Recensione di Sara Ferri
Autore: Arne Dahl
Traduzione: A. Borini
Editore: Marsilio Edizioni,
Genere: thriller nordico
Pagine: 407
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Sam Berger, ex sovrintendente della polizia criminale di Stoccolma, è di nuovo in fuga dalla giustizia, accusato di un omicidio che non ha commesso. Il fatto che Molly Blom, sua partner fortuita ed ex elemento di punta dei servizi segreti, sia in coma in un letto d’ospedale non aiuta: in quella storia marcia, tutti mentono e fanno il doppio gioco. Per quale motivo il capo del dipartimento informazioni dei servizi segreti sta aiutando Berger a nascondersi su un isolotto sperduto dell’arcipelago di Stoccolma? Qual è il misterioso incarico che vuole affidargli? Chi è realmente la talpa, il quisling passato dalla parte del nemico che cerca di incastrarlo? E dove può essere Aisha Pachachi, l’unica delle sette ragazze del caso Savinger che Sam e Molly non sono riusciti a liberare? Sembra che qualcosa di veramente orribile stia per accadere in Svezia, e Sam Berger ha l’impressione di trovarsi a mezz’acqua, in balia delle gelide correnti del Baltico. Lì dove mancano completamente i punti di riferimento, basta un istante per sbagliare direzione e, mentre si crede di portare a galla la verità, precipitare invece verso il fondo dell’abisso.
Recensione
L’acqua è un elemento capace di farci sentire in pace con noi stessi. Una sostanza dove ognuno di noi trova il proprio equilibrio, interno ed esterno. In cui la mente stanca, provata, stremata dagli eventi può lasciarsi cullare. Questo elemento è un balsamo che lenisce ogni dolore.
Se poi si ha la capacità di estraniarsi dal resto del mondo, scivolando in profondità nel buio del mare, trattenendo il respiro, si entra così tanto in simbiosi con l’acqua da avere la sensazione di diventare un tutt’uno con essa. È quello che accade al protagonista di questo thriller, dove il legame che egli sente per questo elemento è così forte da far sì che egli ne senta il bisogno nei momenti di maggiore sconforto.
le descrizioni dei momenti in cui Sam Berger si immerge in profondità nelle acque del Mar Baltico sono così vive e ricche di sensazioni da trasmettere la tranquillità che il protagonista trova in quei momenti, direttamente al lettore.
Una tranquillità che il protagonista fatica a scovare nei meandri della propria mente, angosciato dagli abbandoni, stralci di vita lasciati dietro di sé. Come i due gemelli o quella nuova vita che crede crescere dentro il grembo della donna che ama. Legami che sente scivolare tra le mani sfilacciandosi di ora in ora. Perché è proprio con questo ritmo che il romanzo procede. Un ritmo serrato in cui i capitoli sono in realtà la successione temporale delle ore di poche, intense giornate.
Poco meno di 2 settimane. Tutto si svolge tra il 30 novembre e il 13 dicembre in un susseguirsi rapido e intenso di eventi che rendono la lettura vorticosa e intensa.
E si arriva, così, rapidi al finale, un finale inatteso, ma emozionante. E quando si volta l’ultima pagina si concretizza nella mente del lettore la consapevolezza che solo i thriller di questo tipo sono capaci di regalare una lettura di tale pregio.
Il thriller nordico è e rimane una certezza ed una garanzia, ma non tutti gli autori nordici lo sono. Negli ultimi anni, in cui la letteratura nordica ha visto fiorire un rigoglioso prato di nomi, la qualità ne ha risentito.
È difficile, a volte, vista l’ampiezza della scelta, trovare autori meritevoli, ancor di più così meritevoli. Ma non vi è dubbio che Arne Dahl sia una delle migliori “penne” del thriller made in Svezia.
Una scrittura tagliente come quella lama che si intravede nella copertina. Una trama complessa e articolata che l’autore sa sviscerare con destrezza.
Ho amato questo romanzo, ho amato i suoi personaggi e ho amato i luoghi.
Forse, infatti, dei thriller nordici, il protagonista che ogni lettore, indifferentemente, ama, è proprio la natura selvaggia e incontaminata dei luoghi descritti.
Peccato che questo libro sia finito, così, come uno sbuffo di acqua gelata, che salta dalla superficie del Mar Baltico.
Arne Dahl
Arne Dahl, pseudonimo di Jan Arnald (Sollentuna, 11 gennaio 1963), è uno scrittore svedese. Scrittore e critico letterario, a Stoccolma collabora con l’Accademia di Svezia[1]. Scrive principalmente romanzi gialli sotto il suo pseudonimo ed è famoso soprattutto per la serie di romanzi incentrati sul “Gruppo A”, pubblicata in Italia da Marsilio. La serie, tradotta in venticinque lingue e premiata con il Palle Rosenkrantz Prisen e più volte con il Deutscher Krimipreis[1], è ambientata a Stoccolma e ha per protagonista Paul Hjelm.
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