Recensione di Paola Iannelli
Autore: Patrizia Rinaldi
Editore: E/O
Genere: Noir
Pagine: 238
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Blanca indaga sull’assassinio feroce di due maestre di tango in là con gli anni, dalla bellezza tenace. Nel tango argentino di scuola storica, le ballerine mature sono le più volute, perché la carica sensuale dei passi si precisa negli anni. Perciò la lezione del tango sconfigge i canoni estetici dominanti: la bellezza non si sciupa, ma si perfeziona col tempo. Durante la vita delle due maestre la senilità non ha rispettato l’ordine del farsi da parte, di perdere lentamente il corpo, della fine prima della morte. Un uomo giovane viene da lontano per ammazzare l’amore; un’insegnante di periferia cerca di aiutare una bambina che non vuole essere salvata; il desiderio di Liguori per Blanca si accende di voglie nuove e di nuovi sospetti. Blanca si appassiona al passato delle due donne uccise, grazie al racconto di un’amica delle vittime, Gabriella. Gabriella le suggerisce che, per venire a capo dell’enigma, deve entrare nel mondo delle sale di tango, di milonghe e di intrighi.
RECENSIONE
La seduzione e la carica emotiva del tango racchiudono l’essenza stessa del misterioso enigma di cui si compongono le fila di questo racconto poliziesco.
Patrizia Rinaldi, insieme a Blanca, scava nelle viscere delle realtà più intime, a tratti scabrose, per scoprire le verità nascoste.
Una triade amicale al centro della scena, che vede come protagoniste delle tangueras: Berenice, Gabriella e Carminia. Donne avanti con l’età che esprimono con abilità e competenza l’incanto delle coreografie legate a questa antica danza di origine argentina.
La passione è il sentimento che anima il concentrato di azioni del romanzo, veste i panni della bellezza e dell’inganno, scoprendo ferite vecchie e nuove, senza mai abbandonare la scena.
Il punto focale del racconto è proprio lì, nel voluttuoso modus operandi, complice il tentativo di arginare il passo del tempo, che implacabile segna l’aspetto esteriore delle tre donne.
L’autrice, non a caso, fa riferimento a Il ballo opera sublime nata dalla magnifica penna di IrèneNémirovsky, vittima della follia nazista, la quale descrive con profondo acume la frenesia di una matura signora che cerca, attraverso le sue esibizioni danzanti, di sfidare le mancanza oggettivadelle potenzialità fisiche, azione che la condurrà a perdere completamente il controllo di sé.
Blanca e las niñas malas si ambienta a Napoli, la città non è solo il palcoscenico in cui si muovono i personaggi, ma si trasforma in una sirena ammaliante, pronta a cambiare pelle e a riemergere dalle acque fetide del male, riaffermando la sua bellezza eterna.
L’omicidio sarà a danno di Berenice e Carminia, trovate sgozzate all’interno di una palestra scolastica, in una zona limitrofa della città nota come Pianura. Le vittime erano delle esperte ballerine di tango, e condividevano con Gabriella questo passatempo, sospese tra la leggerezza dei movimenti coreografici e la strisciante, se non ambigua propensione per le relazioni sentimentali scottanti. La scena del delitto presenta degli aspetti curiosi, come la posa plastica secondo cui vengono ritrovati i cadaveri, all’interno di una coreografia ben studiata. La cellula della serialità assassina prende corpo, e Blanca riesce a farsi affidare il caso, insieme ai tre colleghi del commissariato di Pozzuoli, quali Martusciello, Liguori e Carità, così scandaglierà a fondo la vita del gruppo di amiche.
Blanca è il primo personaggio della narrativa poliziesca a soffrire di una grave forma di cecità. Questa disabilità sarà il punto di forza nel processo investigativo, ma costituirà anche il punto di debolezza nelle sue relazioni amorose.
Lo stile lirico, a tratti poetico, definisce alla perfezione la sensibilità e gli stati d’animo di Blanca, dipingendo luoghi e sensazioni, in un misto di prosa e poesia, che ricorda molto da vicino la tecnica narrativa tipica degli scrittori latino americani.
Il cambio di prospettiva dei personaggi narranti si evidenzia quando appare la figura dell’UOMO GIOVANE, su cui si posa l’accento più volte. La sottolineatura sull’età contribuisce a mescolare le carte, alimentando la curiosità nel lettore, confondendo le ipotesi dilatando così le possibili soluzioni verso lo scioglimento dell’enigma.
La vendetta è il cardine intorno al quale ruota l’intreccio, un’arma durevole che anima gli spiriti di questa storia nera.
Blanca decide di farsi coinvolgere nel complesso universo del tango, mettendo a nudo la sua sensualità selvatica. La mimica corporea prende vita in lei in modo naturale e inaspettato, per laprima volta la poliziotta mette da parte la propria diffidenza, affidando sé stessa all’altro, facendosi guidare nei fascinosi circuiti della danza.
Vari i colpi di scena, la fuga di un bambino, un custode corrotto, la lotta di Blanca nel sanare un debito emotivo con il passato, saranno gli ingredienti essenziali per questo noir partenopeo.
Il finale miscela tutte le dosi necessarie capaci di far lievitare la trama fino all’individuazione del colpevole.
Patrizia Rinaldi
è laureata in Filosofia, vive e lavora a Napoli. Partecipa dal 2009 a progetti letterari presso l’Istituto Penale Minorile di Nisida. Ha pubblicato, tra gli altri, con El, Giunti, Lapis, Sinnos. È stata tradotta in vari Paesi. Per le Edizioni E/O ha pubblicato Tre, numero imperfetto (tradotto negli Stati Uniti e in Germania), Blanca, Rosso caldo, Ma già prima di giugno (Premio Alghero), La figlia maschio e La danza dei veleni (cinquina Premio Scerbanenco). Nel 2016 ha vinto il Premio Andersen Miglior Scrittore, il maggiore riconoscimento italiano di letteratura per ragazzi. Dai libri dedicati a Blanca Occhiuzzi è stata tratta la serie tv Rai Blanca.
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