Un’indagine
dell’ispettore Bagni
Recensione di Chiara Alaia
Autore: Piero Colaprico
Editore: Mondadori
Genere: Giallo
Pagine: 232
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Milano, anni Ottanta. Eleuterio Rupp, uno stimato psichiatra della Milano bene, viene ucciso con quattro colpi di pistola, una mattina, sotto casa sua in piazza Fratelli Bandiera. La questura di Milano mette in campo i migliori uomini che ha a disposizione per catturare il colpevole. Ma, qualche giorno più tardi, due poliziotti coinvolti nell’inchiesta vengono trovati morti e, anche se sembra esserci una spiegazione logica, esiste un’altra verità. La si potrebbe raggiungere soltanto grazie a un diario, una specie di eredità di indizi e suggerimenti che un investigatore lascia a chi gli succederà. Anni dopo l’ispettore Francesco Bagni, già protagonista della Trilogia della città di M., è chiamato a indagare sui misteriosi delitti. Chi è davvero il poliziotto Nunzio Fratoianni? Cosa c’entra la bomba di piazza Fontana con l’omicidio di uno psichiatra nella città che ormai è chiamata la “Milano da bere”?
RECENSIONE
Torna in Anello di piombo l’ispettore Francesco Bagni, già protagonista dei romanzi di Colaprico Trilogia della città di M. e La strategia del gambero. Torna, questa volta, per gettare luce su una serie di omicidi avvenuti anni prima. Tra le vittime, l’amico e mentore “Tanone”, al secolo Sebastiano Nesi.
Bagni cerca affannosamente di orientarsi tra le pagine del diario dell’amico, alla ricerca di un indizio utile, di una qualche pista, che lo aiuti a stabilire un collegamento tra l’inchiesta che Nesi stava seguendo – l’omicidio dello stimato professore Eleuterio Rupp, ucciso a Milano negli anni Ottanta – e la sua stessa morte.
Nel fare questo, Bagni è alle prese con un dolore sordo e profondo, amplificato dall’incapacità di elaborare il lutto e da una diversa, e più angosciante, sensazione di solitudine.
“Non aveva paura, Bagni. Provava in quel momento una profonda solitudine. Una solitudine assoluta, nella quale s’avvolgeva sin da piccolo. Non era un problema essere solo. Il problema era che intorno a lui, e alla memoria di Nesi, si stava delineando una sigla misteriosa e fetente, chiamata Anello.”
Come Nesi, infatti, anche Bagni finisce per scontrarsi con i segreti di uno Stato “occulto, illegale, dove non contano i ruoli ufficiali, ma altri poteri.”
Con questo enigmatico giallo a incastro, Piero Colaprico riapre uno dei capitoli più oscuri e inquietanti del nostro passato: quello degli anni di piombo, del terrorismo nero, dello stragismo.
Ecco allora che Anello di piombo è qualcosa di più di un romanzo avvincente, scritto con uno stile asciutto e incalzante, che trascina il lettore. È un invito a riflettere sui tanti misteri, ancora irrisolti, che hanno segnato la storia del nostro Paese.
Piero Colaprico
Scrive da anni di malavita per la Repubblica ed è un autore di gialli longseller. Laureato in giurisprudenza, vive a Milano. Oltre alla serie con il maresciallo Pietro Binda (i primi tre libri scritti con Pietro Valpreda), ha pubblicato Trilogia della città di M., La quinta stagione, La donna del campione. Tra i suoi ultimi libri Mala storie. Il giallo e il nero della vita metropolitana (Il Saggiatore, 2010), Le cene eleganti (Feltrinelli, 2011), Le indagini del maresciallo Binda (2013, insieme a Pietro Valpreda), La strategia del gambero (Feltrinelli, 2017), Il fantasma del ponte di ferro (Rizzoli, 2018).
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