da un sentimento di dolcezza misto a malinconia, di voglia di vivere intrisa di struggente nostalgia, di rabbia che a volte si percepisce ma altre esplode incontenibile, e l’epilogo è così tenero e amaro che resterà per sempre in un angolino del vostro cuore.
L’epilogo è tenero e amaro, ma anche sconvolgente e del tutto imprevedibile.
“Ciao, ti amo anche stamattina, sai?”
Perchè possono esserci mille motivi che tengono insieme una coppia, ma ciò che rende speciale una storia d’amore è la consapevolezza e la libertà con cui la scelta si rinnova ogni giorno.
Ogni mattina.
Anche domattina.
Adesso mi spiego come mai questo romanzo abbia vinto l’edizione 2020 del torneo letterario di IoScrittore.
INTERVISTA
“Anche domattina” non è un romanzo dalla struttura convenzionale. Si alternano i punti di vista dei due protagonisti, Eleonora e Daniele, in capitoli che sono parti di un diario piuttosto che lettere o email o scambi di messaggi Whatsapp. Com’è nata l’idea?
La mia esigenza era quella di trasmettere i loro punti di vista in maniera genuina, senza filtri, in modo da convogliare le sensazioni, i pensieri e le evoluzioni di entrambi. La storia copre un arco di quindici anni quindi, soprattutto per quanto riguarda Eleonora, volevo che fossero evidenti i passaggi da ragazza ribelle a donna matura: per questo motivo il diario mi è sembrato la scelta più indicata. Per Daniele, però, non sarebbe stato consono: lui non è portato per le riflessioni profonde, come la moglie: ascolta poco, è abituato a parlare e farsi sentire. È stato proprio questo particolare a spingermi a elaborare per lui solo dialoghi, farlo conoscere attraverso le comunicazioni a due, pratica nella quale deve imparare a gestirsi. Ho cominciato come esperimento e poi la struttura si è costruita da sola, l’alternanza mi ha preso la mano fino a creare un puzzle in cui puoi incastrare un pezzo ogni fine capitolo.
La vittoria al torneo di IoScrittore ha portato alla pubblicazione del tuo romanzo. Raccontaci la tua esperienza, credo che interessi a molti esordienti.
Il torneo IoScrittore è un campo di addestramento sotto molti aspetti. Innanzitutto, devi praticare la pazienza: i tempi sono lunghi, dilatati, per darti modo di leggere tutti i testi che ti sono stati assegnati. Le letture rappresentano il secondo punto di forza del torneo: ti obbligano ad aprire la mente, a immedesimarti dell’altro concorrente, a uscire dalla tua comfort zone mettendoti di fronte a generi letterari che, magari, non prediligi, eppure devi affrontarli, valutarli, esaminarli, e metterti dall’altra parte ti permette di renderti conto anche di aspetti della tua scrittura che sono da migliorare. È un esercizio di umiltà e rigore. Infine, i giudizi che ricevi sono illuminanti, spesso, perfino quando sono duri o “ingiusti”: è un banco di prova, se il tuo romanzo sarà pubblicato andrai incontro alle opinioni di chiunque lo leggerà, non ci saranno frasi edulcorate dall’affetto di amici o parenti. È un esercizio molto utile, quello di confrontarsi con degli estranei.
Siamo lontani dal tuo genere, ma sei su ThrillerNord: conosci il thriller nordico? Hai degli autori che ami in particolare?
Certo! Lavoravo in libreria quando è uscito il primo della trilogia di Larsson e non potevo ignorare un fenomeno editoriale, era una questione di principio e onestà verso i clienti. Ho divorato “Uomini che odiano le donne” e da allora, ogni volta che adocchiavo un titolo della Läckberg o di Mankell, sentivo il tipico odore di neve che nel mio immaginario accompagna i libri ambientati nei posti freddi, un po’ le atmosfere di “Lasciami entrare” di John Ajvide Lindqvist (sì, sono appassionata anche di horror). Dei thriller amo l’inquietudine che ti serpeggia sotto pelle quando leggi quelle frasi in cui vorresti gridare “No! Non andarci da solo!” oppure quando un particolare ti salta all’occhio ma non sai bene perché; nei thriller nordici c’è anche il buio, il freddo, che richiamano le atmosfere gotiche o horror a me familiari, e l’impossibilità di pronunciare i nomi che me li rende esotici.
A cura di Claudia Cocuzza
www.facebook.com/duelettricisottountetto/
Carmela G. Tomei
Carmela Tomei, nata in provincia di Caserta, è laureata all’Orientale di Napoli in lingua e cultura inglese e giapponese, scelta dettata dalla sua passione per i luoghi e le storie. Ha viaggiato in Giappone, in Gran Bretagna, in Irlanda – dove sogna di trasferirsi – e negli USA. Legge per sé, ma anche ad alta voce per chi ha voglia di ascoltare. Questo è il suo primo romanzo.
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