Un cacciatore
d’ombre a Venezia
Autore: Umberto Montin
Editore: Mursia
Collana: Giungla Gialla
Genere: Thriller
Pagine: 238
Anno edizione: 2025

Sinossi. In una Venezia deserta e irriconoscibile per il lockdown, il «cacciatore di ombre» Sebastiano Faliero, ex poliziotto, indaga sulla morte di una giovane inglese trovata in un canale subito dopo le nozze con un immigrato clandestino. Sebastiano ha accolto la richiesta di un vecchio aristocratico veneziano, da cui è spesso ospite e al quale racconta storie ai confini della realtà, di aiutare la madre della giovane a far chiarezza sull’omicidio, per il quale sembra già esserci un colpevole perfetto: il marito, scomparso nel nulla. Tra cadaveri e agguati nelle calli battute dalla pioggia o nascoste nella nebbia, Sebastiano dovrà calarsi in una realtà occulta fondata su odio e ideologie per far luce, grazie ai consigli della conturbante Cristina, su un piano folle.
Recensione
di
Giusy Ranzini
Venezia, la città sospesa tra acqua e sogno, si trasforma in un palcoscenico irreale e inquietante in Bruma Serenissima, il romanzo di Umberto Montin che mescola abilmente noir, mistero e suggestioni esoteriche. È una Venezia spettrale, svuotata dal lockdown, a fare da sfondo alla vicenda di Sebastiano Faliero, detto il «cacciatore di ombre», ex poliziotto con un passato tormentato e una sensibilità fuori dal comune, capace di cogliere ciò che sfugge agli altri.
Montin ci immerge subito in un’atmosfera densa e ipnotica: calli deserte, nebbia che inghiotte i contorni della realtà, pioggia incessante che batte sui masegni e sulle acque nere dei canali. È in questo scenario che viene ritrovato il corpo di una giovane donna inglese, morta in circostanze misteriose subito dopo il suo matrimonio con un immigrato clandestino, il quale è sparito senza lasciare traccia. Il delitto appare quasi perfetto, la soluzione troppo facile: l’accusato ideale è già lì, in fuga, destinato a essere giudicato colpevole senza troppi dubbi.
Ma nulla è mai così semplice per Sebastiano Faliero, uomo abituato a guardare oltre le apparenze, sospeso tra il razionale e l’ultraterreno. Spinto dalla richiesta di un anziano aristocratico veneziano, che lo ospita spesso nelle sue stanze cariche di storia e mistero, e dalla disperazione della madre della vittima, Sebastiano inizia un’indagine che lo porterà a svelare una rete di segreti torbidi, in cui l’odio, le ideologie e un oscuro piano folle si intrecciano con la vita e la morte.
La narrazione di Montin è avvolgente, ricca di dettagli evocativi che trasformano Venezia in un personaggio vivo e mutevole. La città, privata della sua usuale folla di turisti, rivela un volto più autentico e al tempo stesso spaventoso, quasi irreale. Le calli deserte diventano labirinti, la nebbia un velo che cela pericoli e verità nascoste.
L’autore costruisce con sapienza un’atmosfera che ricorda i migliori noir, con echi della letteratura gotica e delle storie di fantasmi, senza mai cadere nel soprannaturale ma mantenendo sempre un filo sottile di inquietudine, come se qualcosa di invisibile fosse sempre in agguato tra le pagine.
Sebastiano Faliero è un protagonista tormentato, disilluso, ma dotato di una sensibilità che lo rende capace di percepire le ombre che si annidano dietro la realtà.
Il suo rapporto con la bellissima e ambigua Cristina aggiunge un ulteriore livello di complessità alla trama, con dialoghi intensi e momenti carichi di tensione emotiva. Lei non è solo una consigliera o una presenza rassicurante, ma una figura enigmatica che sembra muoversi sul filo tra alleata e seduttrice, capace di guidarlo e confonderlo allo stesso tempo.
La scrittura di Montin è raffinata, ricca di sfumature e capace di creare immagini potenti con poche parole. Le descrizioni della città sono così vivide che sembra quasi di sentire l’odore salmastro della laguna, il rumore dell’acqua che lambisce i palazzi, il fruscio dei passi solitari sulle pietre umide. I dialoghi sono incisivi, realistici, privi di orpelli inutili, e contribuiscono a dare ritmo alla narrazione, mantenendo sempre alta la tensione.
L’indagine si trasforma in un viaggio nei meandri più oscuri dell’animo umano e della società stessa. L’odio, le ideologie estreme e la paura del diverso sono temi che emergono con forza, rendendo la storia non solo un giallo avvincente ma anche una riflessione sulle ombre che ancora si annidano nel nostro presente.
Montin non offre risposte facili, né soluzioni rassicuranti: il suo romanzo è un viaggio nell’incertezza, in cui il confine tra bene e male è sfumato e le verità si rivelano spesso più inquietanti delle menzogne.
Un noir elegante e avvolgente, perfettamente ambientato in una Venezia che diventa teatro di segreti, delitti e passioni oscure. Umberto Montin dimostra una maestria narrativa capace di conquistare il lettore sin dalle prime pagine, conducendolo per mano in un labirinto di inganni e rivelazioni. Un romanzo imperdibile per chi ama le atmosfere cupe, le trame complesse e i personaggi profondamente umani e tormentati.
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Umberto Montin
è nato a Badia Polesine nel 1958. Giornalista professionista, è stato cronista di nera e si è occupato di esteri, politica ed economia. Da sempre appassionato dei misteri che si nascondono tra nebbie e fiumi, si dedica ora alla passione di sempre, il noir e il giallo. Ha pubblicato A muso duro (2020), Canto Nomade per un prigioniero politico lombardo-veneto (2020), i testi di Vent’anni di cronaca a Como – 100 foto di Carlo Pozzoni (2020), Il sangue dei randagi (2024).