CAMERA
CON BALCONE
Charles Exbrayat
DETTAGLI:
Traduttore: Sara Arena
Editore: Garzanti
Genere: Giallo
Pagine: 215
Anno edizione: 2024
Sinossi. La brughiera intorno alla cittadina di Callander si è tinta di bronzo. È arrivato l’autunno e, con lui, Imogene McCarthery, che scende dal treno con una sciarpa rossa di tartan annodata intorno al collo e un lungo cappotto di lana cotta. Appena entra in stazione, accolta dal brusio e dal forte accento scozzese degli altri viaggiatori, le scappa un sospiro di sollievo: finalmente è a casa, lontano dall’infernale chiasso di Londra. Sono passati tre lunghi anni da quando ha messo piede per l’ultima volta a Callander e si è guadagnata la fama di eroina per aver fermato una pericolosa spia. Tre anni da quando, suo malgrado, ha rischiato la pelle e pure la reputazione. Ma ora è tutta acqua passata, o almeno così lei crede. Imogene vorrebbe solo godersi qualche giorno di riposo e inspirare l’inconfondibile profumo della sua amata Scozia, quell’aroma a metà tra muschio e whisky. Finché, sporgendosi dal balcone della sua stanza, non vede per caso la sagoma di un uomo senza vita e la polizia, ancora risentita per la brutta figura rimediata tempo prima, la accusa immediatamente di essere un’assassina. Proprio lei che, al massimo, potrebbe uccidere qualcuno solo costringendolo a una sfida a suon di bicchieri di scotch. Ora Imogene è obbligata a rinunciare di nuovo al suo caratteristico completo di tweed e a vestire i panni della detective, ma questa volta per scagionare sé stessa… Imogene McCarthery è una protagonista irresistibile, nata dalla penna di Charles Exbrayat che, solo in Francia, ha venduto oltre un milione di copie. Preparatevi a rimanere con il fiato sospeso in un’indagine che metterà Imogene a dura prova, ma da cui uscirà vincitrice grazie al suo carisma innegabile e a un pizzico di fortuna.
Recensione di Bruno Vigliarolo
Approcciarsi a Camera con balcone, di Charles Exbrayat, significa entrare in un piccolo pezzo di storia della narrativa mystery d’oltralpe. Un romanzo breve che assomma i tratti più distintivi del giallista francese, nonché il suo personaggio più celebre: Imogene McCarthery.
Catapultato nel quieto autunno di Callander, ai margini meridionali delle Highlands scozzesi, il lettore fa la conoscenza di Imogene per via indiretta, attraverso le (esilaranti) reazioni che i concittadini della donna esternano nell’apprendere del suo ritorno in paese – dopo tre anni di avventure londinesi. Serpeggia un mix di stupore, disappunto e preoccupazione.
E Imogene, dal canto suo, non sembra intenzionata a deludere le aspettative dei suoi numerosi detrattori – così come quelle dei pochi simpatizzanti. Appena il tempo di scendere dal treno, e un misterioso delitto richiama la sua attenzione, turbando la tranquilla routine di Callander.
Prima di analizzare lo sviluppo della trama investigativa, è imprescindibile soffermarsi sulla figura, decisamente sui generis, della protagonista. Un personaggio, quello di Miss McCarthery, che brilla di luce propria grazie a una caratterizzazione tanto ricca quanto moderna.
Orgogliosamente scozzese, vulcanica e anticonformista, amata in modo incondizionato o detestata con altrettanta veemenza, Imogene è il vero centro di gravità del romanzo, nonché lo strumento di cui l’autore si serve per dar vita a dialoghi brillanti, scene rocambolesche, zuffe surreali degne di un romanzo d’avventura.
Il tutto accompagnato da fiumi di whisky, da un fiero sentimento anti-inglese, e da un registro umoristico che rappresenta il valore aggiunto della narrazione – nonché il mezzo per stemperare (in chiave mai troppo cupa) i fatti di sangue.
La trama poliziesca è innescata dalla strana comparsa di un fantasma. E se è vero che in Scozia sono in molti a credere alle apparizioni sovrannaturali, il discorso cambia quando il presunto spettro – più vivo che morto – non si limita a fluttuare nella foschia, ma miete vittime con mano implacabile.
Anche in questo frangente, l’autore si destreggia con maestria, sparigliando le carte in modo efficace. Con i ritmi e gli escamotages più tipici dei gialli classici, mettendo a rischio la stessa vita della sua protagonista, Exbrayat conduce il lettore in un’indagine avvincente e non facilmente prevedibile.
Un po’ al di sotto delle aspettative il finale, in cui ho riscontrato un eccesso di spiegazioni “a posteriori”: ricostruzioni che incastrano le tessere mancanti in modo un po’ farraginoso, a discapito di un continuum più coerente e amalgamato col resto della storia.
Lo stile è molto scorrevole e, allo stesso tempo, sufficientemente articolato. Mai troppo leziosa o prolissa, la prosa alterna frasi concise a periodi ben più strutturati, creando un ritmo poliedrico e coinvolgente.
In conclusione, un buon romanzo mystery che meriterebbe di esser letto anche solo per conoscere un personaggio straordinario come Imogene McCarthery. Consigliatissimo a chi ama i gialli tradizionali impreziositi da un vivace registro umoristico.
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Charles Exbrayat
nasce a Saint-Étienne, Loira, nel 1906. È autore di romanzi gialli e di spionaggio di enorme successo in patria, molti dei quali adattati per il cinema e la televisione. Muore nella sua città natale, nel 1989. Mentre è in corso in tutto il mondo la riscoperta della sua opera, Garzanti pubblica per la prima volta in Italia le avventure di Imogene McCarthery, comparse nella celebre collana «Le Masque» tra il 1959 e il 1975.