Tutto brucia




Sinossi.

Questa è la storia di una vendetta impossibile, senza alcun margine di successo. Questa è la storia di tre donne che osano fare ciò che tutti noi osiamo solo immaginare. Qualcosa di incredibile sta per accadere. E nulla sarà mai più come prima.

Sono sempre gli stessi a vincere. È ora di cambiare le regole.

«Il miglior scrittore di thriller d’Europa è Juan Gómez-Jurado».


Questa è la storia di tre donne che hanno perso tutto. Anche la paura. Ecco perché sono così pericolose.
Aura Reyes, la mente: fino a poco tempo fa era una dirigente di successo, proprietaria di una lussuosa villa e madre di due figlie me-ra-vi-glio-se (così, scandendo bene le sillabe). Ora la attende una pena detentiva per frode su larga scala e riciclaggio di denaro. Mari Paz Celeiro, il braccio: una gallega tenace, in grado di piantare cime di rapa e arruolarsi nel corpo d’élite della Legine. Temprata da tante battaglie, da cinque anni attraversa un periodo difficile (in pratica, vive nella sua auto). Sere Quijano, l’hacker: ingegnera informatica e strega del caos. Le sue capacità tecnologiche sono inversamente proporzionali all’efficacia della sua magia. Ha un’enorme virtù: crede ciecamente in tutto ciò che fa.

“Le storie migliori hanno inizi umili.”

 TUTTO BRUCIA

Juan Gómez-Jurado

Fazi 2024

Traduzione di Elisa Tramontin

Thriller, pag.504

TAPPA THRILLERNORD

“Siete pazze…

… Non siamo pazze. Ne abbiamo le palle piene.”

Questo è il mantra e perché no, il pensiero obiettivo a cui arriveranno le tre “super” donne di questo nuovissimo romanzo, decisamente esasperate ma anche desiderose di cambiare e non farsi mettere sotto ai piedi dall’ennesimo inciampo che la vita metterà loro davanti.

Una, dapprima, perché realmente con l’acqua alla gola, le altre perché bisognose di un riscatto dopo i tanti calci presi.

Aura Reyes: la bionda, la testa. Colei che ha l’idea. Certo, magari talvolta un po’ imprecisa nel calcolo del rischio e dopotutto non era questo il suo lavoro ma, delle celluline grigie che macinano idee in continuazione.

Da donna in carriera a mamma e casalinga disperata ed esasperata è stato un attimo.

Sono stati sufficienti un bang e un bel taglio netto e la sua vita perfetta è stata stravolta del tutto e ora, ha la necessità di rimboccarsi le maniche, magari anche in modo creativo, nel tentativo di salvare sé stessa e ciò che le rimane della sua famiglia.

Ma basta un attimo, uno sbaglio dovuto alla disperazione e, in qualche modo sarà il caos.

Mari Paz Celeiro: la bruna, il braccio, la forza fisica. Un ex legionaria che ha fatto del suo addestramento e della sua forza fisica una corazza ma che da molto, è perseguitata dalle sue fragilità profonde nell’anima e che, in modo casuale o, meglio, nel caos.

Dorme in macchina e l’alcool è diventato il suo migliore amico.

Incrocerà la strada della bionda e da lì, quella fiammella ormai sopita ricomincerà ad accendersi, assieme al suo focoso temperamento gallego.

Fino a poco fa, il suo unico vero riferimento erano i ricordi e gli insegnamenti della nonna che l’ha cresciuta.

Sere Quijano: la rossa, l’incognita, l’hacker, l’ingenera informatica, IL CAOS.

In questo gruppo ci è finita per caso, o forse non del tutto e la sua presenza ha scompigliato sicuramente le carte.

Una testa particolare e decisamente geniale.

Un passato e una famiglia fermamente da dimenticare.

Odia avere contatti con la gente, non esce nemmeno per la spesa e trascorre il suo tempo in totale isolamento nel suo appartamento che sembra un reliquiario di elettrodomestici da riparare, nell’attesa che i dadi diano il verdetto che lei si aspetta.

Ma questo non accade spesso, per cui lei continua a rimanere lì.

O almeno lo faceva, prima che il caos esplodesse veramente fuori da lì.

Tanti altri carismatici personaggi ruoteranno in questo nuovo romanzo di Jurado ma, per rispetto di voi lettori, non ne farò parola e lascerò a voi, la possibilità di scoprirli e conoscerli, pagina dopo pagina, durante la lettura di questo strepitoso e rovente romanzo.

A cura di Loredana Cescutti


Ripenso a questo libro e, la primissima parola che mi viene in mente è RITMO.

Ritmo parlato.

Ritmo cantato.

Ritmo stonato

Ops.

“Ci sono storie che meritano di essere raccontate.”

Eh sì, perché in questo libro non mancherà niente, ad eccezione, forse, di un modo per parlarvene senza anticiparne nulla e di conseguenza, per non rovinarvi la lettura.

A ripensarci, le immagini mi passano davanti “agli occhi” e le vedo nella mia testa come fotogrammi di una pellicola, ricca di immagini e suoni.

E rime. E musica. Tanta musica.

Suoni, proprio suoni che riesci a percepire, in modo ritmato, anche grazie all’ottima traduzione, che ha “ridato” VOCE alle pagine.

“Non siamo pazze…

… Ne abbiamo le palle piene.”

La voce italiana, ma senza perdere il calore spagnolo che caratterizza questi romanzi.

Ma non una voce qualsiasi, bensì quella dell’autore e dei suoi personaggi, che da qui ne escono in un modo esplosivo ed esaltante.

Io penso e ripenso alla storia e, mi dispiaccio di non potervi raccontare nulla perché di azioni trascinanti ce ne saranno a iosa e, io le ricordo ancora vivide nella mia mente mentre voi, per sapere non potrete fare altro che leggere.

Quando la vita è una galera, nulla risulta più liberatorio della reclusione.”

L’ironia inconfondibile e necessaria di Jurado, che dona un’impronta estremamente personale al suo lavoro, la musicalità di certi momenti e la capacità di rientrare fra le righe all’occorrenza, ci donano un romanzo di cui ti rendi conto di aver avuto necessità fin da prima di iniziarlo.

“… la vita è fatta di patti, quasi sempre per tamponare le perdite. Lavori con quello che hai, e cerchi di esserne all’altezza.”

Una lettura che assomiglia ad un ballo, un passo avanti, due di lato, un altro indietro e una giravolta prima di azzerare e ripartire nuovamente con altre scene, altri palcoscenici e finendo per farti percepire il calore del fuoco sotto i piedi, quella smania che, quando ti agguanta non ti lascia andare.

Anzi, si fa sempre più interessante fino a quando non ti arrendi e poi, finisci per assecondarla.

Uno Jurado che non delude, anzi, che riparte con questa nuova serie, lasciando qua e là tracce discrete dell’universo di “Regina rossa” ma che sicuramente, la zampata più grande la fa con lo stile e lo slancio della sua scrittura che appare instancabile, goliardica e deflagrante.

Ed ora?

“Ha appena imparato una cosa sulla vita, una cosa molto importante.

Quando una trova il luogo che le corrisponde, sente un dolce clic… Non nella testa, ma nell’anima.”

Ed ora, dico io, PRETENDO il seguito.

E a voi, dico: LEGGETELO!

A cura di Loredana Cescutti

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Juan Gómez-Jurado


Juan Gómez-Jurado: è un giornalista e un romanziere spagnolo. Le sue opere sono tradotte in più di quaranta lingue. La trilogia composta da Regina Rossa, Lupa Nera e Re Bianco (edita in Italia da Fazi) ha rappresentato un successo internazionale e l’ha consacrato come uno dei massimi esponenti del genere. Tra i titoli pubblicati in Italia ricordiamo anche: “La spia di Dio” (Longanesi 2007), “Ultima ora nel deserto” (Longanesi 2009).