Annotazioni su un caso delicato
Autore: Michael Robert Michon
Editore: Catelvecchi – Lit Edizioni
Genere: Giallo
Pagine: 122
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Nella cupa cornice di Bergamo Alta, si svolge l’ultima indagine di un brillante detective ormai in pensione, Sergio Segre. Nonostante la lunga esperienza, il caso che ha per le mani non assomiglia a nient’altro: nessuna traccia da seguire, nessun’arma da cercare o reperto da analizzare. Secondo la versione ufficiale, Giorgio Valdameri si è suicidato in un modo molto scenografico: ha raggiunto il fitto del bosco per gettarsi dalla cascata. Eppure questa morte non è meno misteriosa di quanto fosse la sua vita: era un ricco imprenditore pieno di nemici, forse anche nella sua stessa famiglia. Segre, che aveva giurato di lasciare per sempre la carriera di detective, rimane invischiato in una rete di ambiguità. L’unico testimone attendibile sembra essere proprio Valdameri e forse la verità è sommersa insieme a lui. Per recuperarla, il detective dovrà immedesimarsi completamente nella vittima, a costo di mettere a dura prova la sua identità.
Recensione di Marina Toniolo
L’investigatore in pensione Sergio Segre è convinto dal commissario Triulzi ad indagare in via ufficiosa sulla morte dell’imprenditore Valdameri.
Colloquiando con la madre ed il fratello del defunto si rende conto dello snobismo che aleggia attorno a Bergamo Alta, cittadina opulenta e bigotta.
Basandosi solo su pochi indizi e parlando con le persone opportune, Segre si rende conto che l’intrigo è più ampio.
Giorgio è stato ucciso oppure ha compiuto l’insano gesto in totale autonomia?
Giallo incentrato esclusivamente sulla capacità introspettiva del detective, sviluppato quasi come un lungo monologo.
Notevole la capacità letteraria di Michon, purtroppo non posso dire altrettanto della verbosità e pomposità presente nello scritto. La parte interessante, per il lettore, viene glissata in modo frettoloso invece, a mio avviso, la capacità di Segre di immedesimarsi in Valdameri sul ciglio della cascata meritava uno sviluppo maggiore.
Ottima l’analisi dell’alta società con i limiti e i pregiudizi derivanti dall’elite. Le caratterizzazioni ci sono ma la storia manca di verve. Finale alternativo e che da solo merita la lettura del libro.
Un grande plauso a Michon che ha scritto una buona storia anche se claudicante.
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Michael Robert Michon
Michael Robert Michon, nato a Londra nel 1952, si trasferisce subito in Italia in seguito alla morte improvvisa del padre. I valori del movimento del Sessantotto lo coinvolgono profondamente: l’amore per la natura, i viaggi, la musica e la letteratura sono tutt’ora gli elementi fondanti della sua vita. Ha compiuto studi classici, interessandosi di filosofia e psicologia. Nutre un forte interesse per tutto ciò che nella vita si rivela profondo, insolito e magico. Questo è il suo primo romanzo.
A cura di Marina Toniolo
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