Cavalchiamo la marea
di Vendela Vida
Neri Pozza 2023
Elena Dal Pra ( Traduttore )
Narrativa straniera, pag.240
Sinossi. Eulabee e Maria Fabiola hanno tredici, quasi quattordici anni, e non soltanto la vita, ma anche le strade di Sea Cliff, il lindo e ricco quartiere di San Francisco, appartengono a loro. Ogni giorno le percorrono per andare alla loro scuola, appollaiata in alto in faccia al Pacifico, o per scendere alle spiagge affollate di pescatori e di freak. Conoscono ogni angolo, ogni casa di quelle stradine. Quella del mago, ad esempio, col tavolo da pranzo che sbuca da una botola nel pavimento, o quella del cantante della rock band con l’altalena sospesa sul mare. Eulabee e Maria Fabiola girano con altre due compagne: Julia, la pattinatrice con gli occhi a suo dire «cobalto» e una sorella che, coi pantaloni a zampa e i capelli arruffati, non ha ancora capito che corrono gli anni Ottanta, anni puliti e dai colori accesi e netti; e Faith, che fa il portiere in una squadra di calcio e somiglia ad Anna dai capelli rossi per alcuni o a Pippi Calzelunghe per altri. Le vere regine delle spiagge di Sea Cliff sono però lei, Eulabee, figlia di una parsimoniosa famiglia di origine svedese, e Maria Fabiola, che a volte dice di essere italiana, a volte no, ed è di una bellezza così imbarazzante da avere sul viso un’espressione di sorpresa costante, come se fosse lei stessa incredula davanti alla propria fortuna. Un giorno, tuttavia, cambia tutto: nel tragitto verso la scuola, le ragazze si ritrovano al cospetto di un evento oscuro e perturbante. Sarà il punto di non ritorno per la loro amicizia, l’origine di una serie di conseguenze incontrollabili. Rese ancora più gravi da una scomparsa improvvisa, un rapimento, forse, che minaccia di far affiorare verità inaspettate nella privilegiata comunità di Sea Cliff.
Cavalchiamo la marea
A cura di Marina Toniolo
Recensione di Marina Toniolo
Questa è una delle rare volte che la copertina del libro mi fa pensare. Disegnato c’è uno strato sottile di ghiaccio che può significare il momento in cui avviene il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Sotto il mare tranquillo dove una bambina viene coccolata e vive la sua esistenza nell’ingenuità. Sopra, le braccia si tendono verso il cielo della vita con un movimento sinuoso e le mani sono raccolte in un mantra di preparazione per quando la testa infine si solleva. Ma se non si guarda così attentamente sembra quasi che le dita stiano facendo gli scongiuri quasi a dire “speriamo vada tutto bene”.
Effettivamente all’età delle protagoniste, sui tredici-quattordici anni, si spera sempre che tutto fili liscio. Ci sono la famiglia, la scuola e le amiche del cuore. Sono delle sicurezze: la loro presenza è indispensabile per lo sviluppo normale. Nel romanzo trovo quattro ragazze che frequentano una prestigiosa scuola privata a San Francisco. Eulabee, voce narrante, racconta dell’oscuro fatto capitato a lei, Maria Fabiola, Julia e Faith mentre una mattina si recano alle lezioni. Eulabee non è smaliziata come Maria Fabiola, bellezza in pieno sboccio, e la versione che dà alla polizia scatena un effetto domino sia su di lei che sulle sue amiche.
Siamo negli anni Ottanta nella località di Sea Cliff prima che sia invasa dall’ high technology.
“A Sea Cliff tutto ruota intorno alla vista del ponte. E’ stato uno dei primi quartieri di San Francisco ad avere i cavi dell’elettricità interrati, perché sospesi avrebbero guastato il panorama”.
E’ un quartiere esclusivo dove abitano famiglie benestanti e dove tutti si conoscono. Il maggiore status si ottiene quando la casa familiare è a strapiombo sull’oceano.
Eulabee e Maria Fabiola sono le regine indiscusse della spiaggia e la conoscono come le proprie mani. Sanno interpretare le maree per attraversare gli scogli e giungere nelle altre spiagge confinanti, altrimenti non così agevoli. Il mare, la foschia che sale verso il ponte e il vento sono i compagni atmosferici che osservano i cambiamenti di Eulabee durante i mesi in cui viene ostracizzata (oggi si direbbe bullizzata) dalle sue amiche.
Perché?
Perché non è stata al gioco di Maria Fabiola, figlia di un’America che scopre il potere della menzogna per avere visibilità e notorietà. Sono alunne di una scuola esclusivamente femminile e perciò “gli oggetti delle nostre pulsioni affettive vivono proiettati sullo schermo di un cinema oppure incapsulati in una foto francobollo di un annuario del Connecticut”. Le loro madri negli anni Sessanta frequentano il Vassar College nella East Coast, il monumento per eccellenza dello snobismo femminile di classe. I rapporti con il sesso maschile sono ancora delineati da un rigido formalismo che pian piano col tempo si smorza: è il momento in cui le ragazze cominciano a invitare i ragazzi per un appuntamento.
Eulabee si destreggia bene ed ha la lingua pronta per essere una tredicenne e come deve essere una ragazzina tutti gli adulti la mettono a disagio. La costruzione dell’Io avviene in diverse fasi e ci sono dei momenti in cui si sente completamente nuda: “Il vento mi frusta la faccia e mi sento sempre più piccola. Mi sento come una delle bambole russe della scuola di danza di Madame Sonya – ‘matrioske’ le chiama. È come se mi avessero tolto tutti i miei strati esterni e adesso si vedesse che io in realtà, al nocciolo, sono la bambolina piccola, quella con i lineamenti indefiniti che da sola non ha senso”.
‘Cavalchiamo la marea’ è un potente romanzo di formazione in cui un evento tragico segna il passaggio di vita. È il superamento degli scogli in base alla marea dell’oceano. Senza una parola di troppo o di meno Vandela Vida racconta di com’è diventare adolescente con i sogni e le preoccupazioni che invadono la mente. È gustoso, ironico, sagace. Il finale, ambientato ai giorni nostri, offre uno sguardo d’insieme più maturo. La voce narrante di Eulabee cambia come cambiano le prospettive.
Amo questo romanzo, non si devono mai dimenticare l’ingenuità dei tredici anni e la loro freschezza.
Consigliato? Assolutamente sì, Eulabee e le sue amiche vi rapiranno e vi terranno prigionieri come dei pirati e vi nutriranno a lattuga.
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Vendela Vida
Scrittrice, giornalista e insegnante, Vendela Vida vive a San Francisco con il marito, lo scrittore Dave Eggers. È stata cofondatrice di “826 Valencia”, organizzazione no-profit che insegna scrittura creativa ai bambini, e della rivista “The Believer”, nella quale lavora anche come editor. In Italia ha pubblicato ‘Le luci del nord cancellino il tuo nome’ (Mondadori 2008) e ‘Geometrie di un panorama sconosciuto’ (Neri Pozza 2016).
A cura di Marina Toniolo