Cardona e il fantasma di Marlene
Autore: Patrizio Pacioni
Editore: Liberedizioni
Genere: mistery
Pagine: 262
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Una spietata banda di trafficanti d’armi, che pare godere di insospettabili appoggi, terrorizza la città. A complicare le indagini, il “fantasma di Marlene”.
Recensione di Chiara Forlani
Un trafficante dall’accento straniero viene trovato morto a Porto, nel bagno di un locale. Durante l’autopsia, nel suo stomaco viene rinvenuta una minuscola chiavetta usb che riporta i disegni segreti del prototipo di un’arma. Il commissario Cardona, reduce dalla sua ultima indagine a Monteselva, si trasferisce a Brescia, dove indaga sull’attività di ditte che producono armi speciali, in grado di trasformare un’arma leggera in uno strumento di distruzione di massa.
Fin dalla prima sera, all’esterno dell’albergo che ospita il commissario appare una donna che assomiglia in modo inquietante a Marlene Dietrich, come appare nel film “L’angelo azzurro”. Dagli articoli pubblicati sulla stampa, pare che si tratti di un fantasma, che a volte si mostra ai passanti.
Muovendosi come un equilibrista tra amori insoddisfatti e occasioni perdute, tra scenari tragici di uccisioni efferate e momenti conviviali, Cardona si trova di nuovo ad agire nel mondo dell’illegalità, questa volta in quello degli industriali bresciani, dove serpeggiano circoli malsani di potere e corruzione.
Non dimentichiamo che Brescia è la città che ha visto compiersi una delle stragi più efferate degli anni di piombo. Pacioni ne parla in termini che lasciano il segno, mostrando il suo protagonista in Piazza della Loggia, mentre sosta davanti al monumento che ricorda quella giornata atroce: Si fermò a osservarla, con le braccia incrociate sul petto, cercando di collegare ciò che vedevano i suoi occhi con il vecchio audio che gli si stava riproducendo nella mente: la voce da tribuno del sindacalista che sta tenendo il suo comizio, resa metallica da un impianto di amplificazione antiquato e arrangiato. Il botto improvviso, le grida di dolore, di raccapriccio e di puro terrore, seguite di nuovo dalla voce dell’oratore, ora allarmata e rotta da un’emozione fortissima… Inoltre a Brescia hanno sede importanti fabbriche di armi, un commercio che a livello mondiale vale sessanta miliardi di dollari l’anno e rappresenta una calamita per il mondo dell’illegalità.
La scrittura di Pacioni è cinematografica o meglio teatrale, risente in modo positivo della vasta esperienza dell’autore in fatto di scrittura di copioni per le compagnie che recitano nei maggiori teatri nazionali. I dialoghi sono serrati e realistici e restituiscono al lettore quella veridicità e leggerezza di struttura che dovrebbe trovarsi in ogni poliziesco. A questo si aggiunge una buona dose di ironia, che è difficile da mettere in scena ma a mio parere non dovrebbe mai mancare. Il libro è diviso in giornate, e questo ci aiuta a collocare meglio nel tempo l’indagine, che è tesa e serrata.
Rispetto a “Le notti di Monteselva”, dove la scena si svolgeva nel mondo della droga e delle associazioni di volontariato che gestiscono le emergenze sanitarie, in quest’ultima indagine il commissario Cardona si muove in una realtà completamente diversa, quella dell’illecito, dello spionaggio industriale e delle infiltrazioni mafiose nel Nord Italia. Sono due facce della stessa medaglia, campi diversi in cui la malavita trova terreno fertile. In quest’ultimo romanzo il linguaggio di Cardona diventa più caustico e irriverente, mentre gli eventi si susseguono in una corsa contro il tempo, nel corso della quale si susseguono gli eventi tragici e violenti.
Sarà forse il fantasma dell’Angelo azzurro la chiave per aprire la porta che condurrà il commissario alla soluzione del mistero, in un romanzo in cui la parte oscura dell’animo femminile ha tanto risalto? Vi invito a leggere il libro per scoprirlo, scorrendo le sue pagine, tra descrizioni liriche e siparietti comici, degni della miglior tradizione teatrale.
Acquista su Amazon.it:
Patrizio Pacioni
scrittore, blogger, drammaturgo. Nato a Roma e residente da oltre dieci anni a Brescia, è autore di dodici romanzi, di una raccolta di racconti, Delitti & Diletti (2010) e di due libri di fiabe, FiAbacadabra e FiAbacadabra2, il secondo firmato con la cantante Dalia Di Prima. A partire dal 1997, ha pubblicato i primi due romanzi: Un lungo addio e Iscassia et fogu. La vena più vigorosa della sua creatività erompe in una serie di noir, thrilling e romanzi drammatici: Le lac du Dramont, (2000), Chatters (2001), DalleTenebre (2002), Mater (2004). Con Quel ramo del lago (2005) l’autore racconta un possibile seguito dei Promessi sposi, spostando in modo ironico la vicenda quattro secoli più avanti. Nel 2006 approda al giallo d’impianto classico con la creazione del commissario Leonardo Cardona, scomodo poliziotto che compare in diversi polizieschi: Essemmesse, Malinconico Leprechaun, Seconda B, Delitti & Diletti, Cardona e gli ardori del giovane pensionato. Nel 2011 pubblica Malanima Mia, in coppia con Giovanna Mulas. Il romanzo drammatico Il guaito delle giovani volpi prende spunto da una vicenda vera, e esplora in profondità il binomio integrazione-integralismo. Del 2021 è “Le notti di Monteselva”, scritto a 4 mani con Lorella De Bon. Per quanto riguarda il teatro, ha scritto e sceneggiato numerose pièces, per lo più di genere brillante, rappresentate dal Teatro Stabile di Brescia, dalla compagnia Stabile Assai della Casa di Reclusione Rebibbia di Roma, dalla compagnia Le Ombre di Platone e dalla compagnia del Barone.
A cura di Chiara Forlani