Avvocati di Famiglia




A cura di Silvana Meloni


Family Law Canada 2021. Genere: legal dramedy

Creata da Susin Nielsen, per SEVEN24 Films e Lark Productions, la serie è prodotta e ambientata a Vancouver (Canada) nella Columbia Britannica, e trasmessa in Canada da Global TV, dal 2021 per tre stagioni (al momento) ciascuna per 10 episodi di 45 min. Family Law è stata trasmessa in Italia dal 2021, su Sky investigation, col titolo di ‘Avvocati di Famiglia’, sono presenti le prime due stagioni e si attende la terza nei primi mesi del 2023.

Personaggi

  • Abigail Bianchi (Jewel Staite), la protagonista, sposata e di fatto separata dal marito Frank, con due figli Sofia (14 anni) e Nico (11 anni) Bianchi;
  • Harry Svensson (Victor Gerber), padre di Abigail, Daniel e Lucy, titolare dello studio legale;
  • Daniel Svensson (Zach Samadu) fratellastro secondogenito di Abigail, avvocato presso lo studio paterno; 
  • Lucy Svensson (Genelle Williams), sorellastra terzogenita di Abigail, psicologa, che lavora nello stesso edificio dello studio paterno;
  • Jerri Rifkin (Bobby Charlton), impiegata transgender che lavora da oltre vent’anni presso lo studio legale Svensson, legata da uno stretto rapporto di amicizia ad Harry e alla sua famiglia.
  • Joanne Kowalski (Lauren Holly) madre di Abigail

TRAMA

In apertura della prima puntata viene presentata subito la protagonista: Abigail Bianchi (JewelStaite), un’avvocata sui quarant’anni, sposata, due figli adolescenti, alcolizzata, che fa la sua ultima pessima figura, socialmente e professionalmente, vomitando durante il corso di un processo. Sospesa dall’esercizio della professione, allontanata dalla sua abitazione e dai suoi figli, Abigail trova una sola mano a cui aggrapparsi per risalire la china: quella del padre, dal quale è stata lontana per trentatré anni e che ora è il solo a offrirle aiuto mentre lavorerà per lui, titolare di un grosso studio legale, fino al termine del periodo di sospensione. Lui stesso svolgerà il ruolo di supervisore, obbligatorio per il pieno reintegro nella professione. Comincia così il processo di guarigione di Abigail che, lavorando presso il genitore Harry Svensson, ha modo di conoscere gli altri figli che Harry ha avuto da successive esperienze sentimentali e che lavorano con lui: la sorellastra Lucy, psicologa, e il fratellastro Daniel, anch’egli avvocato. Nel corso della prima e della seconda serie assistiamo all’arco di trasformazione della protagonista che, nel faticoso percorso per superare i problemi derivanti dal suo alcolismo, riesce a germogliare come donna, come madre e come professionista.

RECENSIONE

Ho cominciato la serie ‘Avvocati di famiglia’ con un certo scetticismo. Non ne avevo ancora sentito parlare e la serie era stata trasmessa già da un anno. Ma, poiché io adoro le serie TV che parlano di avvocati e di investigazioni, l’ho guardata. È stata una sorpresa piacevolissima. 

La protagonista è presentata fin dai primi fotogrammi con il suo “difetto fatale”, l’alcolismo, e con tutti i problemi professionali e familiari che questo le comporta. Il suo mondo ordinario è orribile, è quasi una barbona (infatti la vediamo dormire in macchina) e arrivare in ritardo all’udienza in Tribunale per poi vomitare addosso al cliente durante la discussione. Il fondo del barile è stato con evidenza già raschiato, siamo al punto di svolta e dietro l’angolo c’è il ‘non ritorno’ alla vita che lei si è sempre raccontata di vivere, ammantandosi di falsa normalità, come professionista, moglie e madre. Deve fare una scelta: accogliere l’aiuto di un padre odiato (perché l’ha abbandonata a sette anni) e smettere di bere, oppure lasciarsi andare al baratro. 

La sceneggiatrice ci presenta una donna battagliera che non vuol cedere e accetta l’aiuto proprio dalla persona che odia di più, seppur storcendo il naso: è la sua nemesi. Da qui la strada non sarà in discesa, anzi. Tuttavia, nonostante le ricadute e i tentativi falliti, Abigail riuscirà a trovare il percorso giusto per la scoperta di sé, apprezzare l’amicizia e, in qualche modo, perdonare suo padre e sua madre, superando la bambina oppositiva che è in lei, e diventando donna adulta consapevole e autonoma. Ma se la protagonista è sfaccettata e tridimensionale, non sono da meno gli altri personaggi, sia quelli femminili che maschili, anche loro con luci e ombre in un continuo divenire, così come tutti noi nella realtà. 

La seconda stagione termina insieme al suo periodo di prova e supervisione, ma Abigail, nonostante tutta la fatica che ha fatto, non ha ancora raggiunto la sua meta, anzi. Mentre la sua battaglia per l’affidamento dei figli è ben lungi dall’esser vinta, la sua vita personale è in balia delle onde e, per l’aspetto professionale, è obbligata a fare delle scelte importanti. Cosa ci riserverà la terza stagione?

Mentre aspettiamo non possiamo che riflettere sui tanti aspetti positivi che queste due stagioni ci hanno offerto. I protagonisti, oltre alle loro relazioni personali, affrontano i casi di diritto civile che si presentano allo studio legale. Gli argomenti trattati non sono per nulla leggeri, e sarebbe stato facile scivolare verso il melodramma. Invece no, la sceneggiatura ci proponedialoghi impagabili, scene di alleggerimento, tocchi di humor e grande maestria nell’affrontare problematiche complesse con il supporto del sorriso. Non è facile. Il tono mi ha ricordato la mia serie cult di fine novecento, l’indimenticabile avvocato Ally McBeal. E non è un caso, perché in alcuni momenti della serie Family Law gli sceneggiatori mettono in bocca ai protagonisti dei riferimenti espliciti alla vecchia serie statunitense. 

Insomma, il mio consiglio, alla fine, è quello di non lasciarvi scappare Avvocati di Famiglia, merita davvero.