Aysuun




FIGLIA DELLA STEPPA


Autore: Ian Manook

Traduttore: Maurizio Ferrara

Editore: Fazi

Genere: Thriller

Pagine: 288

Anno edizione: 2025


Sinossi. Ai confini della Mongolia c’è una donna che resiste: il suo nome è Aysuun, e questa è la storia della sua vendetta. È il 1930 e i sovietici lanciano una “campagna di pacificazione” nei territori della Mongolia e della Tuva per sradicare la cultura nomade. Non hanno pietà per nessuno: saccheggiano le yurte, massacrano i bambini, uccidono chiunque si metta sulla loro strada. Quando una brigata di soldati assale il loro campo, la tredicenne Aysuun e sua madre sono le uniche a sopravvivere. Venticinque anni dopo, mentre è al galoppo sul dorso di uno stallone indomabile, Aysuun incrocia di nuovo lo sguardo del suo aguzzino: è il colonnello Kariakin, venuto a prendere il comando di una fortezza nella steppa. È giunto il momento della vendetta, ma Aysuun sa che dovrà essere più scaltra del colonnello dell’Armata Rossa. Aiutata dal suo uomo, Tumur, durante una corsa di cavalli ruba Tara, il purosangue prediletto di Kariakin, per spingerlo a seguirla. Il colonnello si mette così sulle tracce della donna e dà il via a un temerario inseguimento, che lo condurrà ad attraversare la steppa sconfinata aiutato da un drappello di soldati. Ma chi è la preda e chi il cacciatore?

 Recensione

di

Marina Toniolo


“…in che modo i nostri stessi comunisti, per imitare quei settari dei loro grandi fratelli russi, ma in un paese senza contadini, se la siano presa con noialtri, i nomadi. Quella furia criminale. Quellìodio verso la nostra libertà pacifica. E tutti quei rancori tribali. I sedicenti compagni di questo paese, ebbri di un nuovo ordine, ci hanno massacrato”.

La “Campagna di Pacificazione” svolta dai comunisti russi nella Mongolia, atta a distruggere le tribù, i monaci e la cultura locale, è un episiodio pressoché sconosciuto nella storia contemporanea.

In questo libro superbo di Manook trovo tutto il delirio di onnipotenza che guida un oppressore nei confronti delle civiltà considerate inferiori e quindi da plasmare ai voleri di un ordine supremo. Negli anni Trenta del secolo scorso una bimba nomade sta giocando mentre pascola le sue capre.

Non si accorge dei militari che stanno arrivando a bordo di una jeep e, quando li vede, li saluta e li conduce nel piccolo accampamento dove si trovano i genitori, gli zii e la sorella maggiore, Aysuun. La quale, assieme alla madre viene stuprata dal maggiore Kariakin mentre tutti i loro cari vengono uccisi davanti ai loro occhi. Venticinque anni dopo Aysuun ha la sua vendetta quando Kariakin ritorna in Mongolia.

La storia di piccoli uomini insignificanti è nulla sotto il cielo delle grandi steppe asiatiche. Manook è abilissimo nelle descrizioni paesaggistiche, rese sapientemente dalla traduzione in italiano. Luoghi sconfinati, montagne innevate, fiumi placidi: la natura regna sovrana sopra ogni cosa mantenendo l’ordine prestabilito delle cose.

E i nomadi delle steppe sono un tutt’uno con la natura di cui raccolgono i frutti e vivono seguendo i ritmi armoniosi dell’avvicendarsi delle stagioni. Aysuun è una tuvana, minoranza mongola, il cui popolo prima ancora di camminare già cavalca. Ha le sue credenze spirituali ed è determinata come l’acciaio.

Dotata di una viva intelligenza prepara un piano che si svolge naturalmente per ricordare al colonello Kariakin chi è e cosa ha fatto. Uno scontro impari. L’ottusità dell’uomo nei confronti di ciò che in cuor suo comprende ma che non vuole ammettere per smisurato orgoglio è quasi ridicolo, simbolo unico delle malefatte perpretrate dal Partito Comunista in Russia.

Narrato come una lunga intervista di un giovane studente alla ultracentenaria Aysuun il libro pone l’accento anche sui diversi stili di vita tra la gioventù moderna che abita Ulan Bator e chi invece ha tratto forza e vigore dall’esperienza della steppa.

Il romanzo ha una forza narrativa sorprendente che avvolge e avvince il lettore trasportandolo in un mondo più semplice, in uno stile di vita più aderente all’essenza vitale di ogni essere. Mi fa scoprire luoghi immensi che vorrei visitare, all’ombra delle grandi montagne innevate, dove di notte il firmamento sfolgora e l’essere umano è solo un sassolino sulla Terra.

Consigliato? Assolutamente: la vendetta di Aysuun è un gioco al gatto e topo dove chi è Golia e chi Davide non è così scontato.

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Ian Manook


pseudonimo di Patrick Manoukian, è nato a Meudon, Francia, nel 1949  Giornalista ed editore, ha pubblicato il romanzo  ‘Yeruldelgger, Morte nella steppa’ (2016) primo capitolo di una trilogia con lo stesso protagonista al quale segue ‘Yeruldelgger, Tempi selvaggi’ (2017) e ‘Yeruldelgger, La morte nomade’ (2018), poi premiato con vari riconoscimenti, fra cui il Prix SNCF du polar. La serie è stata pubblicata in Italia da Fazi. Tra gli altri titoli, ‘Heimaey’ (Fazi, 2019), ‘Askja’ (Fazi, 2020), ‘Aysuun. Figlia della steppa’ (Fazi, 2025).

A cura di Marina Toniolo 

https://ilprologomarina.blogspot.com/