ANNA ÉDES
di Dezsó Kosztolányi
Anfora 2018
Andrea Rényi ( traduttore)
narrativa classica, pag.272
Sinossi. Nel tumultuoso periodo del primo dopoguerra ungherese, tra rivoluzioni e controrivoluzioni, in un tranquillo quartiere di Budapest, una famiglia borghese e benestante assume una giovane cameriera, Anna. Il quotidiano sembrerebbe procedere sereno se non fosse che lentamente la dura condizione di serva corrode l’animo docile e benevolente della ragazza, che si trova persino sedotta e abbandonata da un membro della famiglia. Per i padroni il culmine sarà inatteso e disgraziato.
Anna Édes
A cura di Marina Toniolo
Recensione di Marina Toniolo
La vicenda si apre in una giornata particolare per l’Ungheria: l’abbandono dei comunisti di Budapest il 31 luglio 1919. Siamo nell’immediato dopoguerra e i cittadini hanno vissuto con dignità le privazioni dovute al conflitto mondiale. Il signor Vizy rientra a casa per portare la notizia alla moglie, l’Illustrissima, ma la trova in lacrime. La disperazione della donna è dovuta alla cameriera di casa che non si comporta in modo adeguato e urge quindi trovare una sostituta.
L’ambiente è quello della borghesia di inizio secolo con un palazzo riadattato alle esigenze di guerra e gli inquilini appartengono alla medesima gerarchia sociale dei Vizy. Sono una coppia ben assortita: lui dedito alla politica che si sente a casa propria solo nei corridoi e nella stanze dei Ministeri e non fa mistero di tradire la moglie, lei dedita ai circoli spiritistici e all’organizzazione della casa e degli oggetti che contiene,simbolo del benessere acquisito.
Viene reclutata a forza Anna, ragazza giovane che arriva dalla campagna ma che si è affinata lavorando qualche anno nella capitale. Timida e introversa fa la sua apparizione nell’appartamento dal quale vorrebbe subito fuggire seguendo l’istinto. Non ne sopporta l’odore. Poco alla volta si rende indispensabile lavorando come un fantasma e alacremente. Ma la condizione di serva la porta al raptus conclusivo dalle conseguenze irreparabili.
‘Anna Édes’ è un romanzo attuale e profondamente psicologico dove le donne vengono ritratte dall’autore con un sorprendente vigore. Scopro che il cognome di Anna significa “dolce” e le figure femminili riconducono tutte al cibo. Complice il razionamento degli anni precedenti c’è chi ora si abbuffa con gli avanzi dei pasti dei signori e c’è chi, come Anna, nemmeno riesce a mangiare tanta è la tensione interna. La signora Vizy poi, trascurata dal marito, sviluppa una gastrite nervosa. Nemmeno la vicinanza della serva l’ammorbidisce: seguendo gli stereotipi dell’epoca (che troviamo ancora oggi) la serva non è considerato un essere umano ma proprietà esclusiva dei datori di lavoro. Quello che più mi ha colpita è che alla ragazza non viene dato alcun tipo di vestiario durante tutto l’anno in cui rimane a casa dei Vizy nemmeno quando si trova le scarpe sfondate e il vestito a pezzi. Una vera reminescenza del Medioevo. Anna è giovane e viene sedotta dal nipote dei Vizy, un giovanotto scapestrato che si innamora di lei per due giorni, il tempo di portarsela a letto, perché non c’è nulla di meglio che raccontare poi agli amici che si è stuprata una cameriera. Servo pure lui dell’immagine sfavillante del dio denaro, trova lavoro in una banca. L’amore svanito, le enormi fatiche a cui è sottoposta fanno entrare Anna in una spirale discendente e non riesce ad affrancarsi nemmeno quando riceve l’offerta di matrimonio di uno spazzacamino. La signora Vizy inscena dolori e piange a dirotto fino a quando la ragazza cede e le promette di non lasciare la casa.
Questa è un’opera che ha il teatro dentro: ogni scena è perfettamente studiata ed è facile immaginare la rappresentazione su un palcoscenico. L’autore denuncia i nuovi dei di inizio secolo: potere, ricchezza e scienza. Anche se l’unico sguardo benevolo lo ha, a parte Anna, verso il dottore che, pregno di scienza umana, è l’unico che riconosce la disparità di status sociale e che va in soccorso della giovane nel momento di massima urgenza.
La traduzione in italiano ci dona un testo pungente e anche divertente colmo di macchiette umane e di immagini memorabili come quella degli armadi che viaggiano per l’appartamento nei giorni di grandi pulizie.
“Un cuore estraneo batteva, un’estranea viveva sotto il loro stesso tetto, era arrivata colei che era la più vicina e la più lontana, amica e nemica nella stessa persona: l’ospite misteriosa, ospite misteriosa di tutte le case”.
La signora Vizy non concede fiducia, mette Anna costantemente alla prova per vedere se ruba o se tiene una condotta inappropriata quasi che non possa credere che quella ragazza ‘dalle mani d’oro’ sia con lei e pensa che possa sfruttarla fino al limite.
Trovo che Kosztolány sia da leggere assieme al capolavoro di Magda Szabó, ‘La porta’ poiché affrontano un tema delicato che riguarda il potere delle persone verso altri esseri umani. Incisive anche le descrizioni degli avvenimenti politici ungheresi di quei mesi.‘Anna Édes’ è godibile e misteriosa, una vera chicca nel panorama orientale degli scrittori europei.
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Dezső Kosztolányi
Dezső Kosztolányi de Nemeskosztolány (Szabadka, 29 marzo 1885 – Budapest, 3 novembre 1936) è stato un poeta, scrittore, giornalista e traduttore ungherese, conosciuto in Italia per il romanzo ‘Le mirabolanti avventure di Kornél’.
Fu una degli scrittori più importanti, tra gli esponenti della corrente radicale borghese, riunita attorno alla rivista Nyugat, caratterizzata da intenti rivoluzionari e rinnovamenti formali.
Il suo stile fu principalmente parnassiano e crepuscolare, comprendente elementi allusivi e sfumati, angoscia esistenziale, e focalizzazione sull’individuo.Ha tradotto, tra gli altri, Shakespeare, Wilde, Rilke, Goethe, Baudelaire, Verlaine e Maupassant.
A cura di Marina Toniolo